Pironti, a Napoli compleanno con festa in piazza

Pironti, a Napoli compleanno con festa in piazza
di Ugo Cundari
Domenica 20 Febbraio 2022, 09:57
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A cinque mesi dalla scomparsa del grande Tullio, «la libreria e la casa editrice Pironti non si disuniscono, rimangono un'unica azienda, e a chi crede di poter gestire in proprio una delle due attività create da mio nonno io dico che non lo permetterò mai» sottolinea con lo sguardo fermo e il tono di voce pacato, ereditati dal nonno e maestro, Chiara Pellegrino, 37 anni, mentre fuma una sigaretta dopo l'altra.

Per oltre dieci anni ha affiancato Tullio in libreria, e adesso è lei ad annunciare i nuovi titoli della casa editrice, quelli progettati dopo la sua scomparsa. Ha in mente una festa in piazza («come sarebbe piaciuto a lui») in suo onore e anticipa alcuni temi trattati in Tullio si racconta a Nora, in uscita prima dell'estate in concomitanza con l'edizione Bompiani di Libri e cazzotti, dove chi ha raccolto le confessioni è la storica giornalista e collaboratrice della casa editrice di piazza Dante, Nora Puntillo.

In questo terzo volume biografico, dopo quello appena ricordato e Il paradiso al primo piano, Pironti ricorda i suoi anni di infanzia, parla del nonno incarcerato dai Borbone e della lunga gavetta in libreria al fianco del padre.

Tra gli aneddoti più curiosi, quello dell'estate del 44. Gli americani sono da poco sbarcati a Napoli. Tullio ha sette anni. Nel cuore della notte lui e la sua famiglia vengono svegliati da un gruppo di soldati ubriachi alla ricerca di «segnorine». Tullio ha paura. Quelli stanno per buttare giù il portone. Il padre non si perde d'animo, finge l'accento americano e urla che sta venendo la «polìss», e i soldati scappano.

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Tanti anche gli aneddoti sul Pironti editore. Dice Chiara: «mi raccontava di aver sempre amato Scala a San Potito di Luigi Incoronato. Era la fine degli anni Sessanta e voleva incontrarlo a tutti i costi. Ci riuscì quando fu annunziato che stava per uscire il suo nuovo lavoro, A che serve uno scrittore. Forse si accordarono anche per un romanzo da pubblicare con mio nonno, ma dopo qualche giorno Incoronato si suicidò, e per Tullio non aver fatto in tempo a farne uno scrittore del suo catalogo è rimasto uno dei suoi rimpianti».
Il più grande rimorso da editore fu Il resto di niente di Enzo Striano. Prima di rivolgersi a Loffredo, lo scrittore parlò del progetto in più di un'occasione con mio nonno, che per un po' prese tempo. Voleva investire nella narrativa straniera, in particolare quella americana, e sapeva che gli sarebbero serviti tutti gli incassi delle vendite scolastiche di quell'anno, il 1986, che infatti investì per Meno di zero di Breat Easton Ellis. «Rimase a secco e disse di no a Striano. Poi, pensandoci, mi ha sempre ripetuto di essersene pentito, e che avrebbe dovuto pubblicarlo anche a costo di chiedere un prestito».
Le novità editoriali Pironti post Tullio spaziano dalle favole al romanzo, «e non si tratta solo di autori napoletani».

C'è il saggio a più mani su Totò Io sono un uomo di mondo (pagine 216, euro 13), a cura di Paolo Sommaiolo. Il romanzo storico Si regalavano infamie (pagine 362, euro 15), in cui l'inviata della «Stampa» Liliana Madeo racconta le due donne più potenti della Bisanzio del VI secolo, Antonina e Teodora. Poi, la favola Nir Pur (pagine 72, euro 25), che è il racconto illustrato di una leggenda orientale, narrata in prima persona da un uomo-falena, su un fiume che dà vita alla terra: l'autore, Massimiliano De Menna, è stato un disegnatore e scrittore, molto amico di Tullio.

Infine, la nipote annuncia: «A giugno, in occasione del suo compleanno, voglio organizzare una grande festa nella sua piazza Dante. Dopo la sua morte sono venuti in libreria tante persone, non mi aspettavo anche gente di fuori Napoli. Di Milano, di Torino, di Genova, di Roma. Non erano solo librai o persone del settore, ma anche semplici lettori che avrebbero voluto conoscerlo, e farsi autografare i suoi libri».
 

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