Non c’è il documento unitario del Consiglio comunale contro l’Autonomia differenziata. Ci ha provato a fare una mediazione il sindaco Gaetano Manfredi con un appello al centrodestra: «Questa - dice l’ex rettore - non è una guerra sud contro nord, ma un confronto tra chi ha la visione di un Paese unito ed equo rispetto a chi invece crede nella divisione e nella difesa degli interessi di parte».
Dai banchi del centrodestra Fdi e Fi però non hanno raccolto e hanno abbandonato l’Aula all’atto del voto della mozione proposta dalla maggioranza. A dire il vero anche dalle parti del centrosinistra non tutti erano d’accordo sulla mediazione, Sergio D’Angelo della sinistra lo ha detti a chiare lettere. «Non ci possono essere mediazioni perché sono due visioni del Paese completamente diverse». Per non parlare di Aniello Esposito (Pd): «Il ministro Calderoli - dice - è vomito non voglio mantenermi sul tecnico, voglio andare sul pragmatico come è mia consuetudine: già la presentazione di questa autonomia differenziata da parte di chi ha vomitato addosso a tutto al Meridione la dice lunga».
In questa cornice prende corpo la mozione della maggioranza approvata all’unanimità, e con il voto delle opposizioni di centrosinistra del bassoliniano Toti Lange e Alessandra Clemente.
E ancora la sollecitazione «per definire i Lep - livelli essenziali di prestazioni - e gli altri strumenti perequativi e di eliminazione delle attuali disuguaglianze a partire dai criteri per il riparto del fondo sanitario nazionale». Un documento che si chiude con un appello a Manfredi «di interessare l’Anci perché i sindaci delle Città metropolitane siano ammessi al tavolo istituzionale».
Questione politica seria con Manfredi che sta lavorando - oltre che sull’Anci - a un tavolo o a un incontro con la premier Giorgia Meloni. «Stiamo ragionando su questo incontro - rivela Manfredi - e sto parlando con diversi ministri per portare avanti le istanze e i bisogni della nostra città. Credo che il rapporto istituzionale debba essere basato su principi di lealtà proprio per salvaguardare l’interesse dei cittadini indipendentemente dalle posizioni politiche che possono e devono essere differenziate, ma quando parliamo degli interessi e dei bisogni dei cittadini, la cooperazione istituzionale è fondamentale».
L’incontro potrebbe arrivare a stretto giro atteso che con la chiusura delle regionali in Lazio e Lombardia dove il centrodestra ha vinto a mani basse non ci dovrebbero essere più ostacoli politici all’incontro con Manfredi. Sindaco che non rinuncia al suo cavallo di battaglia: «Qualsiasi ragionamento di riforma dei poteri decentrati non può prescindere dal ruolo dei Comuni e delle aree metropolitane che sono le istituzioni di prossimità che garantiscono i servizi ai cittadini. Napoli ha un milione di abitanti, la Città metropolitana 3, assieme abbiamo una popolazione molto superiore a tante regioni che avrebbero l’Autonomia».
Toni forti in Consiglio dove Nino Simeone sbotta: «È in gioco il futuro del Paese e del meridione - dice - vorrei capire la politica che fa e perché i governatori Vincenzo De Luca e Michele Emiliano in televisione dicono una cosa e poi quando si vanno a leggere i verbali delle conferenze Stato-Regioni ne firmano un’altra». Ciro Borriello del M5S: «Calderoli è davvero imbarazzante. Io mi vergognerei a proporre questo disegno di legge. Significa che non sei italiano». Gennaro Acampora capogruppo del Pd punta sulla mobilitazione popolate: «Le ragioni per cui questo ddl è inaccettabile sono varie e complesse, ne cito solo alcune a titolo esemplificativo: il ridimensionamento del ruolo del Parlamento e delle altre istituzioni coinvolte, la determinazione dei Lep affidata ad un organismo politico e non tecnico, la disciplina sul residuo fiscale. Tutti coloro che hanno ruoli Istituzionali e che rappresentano i cittadini che potrebbero subire un danno da tale riforma hanno il dovere di mobilitarsi». Parola al capogruppo di Fi Iris Savastano di Fi: «Non credo che con i tanti problemi che ha Napoli, oggi ci fosse l’urgenza di trattare il tema della riforma sull’Autonomia che è ancora in una fase embrionale, non sono state ancora stabilite le iniziative e i criteri per la definizione dei Lep e dunque è una discussione che poteva essere rimandata, ma sicuramente trattata». La Savastano poi ricorda come «è un tema fondamentale su cui lavorare e che come Comune di Napoli dobbiamo essere assolutamente coinvolti. Del resto i parlamentari di Fi hanno presentato proposte e grazie al loro decisivo contributo non ci saranno cittadini di serie A e di serie B».