Autonomia differenziata, in piazza i pensionati di Campania e Basilicata

Presidio domani alle 9,30 davanti alla sede della prefettura a Napoli

Roberto Calderoli
Roberto Calderoli
Lunedì 6 Febbraio 2023, 14:00 - Ultimo agg. 17:56
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Il presidio dei pensionati dello spi-cgil di Campania e Basilicata, si terrà domani in piazza del Plebiscito davanti alla sede della Prefettura, contro il disegno di legge di autonomia differenziata «che spacca il paese e penalizza il mezzogiorno».  

«L’autonomia differenziata spezza l’unità del paese, penalizza il mezzogiorno, danneggia milioni di cittadini e pensionati. Per tali ragioni, occorre una ferma opposizione non solo in parlamento, ma anche nel paese. Invitiamo a partecipare tutte le forze democratiche che hanno a cuore il destino del mezzogiorno e dei cittadini», affermano Franco Tavella e Nicola Ricci, segretari generali rispettivamente dello spi e della cgil Campania.

«Siamo di fronte ad una scelta pericolosa e scellerata che aumenterebbe le diseguaglianze e romperebbe la coesione nazionale. Il punto fondamentale su cui ruota il progetto di autonomia non è solo quello di trattenere le risorse nel proprio territorio in base al principio del differenziale fiscale, ma anche quello di gestire in autonomia l’istruzione, la sanità, i trasporti, andando a ledere i diritti universali delle persone e procurando una definitiva rottura all’unità del paese. È chiaro che Il mezzogiorno, che già sconta un grosso gap, si troverà in una situazione di ulteriore grave svantaggio e a farne le spese saranno i cittadini più fragili, come gli anziani, i lavoratori precari, i giovani», spiegano i segretari generali spi cgil Basilicata, Angelo Summa e spi cgil Campania, Franco Tavella.

«Sarà l’autonomia delle diseguaglianze e regioni piccole del sud, come la Basilicata, rischiano di perdere la propria connotazione.

Bisogna avviare una forte mobilitazione che coinvolga tutti e tutte a ogni livello affinché questa idea scellerata non diventi realtà. L’efficienza, il benessere, l’uguaglianza dei diritti fondamentali non possono essere beni limitati e la risposta a problematiche comuni a tutto il paese non può essere l’attribuzione di maggiore autonomia e maggiori risorse ad alcuni territori, lasciandone indietro altri. Sanità, prestazioni sociali, istruzione e formazione, lavoro e tutela dell’ambiente devono essere garantiti in tutte le regioni, attraverso una legislazione nazionale e con un’adeguata copertura finanziaria», dicono Summa e Tavella.

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 «In questo momento così difficile per milioni di lavoratori che vivono sulla propria pelle il dramma e gli effetti della crisi con il rischio di perdere l’occupazione e i tanti pensionati, costretti a vivere in una condizione di stenti con pensioni al minimo occorre evitare ulteriori lacerazioni e derive che frantumano l’unità del paese. Al contrario, il governo ascolti il lavoro e dia risposte per fronteggiare questa crisi economica che ha bisogno di interventi strutturali a difesa del lavoro, dei salari e delle pensioni. Serve una grande mobilitazione per rimettere al centro dell’iniziativa politica la questione del sud», conclude la nota di spi e cgil.

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