La crisi della sinistra: addio alla Casa del popolo, diventerà un risto-pub

La crisi della sinistra: addio alla Casa del popolo, diventerà un risto-pub
Mercoledì 30 Gennaio 2019, 08:30
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LO SFRATTO
Pino Neri
Addio a un simbolo storico della sinistra nel polo delle grandi fabbriche. La Casa del Popolo è andata all'asta ed è stata acquistata da un immobiliarista di Casalnuovo. A meno di un anno dal pignoramento e a soli tre mesi e mezzo dall'avvio dell'asta giudiziaria la storica sede di Pomigliano è finita nelle mani di un privato. Diventerà un locale notturno, forse un ristopub. «Sicuramente un locale per la somministrazione di alimenti», riferiscono, sconfortati, alcuni militanti della sinistra cittadina.
L'ASTA
L'acquirente, un costruttore della vicina Casalnuovo, che da tempo aveva messo gli occhi sulla più che simbolica struttura politica sorta alla fine degli anni Settanta per volontà degli operai dell'Alfasud e del Partito Comunista, ha utilizzato tutta la scaltrezza che solitamente si usa nelle aste giudiziarie di un bene pignorato dalle banche per debiti (i debiti dei Ds, finiti sul groppone della Fondazione Gerardo Chiaromonte, ex proprietaria dell'immobile). Il costruttore ha atteso che le prime due battute dell'asta, quelle di ottobre e dicembre, andassero deserte. Obiettivo: far scendere al minimo possibile il prezzo di acquisto, che a giugno il tribunale di Nola aveva fissato in 125mila euro. E alla terza battuta, la settimana scorsa, l'imprenditore ha fatto sua la Casa del Popolo. Per ottenerla ha pagato pure un prezzo relativamente basso: 90mila euro per i duecento metri quadrati di storia nella roccaforte operaia della Fiat, la fabbrica che un tempo si chiamava Alfasud, il grande stabilimento automobilistico attiguo all'Alenia e all'Avio, alcuni dei più importanti impianti metalmeccanici del Mezzogiorno.
LA MOVIDA
La Casa del Popolo sta ora per chiudere. Per sfratto. «I legali ci hanno detto che il nuovo proprietario ci darà un po' di tempo per farci trovare un'altra sistemazione. Non ci manderanno via subito», hanno spiegato alcuni militanti. Duecento metri quadrati al piano rialzato di un palazzone del centro storico, accessibili attraverso una piccola scalinata che parte dalla strada. Un locale ormai da anni finito al centro di una delle più frenetiche movide notturne della provincia di Napoli. Via Felice Cavallotti, la strada in cui si trova la Casa del Popolo, nell'area di piazza Mercato, è uno spazio quasi esclusivamente brulicante di pub, ristoranti, birrerie. Migliaia i giovani che nel fine settimana si recano in questo perimetro by night da tutto l'hinterland a oriente di Napoli, e anche da Napoli città.
L'AFFARE
Il costruttore di Casalnuovo ha fatto un vero affare. Ovviamente, non si può dire lo stesso per i militanti della sinistra, che rischiano di ritrovarsi senza un tetto sotto il quale riunirsi. Ma dal canto suo Michele Caiazzo, leader storico della zona prima del Pci, poi del Pds, dei Ds e del Pd e ora senza tessera di partito, vuole lanciare un messaggio. «Le suppellettili e il tabellone della Casa del Popolo sono ancora nostri dice li installeremo nella nuova sede della sinistra». Parole di speranza.
Anche a Pomigliano però la sinistra è molto divisa. Alcuni militanti sono rimasti con Caiazzo e con i quattro esponenti del Pd in consiglio comunale. Altri stanno con il segretario cittadino, un renziano, l'avvocato Vincenzo Romano, che ha aperto la nuova sede del Pd nei pressi del municipio guidato dall'ottantenne sindaco Raffaele Russo, di Forza Italia, nemico giurato di Caiazzo. Russo è stato sindaco del Psi negli anni Ottanta, senatore nei primi Novanta, poi è ridiventato sindaco a partire dal 2010. A Pomigliano da nove anni di fila il centrosinistra non è più al timone, segno di una crisi forte e senza blocchi. E ora la sua Casa del Popolo è stata aggiudicata a un costruttore. Per farci un ristopub. È il segno dei tempi che cambiamo. È il segno di una storia che tramonta.
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