Tullio Pironti, festa di compleanno più forte dell'assenza

Tullio Pironti, festa di compleanno più forte dell'assenza
di Ugo Cundari
Sabato 11 Giugno 2022, 09:00 - Ultimo agg. 12 Giugno, 08:42
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Il compleanno di una persona non più tra noi può essere festeggiato, per onorarne la memoria e celebrarne la presenza più forte dell'assenza, in tanti modi. Quello di Tullio Pironti, che ieri avrebbe compiuto 85 anni, va così. Fin dal primo pomeriggio in molti fanno capolino nella sua libreria di piazza Dante. Tutti cercano i suoi nipoti, Chiara e Cesare. C'è chi entra con il volto triste e ricorda di quando Tullio disse, di quando Tullio fece. C'è chi entra con uno sguardo più sereno e fa gli auguri a tutti, perché «in fondo siamo venuti per la sua festa, e lui avrebbe voluto vedere tutti contenti» dice Marco Ottaiano, a lungo collaboratore di Tullio, che entro l'estate girerà il documentario sul pugile editore dal titolo «Voi non sapete che cos'è l'amore», titolo che Pironti scelse di dare all'edizione italiana di Fires di Raymond Carver, che pubblicò per primo in Italia. 

 

Dopo l'incontro in libreria, tutti al Convitto nazionale per parlare dell'edizione Bompiani di Libri e cazzotti. Pironti il contratto lo firmò pochi giorni prima di morire, «ma sentiva che forse non avrebbe fatto in tempo a vederlo stampato, come poi è successo. Era felice, ma nello stesso tempo triste» ricorda Antonio Franchini, che l'ha portato nel gruppo Giunti. Il giornalista Francesco Palmieri ricorda che la libreria che porta il nome di Pironti è appartenuta prima a un altro storico editore, Pierro, e dentro quegli stessi locali alla fine dell'Ottocento Ferdinando Russo si chiuse in una stanza per scrivere di getto il poemetto 'N paraviso, da consegnare in giornata per avere subito i soldi pattuiti. Palmieri poi sottolinea la generosità di Tullio: «Quando andavo a trovarlo, spesso con un amico, ogni volta era come se lui stesse festeggiando qualcosa, perché offriva, offriva sempre. Da bere, da fumare, e ogni volta che qualcuno lasciava anche solo intendere che gli sarebbe piaciuto leggere un libro del suo catalogo, Tullio subito gli regalava la copia». La scrittrice Antonella Cilento, sottolinea la coincidenza dell'incrocio di sentieri Pironti-Bompiani, con due titoli del catalogo del primo che si trasferiscono nel catalogo dell'altro, Malacqua e Libri e cazzotti. «In fondo i due autori hanno rappresentato ognuno un'anima della città.

Pironti la Napoli solare, combattiva, piratesca, festosa e resistente. Nicola Pugliese quella piovosa, malinconica e timida».

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«C'era un metodo infallibile per capire se eri simpatico a Pironti. Se entravi in libreria e ti accoglieva con una finta di gancio, allora ti considerava un amico. In caso contrario, se ti parlava con le mani in tasca, gli eri antipatico» dice il fotografo Abdullah, al secolo Ferdinando Ottaviano Quintavalle e in arte «Messico», per anni grafico della casa editrice, che ricorda di quando negli anni '80 accompagnò Tullio in Egitto per firmare il contratto con Nagib Mahfuz, che sarebbe stato pubblicato per la prima volta in Italia proprio da Pironti. «Dopo aver incontrato lo scrittore tornammo all'Hilton e Tullio, dopo una cena veloce, scese giù al casinò. Ci rimase tutta la notte, l'andai a chiamare alle cinque del mattino, un'ora dopo avevamo il volo di rientro a Napoli. Lo convinsi a tornare su e fare le valigie, ma ogni volta che lo perdevo di vista lui riscendeva a giocare. Alla fine facemmo una tale corsa per arrivare all'aeroporto che dimenticammo in albergo le foto scattate a Mahfuz. Quando glielo ricordavo, lui mi colpiva leggermente con un montante e mi diceva: Almeno mi sono divertito, ho perso tutto». 

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