Anm Napoli, patrimonio svalutato di 25 milioni: «Occorrono cinque anni per risanare i conti»

Anm Napoli, patrimonio svalutato di 25 milioni: «Occorrono cinque anni per risanare i conti»
di Pierluigi Frattasi
Venerdì 15 Febbraio 2019, 12:00
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Nuove perizie del Tribunale, stangata sull'Anm il cui patrimonio aziendale (bus, filobus, tram e depositi) viene svalutato per 25 milioni di euro rispetto ai valori stimati nella proposta del piano di concordato preventivo. Nel frattempo i debitori dell'azienda non hanno riconosciuto finora 10 milioni di crediti vantati da Anm e inseriti nel piano. Numeri che emergono dalla relazione dei commissari giudiziali Francesco Sciaudone e Massimo Di Pietro, nominati dal Tribunale Fallimentare, indirizzata ai creditori dell'azienda dei trasporti. Il documento di oltre 100 pagine, depositato lunedì, sarà illustrato nell'adunanza dei creditori del 28 marzo prossimo e servirà a fornire tutti gli elementi per poter votare l'approvazione del piano.
 
Sono più di mille coloro che vantano crediti dell'Anm e ci sono volute due settimane per raggiungerli tutti tramite pec. Per i commissari, «assumendo quale punto di partenza i dati proiettati dall'advisor, non si scorgono flussi reddituali positivi di ampia portata. Tuttavia, il vantaggio della prosecuzione dell'attività aziendale potrebbe risiedere in una auspicabile exit strategy atraumatica». Nonostante qualche ritocco sui numeri, comunque, il piano consente di risanare l'Anm, soddisfacendo i creditori nel giro di 5 anni. Ed è più vantaggioso del crac.

I commissari, poi, sollecitano l'amministratore unico Nicola Pascale «a riesaminare tutte le vicende oggetto di responsabilità, anche in ragione del rischio della prescrizione dei comportamenti più risalenti». In pratica, a valutare la possibilità di azioni risarcitorie nei confronti degli ex amministratori dell'Anm e dello stesso Comune di Napoli, che attraverso la NapoliHolding, esercitava il controllo analogo. Nel mirino, i manager Anm «in carica fino a novembre 2014», chiamati a chiarire i motivi del mancato avvio tempestivo del risanamento e della riduzione dei costi del personale, nonché sulle criticità del ramo sosta.

Tra le maggiori novità della relazione, c'è la revisione del valore del patrimonio attivo di Anm, che dai 180 milioni inseriti nel piano scende a 155 milioni di euro. Questo l'esito delle nuove perizie fatte da 3 esperti nominati a gennaio dal Tribunale (l'architetto Daniela Dolcetti, l'ingegner Flavio Lo Tito e il geometra Pasquale Nocerino).

Per i depositi da dismettere, il valore dell'officina bus di via Ferraris passa da 4,7 a 3,9 milioni, il palazzo di via Ponte dei Francesi, affittato ad Asìa, da 5,6 a 3,7 milioni, perché occupato. Il valore di bus, filobus e tram scende da 13,7 a 6,7 milioni. I mezzi, secondo il piano, saranno «dismessi a fine 2019». Potrebbero passare a nuovo gestore in caso di messa a gara del servizio.

Le verifiche, quindi, portano a rivedere anche i flussi di cassa al termine del piano che passano da 110 a 85 milioni. Tra gli altri rilievi, le linee bus per la provincia di Napoli, che dovevano essere dismesse a dicembre 2018, invece, sono ancora attive e proseguiranno fino a dicembre 2019.
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