Arzano, lascia Esposito, sindaco Dema: «Niente condizioni per governare»

Arzano, lascia Esposito, sindaco Dema: «Niente condizioni per governare»
di Domenico Maglione
Giovedì 22 Novembre 2018, 09:47 - Ultimo agg. 10:10
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Colpo a sorpresa: dopo una notte burrascosa e una giornata fibrillante, di tira e molla, il sindaco di Arzano Fiorella Esposito spiazza tutti e conferma le dimissioni presentate lo scorso 2 novembre. Anche se ha teoricamente fino alle 12 di oggi per un eventuale ripensamento, ormai i giochi sembrano veramente fatti. Ad Arzano arriverà così nuovamente il commissario per gestire il comune fino alle prossime elezioni che si terranno probabilmente il 26 maggio, in concomitanza con il voto per il rinnovo del parlamento europeo. 

Con profondo senso di responsabilità ho verificato ogni possibilità di ricomposizione della maggioranza senza nascondere le responsabilità politiche, ma oggi prendo atto che non ci sono le condizioni per governare e, dunque, restituisco ai cittadini la possibilità di scegliere«, scrive l’ormai ex sindaco Fiorella Esposito in un manifesto affisso per la città. «Dopo 509 giorni di intenso lavoro, in un contesto reso ingovernabile dalle precedenti gestioni, senza personale, senza risorse, in condizioni di degrado, arretratezza, povertà inaccettabili, le posizioni di quattro consiglieri, usciti dalle liste in cui sono stati eletti e che non si presentano in consiglio comunale, pur partecipando al governo con un assessorato importantissimo ed il 50 per cento delle presidenze delle commissioni consiliari, appaiono veramente incomprensibili», sottolinea il primo cittadino. 
 
Eppure appena dodici ore prima sembrava tutto risolto, con la crisi ormai definitivamente alle spalle. A darne notizia erano stati addirittura i partiti della coalizione che hanno consentito l’elezione del sindaco (Abc, DemA, Arzano in Comune e Uniti con Fiorella) con un comunicato in cui annunciavano rinnovata e incondizionata fiducia alla Esposito. «Le poltrone non ci interessano, abbiamo a cuore il progetto di rinascita della città. Lo facciamo perché siamo certi che il sindaco saprà ricostruire le condizioni e gli equilibri necessari a portare avanti la sua e la nostra azione». Poi improvvisamente, durante la notte, gli scenari cambiano. Qualcuno si accorge, a quanto pare, che all’interno della maggioranza non tutti agiscono con chiarezza d’intenti. La paventata riorganizzazione totale della macchina politica, istituzionale e governativa che doveva concretizzarsi con l’azzeramento della giunta, delle commissioni e di ogni altro incarico di sottogoverno oltre che con le dimissioni del presidente del consiglio comunale, alla fine si inceppa irrimediabilmente scatenando la ferma reazione del sindaco che decide così di non tornare più indietro. Inutile, a questo punto, ogni manifestazione di fiducia da parte della squadra di governo che pure ritiene le dimissioni «un’autentica iattura che aprono uno scenario cupo e imprevedibile con l’arrivo di un commissario in una città già martoriata da anni di malgoverno». 

«È una esperienza politica nata male e finita peggio – dice Mimmo Rubio, già consigliere comunale e candidato a sindaco per il centrodestra – Anche nell’ultimo giorno utile i gruppi politici hanno giocato sporco tra loro in una guerra sotterranea con tanti complici insospettabili per fregare l’alleato politico scomodo (demA) del cartello elettorale, per attaccamento esclusivo alla poltrona, per nascondere alla città le reali ma non lineari intenzioni, per consegnare definitivamente il territorio in mano ai gruppi di potere, politici ed imprenditoriali, che l’hanno già distrutta nel passato». L’opposizione ovviamente non risparmia critiche. Gennaro De Mare, leader della coalizione di minoranza e candidato a sindaco di una coalizione a guida Pd non eletto al ballottaggio contro Fiorella Esposito spara a zero: «Non ci sono assolutamente le condizioni per andare avanti: se avessimo avuto la sensazione di dare un contributo, ovviamente esterno e per il bene della collettività, non ci saremmo tirati indietro anche dai banchi dell’opposizione. Purtroppo, è mancato il dialogo fin dall’inizio e quella chiarezza e lealtà che sono il sale della democrazia e di una sana attività politica». 
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