«Abbiamo bisogno di tutele da parte dello Stato e di una giustizia giusta. Non servono scarpette rosse per ricordarci quando ormai è tardi, ma un aiuto quando siamo vive». Sono le parole amare di Grazia Biondi, donna vittima di violenza che nel 2011 ha denunciato per stalking e maltrattamenti l'allora marito. «Inizialmente ho taciuto», racconta. «Molte volte sono fuggita e sono stata riportata a casa. Ho denunciato dopo l'ennesimo tentativo di strangolamento». «Io sono ancora ostaggio di quest'uomo perché la giustizia mi ha reso debole», aggiunge ripercorrendo con rabbia la riduzione di pena ottenuta dall'ex marito e la prescrizione intervenuta per l'accusa di lesioni volontarie. Un intervento, quello della Biondi, diventata attivista e presidente dell'associazione Manden, che ha scosso le coscienze e i sentimenti dei presenti. Un pubblico attento e partecipe quello che ieri ha preso parte al convegno Donne e diritti negati e acquisiti organizzato dal corpo internazionale di soccorso Odv.
Nel salotto del Circolo nazionale dell'Unione di via San Carlo anche Rosaria Gaeta ha raccontato la sua storia: «Per 19 anni sono rimasta in silenzio. Reticenza, vergogna, pudore e la presenza di due figli mi hanno bloccata». Storie di vita sofferte prese in esame dalla senatrice napoletana del Pd Valeria Valente: «Le norme ci sono, siamo rimasti indietro rispetto alla loro applicazione. Le donne uccise spesso avevano denunciato e chiesto aiuto, in questi casi lo Stato ha fallito». Nel corso della giornata, moderata da Pierluigi Sanfelice di Bagnoli, presidente del Corpo internazionale di soccorso, sono intervenuti anche la presidente dell'associazione Onda rosa, Marinella de Nigris, la responsabile area violenza di genere del Cis, Emanuela Sica, la responsabile dello sportello Sos Napoli del Cis, Concetta Vernazzaro e il direttore artistico del Trianon, Marisa Laurito. La popolare attrice si è impegnata in quest'ultimo periodo nella battaglia che le donne, e non solo, stanno combattendo per la libertà e i diritti in Iran. In particolare Laurito ha lanciato una petizione che ha raggiunto quasi 170mila firme: «Quanto sta accadendo in Iran è uno scempio e non possiamo voltarci dall'altra parte. Stiamo raccogliendo dei fondi per un'associazione iraniana che si occupa di curare i ragazzi feriti», ha spiegato Laurito.