Autonomia, Carfagna contro Calderoli: superficiale, e la destra è incoerente

L'affondo dell'ex ministro: il tema richiede un po' più di attenzione

Carfagna alla presentazione del libro di Casini
Carfagna alla presentazione del libro di Casini
Sabato 28 Gennaio 2023, 19:01 - Ultimo agg. 19:03
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«Calderoli va avanti? Intanto si continua a cambiare bozza, di cambiamento in cambiamento forse siamo arrivati alla 3/4/5 bozza. Non sappiamo quale versione arriverà in consiglio dei ministri. Ho già avuto modo di giudicare l'atteggiamento del ministro Calderoli un po' superficiale su un tema che richiederebbe un po' più di attenzione e di rispetto perché parliamo di diritti dei cittadini, prestazioni da garantire, servizi da assicurare, in una situazione in cui ci sono diseguaglianze enormi. Non solo tra nord e sud ma anche tra aree interne e metropolitane». Lo ha sottolineato, a Napoli, Mara Carfagna in merito alla discussione sull'autonomia in preconsiglio dei ministri in programma martedì prossimo, come annunciato dal ministro Calderoli.

«Io sono assolutamente favorevole all'autonomia ma all'autonomia che rispetta il dettato costituzionale - ha spiegato la presidente di Azione a margine della presentazione del libro di Pier Ferdinando Casini - La costituzione è molto chiara quando prevede la facoltà per alcune regioni di chiedere una maggiore autonomia per determinate materie ma anche l'obbligo dello stato non solo di garantire ma anche di finanziare i lep e instituire un fondo di perequazione per i territori più svantaggiati.

Il finanziamento dei Lep è già avvenuto grazie al governo Draghi quando su mia proposta in legge di bilancio furono stanziati quasi 2 miliardi di euro per finanziare 3 livelli essenziali delle prestazioni: per gli asili nido, per il trasporto scolastico di studenti con disabilità e anche per gli assistenti sociali».

«Pensiamo - ha aggiunto l'ex ministro del Mezzogiorno - che questa destra venga meno ad un principio di coerenza corrono per attuare un titolo quinto che è stato approvatore 2001 con il loro voto contrario sia in parlamento che al referendum successivo. Un titolo quinto che anche ieri gli imprenditori hanno invitato la politica a rivedere nella parte in cui prevede di devolvere 23 materie. Noi pensiamo ad esempio che alcune materie come energie, le grandi reti di trasporto, il rapporti con l'unione europea, il commercio con l'estero è giusto che restino in capo allo Stato. Questa materia va affrontata non come una bandierina da piantare in campagna elettorale ma con attenzione e rispetto nei confronti di quelle comunità che rischierebbero di essere penalizzate».

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