Armena, arriva il nuovo manager: è la moglie del consigliere dei Verdi

Armena, arriva il nuovo manager: è la moglie del consigliere dei Verdi
di Luigi Roano
Domenica 2 Giugno 2019, 09:00
3 Minuti di Lettura
Il caso nomine scuote dalle fondamenta l'universo arancione e quello dei suoi alleati in questo caso Sinistra e Verdi. L'ultima nomina è un vero capolavoro. I Verdi incassano l'amministratore unico di Armena, azienda della Città metropolitana, con Roberta Cibelli. Il punto è che il designato era Raffaele Caiazza - consigliere comunale a Melito dei Verdi - in quanto consigliere comunale incompatibile con il ruolo di amministratore di un'azienda pubblica. La soluzione trovata per aggirare l'ostacolo è stata quella di nominare la moglie, appunto la Cibelli. Giusto? Sbagliato? Di sicuro inopportuno. Fermo restando che la Cibelli sarà di certo un manager preparatissimo, la nomina ha il sapore acre e stantio del familismo amorale. La nomina sarà ufficializzata domani.
 
Come dire che tutto resta nella famiglia allargata alla politica, in questo caso quella dei Verdi. Una storia non bellissima che scoppia in Consiglio comunale quando Sinistra in Comune ha minacciato di non votare il bilancio per divergenze «politiche» con il sindaco Luigi de Magistris, che materialmente ha dato il via libera alla nomina della Cibelli. Tutto questo ha innescato un meccanismo a catena. Perché l'ex manager di Armena è Fabio Matteo, un iscritto a demA e che ieri ha partecipato anche all'assemblea del movimento che fa capo al sindaco, vicinissimo - tuttavia - a pezzi di Sinistra in Comune. Matteo non è rimasto disoccupato, per lui in Città metropolitana è pronto il posto di vicecapo di gabinetto, una figura che sarà istituita appositamente. La curiosità sta però nel fatto che il capo di gabinetto è Pietro Rinaldi, la cui storia è legata a doppio filo con quella di Caiazza e la Cibelli. Anche Rinaldi è stato ricollocato nella ex Provincia ormai una vera e propria camera di compensazione per gli scontenti del Comune.

Rinaldi è un ex consigliere comunale eletto nelle liste di Sinistra in Comune, passato poi nel gruppo demA, di diretta emanazione del sindaco. Sinistra in Comune è stata cannibalizzata dagli arancioni perché anche l'assessore allo Sport Ciro Borriello era con Sinistra in Comune e poi è passato in demA. Cosa c'entra Rinaldi? Il doppio scippo dell'alleato ha fatto scoppiare la crisi. Sinistra in Comune voleva un ruolo di governo o di maggiore visibilità che il sindaco non ha potuto dare. Allora al rivoluzionario Rinaldi, un avvocato, è stato chiesto di dimettersi dal Consiglio comunale. Sembra una bizzarria invece è pure calcolo politico. Il primo dei non eletti con Sinistra in Comune è infatti Rosaria Galiero, con Rinaldi fuori a entrare in Consiglio comunale è entrata proprio la Galiero che così ha riportato a quattro il numero degli eletti del popolo in quota sinistra. E fatto salire in maniera considerevole il peso di quel gruppo dentro la maggioranza che sostiene il sindaco. Rinaldi, dopo essere stato per qualche settimana in stand by, è stato recuperato e piazzato nel ruolo di capo di gabinetto alla Città metropolitana. Uno stipendio ben più remunerativo di quello da consigliere comunale. Da quella poltrona è scattato il soccorso rosso con la creazione della nuova figura, quella di vicecapo di gabinetto.
© RIPRODUZIONE RISERVATA