«La Regione come Napoli serve un'alleanza Pd-M5S»

Sarracino: rinvio dei congressi campani inevitabili

L'elezione di Gaetano Manfredi
L'elezione di Gaetano Manfredi
di Adolfo Pappalardo
Martedì 31 Gennaio 2023, 09:32 - Ultimo agg. 24 Febbraio, 12:46
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«Complicato svolgere contemporaneamente tutti i congressi. Si poteva anche immaginare...», spiega Marco Sarracino, deputato democrat e segretario uscente della Federazione di Napoli.

Anzitutto c'è il voto nazionale: perché sostiene Elly Schlein?
«Il Pd proviene a livello nazionale da una grave sconfitta e oggi c'è da compiere una vera rivoluzione. Sostengo Elly Schlein perché ha la giusta credibilità per costruire una forza politica che conosca la realtà, le sue sofferenze e al tempo stesso può promuovere un nuovo gruppo dirigente che possa garantire il rinnovamento di cui il partito ha bisogno».

Che Pd serve?
«Un partito di combattimento, una forza politica che sappia rappresentare i lavoratori, che lotti per una società più giusta e che organizzi il fronte delle opposizioni partendo da alcuni punti per noi irrinunciabili: salario minimo visto il numero dei giovani che guadagna meno di 800 euro al mese, un no netto all'autonomia differenziata che non fa che aumentare il divario tra Nord e Sud e la tutela del mondo della scuola.

Se Valditara parla di gabbie salariali, noi crediamo che gli insegnanti vadano pagati di più».

In Campania intanto si assiste a uno scontro tra gruppi dirigenti, a cominciare da quello di De Luca, che sostengono Bonaccini contro molti militanti invece con la Schlein. Condivide?
«Credo si stia sottovalutando la voglia di cambiamento che c'è tra gli elettori di centrosinistra. Vedo le sale che Elly riempie in tutta Italia e vedo persone che non conoscevo: c'è una nuova partecipazione. E credo che anche a Napoli il risultato del congresso stupirà parecchio».

A Napoli e in Campania però sembra tutto immobile: con i gruppi dirigenti che convoleranno su un solo nome, scelto da De Luca, per la segreteria regionale.
«Partiamo dal fatto che vi sarà prima il voto dei circoli sulle mozioni nazionali: poi parleremo di chi dovrà guidare il partito regionale. Ma solo se la soluzione unitaria possa dare una svolta al Pd della Campania e non continuare una stagione che dal punto di vista della gestione del partito regionale non è stata positiva. Tanto è vero che siamo stati commissariati».

Che partito lascia?
«Quando sono stato eletto la scelta era tra cambiare il Pd o vincere le elezioni a Napoli. La priorità è stata ovviamente la seconda e abbiamo vinto tutto: suppletive, amministrative, regionali e comune di Napoli in meno di tre anni. Ma ci ricordiamo cosa era il Pd a Napoli prima? Ricordiamo il caso delle primarie, delle firme false e delle liste che saltavano perché sbagliate? Tutto questo negli ultimi anni non si è mai più verificato. Anzi. Lascio un partito decisamente più forte e più solido di come l'ho trovato. E il prossimo segretario non dovrà vivere con l'assillo di dover vincere ma con l'ossessione di doverlo cambiare».

Per ora il dibattito s'infiamma sul terzo mandato di De Luca.
«Non mi appassiona affatto questa discussione. Per me la prima cosa su cui discutere è se replicare o meno l'alleanza che governa il comune di Napoli. E io sono del parere che vada replicata».

Non ce la fa da solo il centrosinistra alle prossime regionali?
«Ogni volta che il Pd ha pensato di essere autosufficiente ha finito per essere arrogante e perdere poi le elezioni. A Napoli siamo usciti dall'isolamento politico perché abbiamo garantito pari dignità ai nostri alleati e chiesto il voto in maniere umile ai nostri elettori. Siamo cambiati, non buttiamo all'aria tutto con questi congressi».

Che slittano a metà marzo: l'ennesima brutta figura del Pd campano?
«Aver pensato la contemporaneità dei congressi di circolo, del provinciale, regionale e nazionale è stata una follia. Solo chi non conosce la complessità di un'organizzazione come quella del Pd poteva pensare una cosa del genere: oggi siamo invece nelle condizioni di costruire un percorso ordinato e credo non si potesse giungere a un nome migliore come quello di Gino Cimmino per condurre la commissione e lo svolgimento del congresso di Napoli».
Mancuso si è dimesso: quando avremo il nuovo assessore all'Ambiente?
«Spero il prima possibile e mi adopererò in tal senso. Occorre continuare il lavoro di Mancuso e la città non può aspettare il congresso del Pd».
 

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