AstraZeneca, De Luca fa dietrofront ma accusa Figliuolo. La replica del generale: «Restiamo uniti»

AstraZeneca, De Luca fa dietrofront ma accusa Figliuolo. La replica del generale: «Restiamo uniti»
di Adolfo Pappalardo
Mercoledì 16 Giugno 2021, 07:05 - Ultimo agg. 11:02
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Alla fine il governatore si arrende e si allinea all'ordine di scuderia del ministero della Salute. Ed è un dietrofront. E, quindi, sì al mix di vaccini agli under 60. Così come accade nelle altre regioni che si sono subito adeguate, senza polemiche, alle linee dettate dal ministero retto da Speranza. Naturale, però, che Vincenzo De Luca non rinunci alle sciabolate: «Continua il caos comunicativo». E se la prende con le funzioni anti-Covid divise tra il ministero e il commissariato per l'emergenza.

L'attacco da palazzo Santa Lucia è iniziato domenica pomeriggio. Prima il governatore, poi dopo qualche ora, una lettera di chiarimento spedita al ministero della Salute dall'Unità regionale di crisi. Una missiva in cui si chiedevano chiarimenti sul mix di vaccini per gli under 60 e si citavano due studi che portavano a conclusioni opposte. «Non è una decisione politica, occorre adeguarsi», aveva ribattuto lunedì pomeriggio il ministro Stefano Speranza a chi gli chiedeva di De Luca.

E così è avvenuto ieri con la risposta arrivata da Roma a palazzo Santa Lucia.

«I dati attualmente disponibili, derivanti in particolare da due studi clinici condotti rispettivamente in Spagna e in Inghilterra, citati nella vostra nota, forniscono informazioni rassicuranti», scrive il ministero rispondendo alla lettera di chiarimenti. E, nero su bianco, ne «consegue l'opportunità di utilizzare un regime eterologo al fine di evitare le pur rare reazioni avverse indesiderate riportate in giovani vaccinati con Vaxzevria. La possibilità poi che venga rafforzata la risposta immune indotta dai vaccini, rappresenta un ulteriore elemento a favore dell'adozione di un ciclo vaccinale misto, come già avviene in altri grandi Paesi europei e come proposto da Aifa che ha attivamente partecipato ai lavori del Cts». Insomma nessun problema al mix di vaccini. 

«Prendiamo atto del pronunciamento e della conseguente assunzione di responsabilità del Ministero della Salute. Pertanto - spiega ieri mattina il governatore De Luca - la campagna vaccinale in Campania si svolgerà secondo le seguenti modalità: ai nuovi vaccinati non sarà somministrato Astrazeneca al di sotto dei 60 anni; rispetto al vaccino Johnson&Johnson la posizione del Ministero non è definita in modo chiaro e vincolante, pertanto tale vaccino non sarà somministrato sotto i 60 anni; prosegue la vaccinazione di massa con Pfizer e Moderna; a chi ha fatto la prima dose di Astrazeneca si dovrà somministrare la seconda dose Astrazeneca solo sopra i 60 anni; sotto i 60 anni si dovrà fare il richiamo solo con vaccini Pfizer o Moderna». Non chiarito, invece, il dubbio su un eventuale terza dose in autunno come chiedeva la Campania: «Nel merito della risposta ministeriale osserviamo che non è detto in modo esplicito cosa si fa in caso di terza dose per chi ha ricevuto due vaccini diversi». Ma se ne parlerà poi nelle prossime settimane, dopo l'estate.

Insomma per ora il caso sembra chiuso. O almeno per il momento perché l'ex sindaco di Salerno mette già le mani avanti e chiede maggiori dosi di vaccino per questa regione. «Dovendo vaccinare la popolazione più giovane d'Italia, la Campania richiede per l'ennesima volta, e sollecita, - continua - la fornitura aggiuntiva di vaccini Pfizer e Moderna, anche in relazione alla popolazione studentesca da vaccinare. Su questa base, ci si dovrà impegnare a completare quanto prima possibile la campagna di vaccinazione e immunizzazione di tutta la nostra popolazione, anche a fronte del diffondersi di nuove varianti Covid».

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Attenzione però perché De Luca torna, anche ieri, sullo stesso punto come fa da giorni. E, in particolare, se la prende con il commissario Figliuolo. «Ci auguriamo che le vicende degli ultimi giorni convincano tutti della necessità di porre fine al caos comunicativo e informativo sui vaccini. È indispensabile parlare con una voce sola. Cessino le comunicazioni quotidiane del commissario Covid, che - attacca De Luca - va ricondotto a una silenziosa funzione tecnico-logistica. E si affidi la comunicazione medico scientifica al solo ministero della Salute, nella persona del Direttore generale della prevenzione, così come avvenuto per la nostra richiesta di chiarimenti. E così come avviene in ogni paese civile». 

Ma da Roma, e in particolare dal commissariato per l'Emergenza, si preferisce come al solito tenere un profilo basso per non alimentare ulteriori polemiche con De Luca. «Questo è il momento di restare uniti, di stringerci. Stiamo uscendo da una pandemia, i dati sono confortanti ma la pandemia c'è ancora. Gli italiani non devono farsi frastornare ma devono continuare a vaccinarsi. Ancora ieri ci sono state 512 mila vaccinazioni nonostante le polemiche - spiega il commissario straordinario per l'emergenza, generale Francesco Paolo Figliuolo - le nuove disposizioni sono arrivate nella notte tra venerdì e sabato, con indicazioni molto tecniche, che hanno portato le Regioni ha chiedere chiarimenti». 

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