Alessandra Clemente candidata sindaco a Napoli: deleghe record e tanti flop

Alessandra Clemente candidata sindaco a Napoli: deleghe record e tanti flop
di Luigi Roano
Sabato 3 Aprile 2021, 11:00 - Ultimo agg. 4 Aprile, 10:30
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Leggerezza, leggiadria e presenzialismo, su questi tre pilastri ha costruito le regole che si è data per gestire il mestiere di super-assessora con dodici deleghe: si va da quelle al Patrimonio e ai Lavori pubblici per arrivare alla Polizia municipale, alla Sicurezza urbana e tanto altro. Alessandra Clemente, però dopo otto anni in giunta - e a sei mesi dalla fine della consiliatura - con queste armi non è che abbia lasciato una traccia indelebile nella vita della città e soprattutto dei napoletani. Che la conoscono bene perché passa da una tivvù all'altra, quindi su fb dove ha due profili e frequenta anche le radio. Poi quando è in Comune si dedica alle nomine, è stata promotrice di diversi professionisti nelle partecipate dell'Ente locale partenopeo come quella di Remo Minopoli. L'imprenditore del by-night che nessuno ancora ha capito cosa ci faccia alla Mostra. Per ora è stato salvato dal Covid, nel senso che non si sono potute organizzare appunto fiere ed eventi. La Mostra è per fortuna operativa come centro per le vaccinazioni. Tant'è, non è una passione - quella del presenzialismo - per la Clemente esplosa per la quarantena, lei è proprio così, seconda solo al sindaco de Magistris che nello sceglierla come erede avrà valutato anche questo aspetto del suo carattere.

La Clemente è titolare della delega al Patrimonio da un paio di anni. Eppure a gennaio ha svelato un segreto a milioni di telespettatori, quelli di Striscia la notizia. Quale? Per lei il patrimonio del Comune è tutto da scoprire. L'inviato del Tg satirico di Canale 5 Luca Abete è andato a Scampìa a visitare le cosiddette Case dei puffi dove dal terremoto del 1980 sono costrette a vivere in maniera indecente 250 famiglie.

Scenari da incubo. Abete chiama l'assessora al telefono e le chiede spiegazioni. La Clemente candidamente risponde: «Striscia, grazie per avermi voluto personalmente presentare questa criticità così significativa a cui dobbiamo dare una risposta». Insomma, la Clemente è come se fino a oggi avesse vissuto sulla luna e non avesse ancora in carico la delega al Patrimonio. È evidente che non è mai stata nelle Case dei Puff ed è grave, ma ancora più significativo che non abbia informazioni sullo stato di salute dell'edilizia pubblica residenziale. Allora Il Mattino svela l'arcano a beneficio anche della Clemente che volendo può trovare conferme nel bilancio che anche lei ha votato in giunta: 31mila sono gli alloggi comunali dei quartieri periferici e il Comune spende 60-70 euro all'anno per ciascuno di essi per la manutenzione ordinaria e straordinaria: complessivamente due milioni, una miseria. Sarebbe interessante avere delle risposte dalla Clemente sulla differenza di budget - 32 milioni - che pagava il Comune al gestore privato del patrimonio, e quella che viene erogata alla Napoli Servizi, 12 milioni. I 20 milioni di cui si è vantato de Magistris di risparmiare dove sono andati a finire? E i circa 18 di affitti che incassa da quella gente che vive nelle catapecchie come vengono spesi? Un tema serio perché se l'approccio a certe tematiche così delicato è questo si corre il rischio che anche in altri ambiti nevralgici della vita amministrativa ci si ammali di leggerezza.

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Una ferita che sanguina per decine di migliaia di automobilisti è quella delle multe ai varchi Ztl quando con un vero blitz il centro storico ha cambiato status e orari per il transito veicolare. De Magistris annunciò a dicembre che quelle multe sarebbero state annullate ma ciò non è mai accaduto. L'assessora alla Polizia municipale è finita nel mirino perché i caschi bianchi almeno per la prima settimana del cambio di regole dovevano farsi vedere ai varchi e spiegare ai napoletani di rientro dal mare come non prendere le multe. Per non parlare di murales e altarini dei clan: nella campagna del Mattino si è registrato il silenzio dell'assessore Clemente; solo dopo che il prefetto ha ordinato la rimozione di tutti i simboli della camorra la Clemente si è svegliata. Un ravvedimento tardivo.

La Clemente, grazie alla sua particolare sensibilità verso la Napoli notturna, ha ingaggiato una specie di battaglia con i titolari dei baretti. Il risultato è che sono proliferati i comitati di quartiere e le cause avverse al Comune perché non è riuscita a gestire la marea di giovani che dal giovedì notte - stiamo parlando dell'epoca pre-Covid - alla domenica notte si scatenavano da Chiaia al centro storico. Particolare non trascurabile è che la Clemente ha la delega ai giovani. 

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