«Allarme maremoto, noi sindaci soli: impossibile evacuare la costa»

Lo sfogo di Bonajuto, primo cittadino di Ercolano e vicepresidente nazionale dell'Anci: nella notte l'allerta, solo qualche vigile e dipendenti reperibili

Ciro Bonajuto
Ciro Bonajuto
Lunedì 6 Febbraio 2023, 14:52 - Ultimo agg. 14:54
3 Minuti di Lettura

«I sindaci lasciati soli e senza strumenti. Il Governo intervenga. Quanto accaduto stanotte è l’ennesima dimostrazione della necessità di investire sulla Protezione civile locale. Al momento ci troviamo in solitudine, costretti a fare e assumere le nostre decisioni da soli». Lo dichiara Ciro Buonajuto, sindaco di Ercolano e vicepresidente nazionale dell’Anci, dopo una sveglia all'alba convulsa. Con l'incubo che la strage tra Siria e Turchia potesse travolgere anche l'Italia, ma senza una linea di azione unica ed efficace. Difatti, a Ischia e Portici oggi sono rimaste chiuse le scuole a seguito dell'allarme. E non altrove. 

«Lasciati soli, senza strumenti e con il peso della responsabilità di dover evacuare decine di migliaia di persone che vivono lungo la fascia di costa in piena notte.

Fortunatamente l’allerta rossa per rischio maremoto è rientrata, ma ancora una volta i primi cittadini sono stati abbandonati al loro destino», rimarca il primo cittadino. «La realtà dei fatti dimostra che c’è ancora tanto lavoro da fare». Questa la sua ricostruzione. Nella notte, alle 3.15, quando la Protezione civile ha diramato l’allerta rossa per evacuare la popolazione a ridosso della fascia di costa, così come previsto dai protocolli in caso di maremoto, «noi sindaci potevamo contare solo sui dipendenti comunali reperibili e qualche agente di Polizia locale. Con questi strumenti avremmo dovuto obbligare i cittadini a lasciare le proprie abitazioni in piena notte?», afferma l'amministratore che è anche portavoce nazionale di Italia Viva.

«Abbiamo consapevolezza che con un’allerta rossa maremoto dobbiamo attivare il protocollo di emergenza dei nostri piani comunali di érotezione civile e il centro operativo comunale per affrontare il coordinamento dei soccorsi. Mi chiedo però che senso ha lasciare ancora ai sindaci la responsabilità di allertare la popolazione in poche ore, se oggi con le nuove tecnologie è possibile inviare un messaggio diretto a tutti i cittadini interessati in una specifica area a rischio con il sistema nazionale di allarme pubblico immediato». Conclude: «Quanto accaduto è la dimostrazione lampante che così non va e che dobbiamo cambiare investendo sui servizi territoriali di Protezione civile. Dobbiamo investire sulla informazione affinché i cittadini siano preparati e sappiano cosa fare in caso di emergenza ed è giusto che i sindaci siano i responsabili sul territorio per la preparazione alle emergenze, ma allo stesso tempo abbiamo bisogno di innovare i sistemi di allertamento e potenziare mezzi e uomini con un fondo nazionale dedicato di protezione civile per mettere in atto i protocolli di emergenza ed evacuazione».

© RIPRODUZIONE RISERVATA