World Press Photo 2016
torna a Napoli dopo quattro anni

World Press Photo 2016 torna a Napoli dopo quattro anni
di Francesca Cicatelli
Venerdì 4 Novembre 2016, 21:27
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Scatti con pellicole ritrovate a Cernobyl, il volto di una donna appena violentata, il silenzio dei fondali: il mondo viene a raccontarsi in immagini a Napoli. La città infatti accoglie le 150 foto dei primi tre classificati delle 9 categorie del World Press Photo 2016. Dopo 4 anni di assenza la mostra torna (grazie a Vito Cramarossa e Francesco Muciaccia della società Cime nonché a Daniela Tarantini, ponte e motore tra la Cime e la città di Napoli) all'ombra del Vesuvio - ma è in tour mondiale con 21 mostre, tranne in paesi ostici come la Russia e alcuni Paesi arabi che non accettano scene di nudo - dal 4 al 27 novembre 2016, questa volta a Villa Pignatelli e non al Pan, con l'esclusivo video, solo a Napoli, dei 61 anni della storia e delle immagini del concorso.
 

 

World Press Photo 2016 raccoglie il meglio del fotogiornalismo internazionale che documenta e racconta la realtà. La Cime scommette su Napoli e conta di farlo anche per i prossimi tre anni: si è infatti aggiudicata la gestione dei diritti del concorso a Bari e Napoli e dall'anno prossimo in tutto il Sud Italia, grazie ad un accorso con la Fondazione olandese ideatrice del World Press Photo. L'evento, sposato dal  Comune di Napoli, presenta i lavori di reporter internazioni pubblicati su alcune delle testate più prestigiose al mondo come Time, Le Monde, New York Times, The Guardian, National Geographic. La  mostra assicura un viaggio per immagini tra gli avvenimenti più rilevanti del nostro tempo.  Ne è trascorso di tempo da quando nel 1955 si selezionavano le foto coprendo il pavimento e puntando su di ognuna con una monetina e si scommise su una spettacolare caduta durante una gara di motocross del fotografo danese Mogens von Haven. Oggi migliaia di fotoreporter ogni anno si contendono il titolo World Press Photo nelle diverse categorie (general news, spot news, contemporary issues, daily life, portraits, nature, sports) per aggiudicarsi un posto nella mostra che attrae milioni di visitatori in tutti e cinque i continenti.

Tra tutte le foto, che rappresentano istanti della realtà quotidiana giornalisticamente più rilevanti viene poi scelta una unica foto vincitrice del premio fotogiornalistico WPP, uno dei più importanti al mondo che quest'anno è andato al freelance australiano Warren Richardson Hope for a new life (esposta a Napoli) scelto come vincitore per il 2016 tra gli oltre 85mila presentati alla giuria del WPP da 5.775 fotografi di 128 Paesi diversi. La foto scattata la notte del 28 agosto 2015 - con una Canon EOS 5D Mark II, ad alta sensibilità (6400 ISO) e con un tempo lento (1/5 secondi)- mostra un uomo che fa passare un neonato attraverso il filo spinato lungo la frontiera tra Serbia e Ungheria. All'epoca il muro di protezione non era ancora stato completato in quella zona, tra Horgoš (Serbia) e Röszke (Ungheria). A far propendere la giuria nella scelta della foto di Richardson è stata “la semplicità, soprattutto nel simbolismo del filo spinato” che ne fa una foto classica e senza tempo in grado di visualizzare con esaustività il dramma dei rifugiati.«Quella notte, dopo cinque giorni in un campo profughi ho visto un gruppo di circa 200 persone che si muoveva nascondendosi tra gli alberi, lungo la barriera del filo spinato - ha raccontato Richardson per spiegare la genesi della sua foto. Le donne, i bambini e le persone anziane camminavano davanti. Abbiamo giocato tutta la notte al gatto e al topo. Erano circa le tre del mattino quando ho scattato la foto e senza utilizzare il flash per evitare che la polizia si accorgesse quella gente. Scattai al chiarore della luna». Gli scatti vengono selezionati da una giuria internazionale che cambia ad ogni edizione, i cui membri vengono nominati dal direttore del WPP Lars Boering. La giuria si riunisce ad Amsterdam e votano con scrutinio segreto finché una foto non ottiene sei preferenze, aggiudicandosi così il premio.

Oltre al World Press Photo of the Year, la giuria consegna anche tre premi per ognuna delle nove categorie in cui si divide la mostra. Dopo i casi delle foto squalificate lo scorso anno, già da questa edizione il World Press Photo ha introdotto regole più stringenti per le didascalie e i ritocchi per cui, ad esempio, oltre al file jpeg delle foto i fotografi devono inviare anche le versioni in formato RAW degli scatti. Il vincitore per la foto dell’anno riceve un premio di 10mila euro, mentre i primi classificati in ogni categoria ne ricevono 1.500 euro. La cerimonia di premiazione si tiene ad aprile di ogni anno ad Amsterdam dove, dal 1955 ha sede la Fondazione no profit "World Press Photo". Ogni anno circa 4milioni di persone in tutto il mondo visitano la mostra. La Fondazione World Press Photo è stata fondata nel 1955 da un gruppo di fotografi olandesi che hanno messo in piedi una delle principali associazioni internazionali per lo sviluppo e la promozione del lavoro dei fotogiornalisti, con una serie di attività e iniziative internazionali.

I fondatori hanno dato via a un concorso annuale che dalla sua prima edizione è cresciuto costantemente fino a diventare il premio più prestigioso del fotogiornalismo e della narrazione fotografica, con oltre 80mila scatti inviati da fotoreporter professionisti di tutto il mondo. Libertà di informazione, di ricerca, di espressione sono oggi più importanti che mai, soprattutto nell'ambito del fotogiornalismo di qualità. L’obiettivo primario della fondazione è sostenere la fotografia professionale su scala internazionale, stimolare gli sviluppi del fotogiornalismo, incoraggiare il trasferimento delle conoscenze, favorire lo sviluppo di elevati standard professionali nel fotogiornalismo e promuovere uno scambio libero e senza restrizioni di informazioni. La questione siriana e la crisi dell’immigrazione in Europa sono stati il cuore dell’attualità internazionale dell’ultimo anno. Tra i fotografi selezionati dalla giuria internazionale di quest'anno ci sono anche due italiani: Francesco Zizola dell’agenzia fotografica Noor, con la serie “In the same boat” (secondo nella categoria “Contemporary Issues”) e Dario Mitidieri con il progetto “Lost family portraits” (terzo premio nella categoria “People”). Oltre ad ammirare le foto del WPP 2016, a Napoli i visitatori della mostra potranno partecipare a seminari, letture portfolio e convegni. Il 19 novembre la mostra ospita il fotografo di fama internazionale Francesco Zizola. Le sue fotografie sono apparse su riviste di tutto il mondo (The New York Times, Stern, Der Spiegel, El Mundo), ha collezionato dieci premi World Press Photo, quattro Picture of the Year International (POYi) e pubblicato sette libri. A Napoli è esposto il suo ultimo progetto “The same boat” (agosto 2015), commissionato da “Medici senza frontiere” e vincitore del secondo premio Contemporary Issues di World Press Photo 2016. Zizola ha documentato il passaggio dei rifugiati che attraversano lo Stretto nel Mediterraneo tra la Libia e l'Italia. Zizola, fondatore dell’agenzia Noor, dal 1980 documenta grandi conflitti e la loro crisi nascosta concentrandosi su questioni sociali e umanitarie. I suoi incarichi e progetti personali lo hanno portato in giro per il mondo, dandogli la possibilità di immortalare quell’umanità dimenticata e troppo spesso ignorata dai media mainstream.


 

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