Autonomia differenziata, De Luca guida la fronda del Sud: «Così si spacca l'Italia»

La Campania guida la fronda con Puglia, Basilicata, Calabria, Lazio, Molise

Il governatore della Campania Vincenzo De Luca
Il governatore della Campania Vincenzo De Luca
di Adolfo Pappalardo
Giovedì 17 Novembre 2022, 07:00 - Ultimo agg. 18 Novembre, 07:40
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«Spacca in due il Paese». «È contro la Costituzione». Con questi due passaggi il governatore Vincenzo De Luca sintetizza, e carica, la battaglia che inizia contro l'autonomia differenziata. Da stamani quando la bozza della proposta di legge sarà sul tavolo della Conferenza delle Regioni con il ministro degli Affari Regionali Roberto Calderoli. Bozza già spedita ai governatori dallo stesso esponente leghista, giorni fa.

Non è una posizione solitaria per De Luca. «Abbiamo un'intesa raggiunta con Puglia, Basilicata, Calabria, Lazio, Molise, regioni del centro, ma credo che ci sia anche un dibattito aperto nel Nord del Paese: alla fine sono così clamorose le contraddizioni che le persone intellettualmente oneste non potranno che riconoscere la fondatezza della nostra posizione», aggiunge il governatore della Campania in una conferenza stampa in cui consegna le osservazioni protocollate alla commissione Affari Istituzionali dell'assise delle Regioni.

Sono un passaggio tecnico, appena tre pagine, per una battaglia che è tutta politica. Per questo tira in ballo il capo dell'esecutivo: «L'ipotesi Calderoli significa spezzare l'unità nazionale e condannare a morte il Sud. Mi auguro che il premier colga fino in fondo il pericolo mortale per l'unità nazionale e per il destino del Sud. Siccome - aggiunge De Luca - in queste settimane abbiamo sentito sempre parlare di Nazione e di interesse nazionale, vogliamo sperare, visto che è in discussione l'unità della Nazione, ci siano comportamenti conseguenti».

Per il governatore il testo non è da modificare ma «da ritirare perché non ci sono margini d'intervento». E illustra i quattro punti principali di dissenso. «C'è un esautoramento del Parlamento, della Conferenza delle Regioni e del ministero dell'Economia perché - illustra - l'ipotesi Calderoli prevede solo una consultazione, un parere della commissione parlamentare di cui il governo può non tenere conto. Tutto si riduce a un rapporto a due tra Presidente del Consiglio e Presidente della Regione. E il Mef ha 30 giorni per esprimere il suo parere, poi si va nel silenzio assenso su una materia così delicata». Uno svuotamento dei poteri del Parlamento per De Luca che subito dopo tocca il tasto più dolente. Quello dei Lep, anticipato l'altro giorno da Il Mattino. «Ci si dà un anno per definire i Lep, trascorso il quale si avanti comunque. È intollerabile che - attacca - si faccia una proposta di autonomia differenziata senza aver definito i livelli essenziali delle prestazioni: dobbiamo sapere prima quali sono le prestazioni da garantire in maniera equa a tutti». Un nodo che si lega al congelamento della spesa storica: «Quello per cui chi più ha avuto, continua ad avere, chi meno ha avuto, continua a perdere. Questo è intollerabile». Infine il pericolo che l'ex sindaco di Salerno denuncia da tempo: «Si ipotizza una autonomia delle regioni su personale scolastico, personale sanitario e personale previdenziale. Se qualche regione del Nord pensa di fare contratti regionali che si aggiungono a contratti nazionali, significa attivare un flusso di mobilità dal Sud al Nord per i medici e per i docenti, e sarebbe un disastro». Un tema che si lega ad un altro incubo: il gettito fiscale. «L'Iva che matura su un territorio regionale viene lasciata alla Regione in una percentuale da stabilire. Intollerabile».

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Resta da capire chi sarà con chi in questo scontro. A prescindere dai partiti. «Dai parlamentari di centrodestra del Sud non si è levata una voce critica sul ddl Calderoli. Vogliono difendere gli interessi del Sud? Bene ma non ho percepito niente». Ma De Luca ne ha pure per il suo schieramento: «Anche il centrosinistra non ha fatto niente. Abbiamo un vasto schieramento di latitanza politica, ma adesso abbiamo un'occasione per misurare le coerenze di tutti». Il livello si è già alzato tanto che, nel pomeriggio, il ministro Calderoli prova a smorzare: «Ringrazio dell'interesse manifestato da parte del governatore De Luca ma la mia è una proposta che, non essendo mai stata presentata da nessuna parte, non si vede come possa essere ritirata». «È un aiuto amichevole al ministro. Un modo per non fargli perdere tempo a vuoto», sarà la controreplica sarcastica di De Luca in serata. 

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