Autonomia, da Napoli arriva il no a Calderoli: «Con la riforma si divide il Paese»

Documento in Consiglio comunale. Manfredi: «Il testo dev’essere rivisto»

Il sindaco Gaetano Manfredi ieri in Consiglio
Il sindaco Gaetano Manfredi ieri in Consiglio
di Luigi Roano
Lunedì 13 Febbraio 2023, 23:50 - Ultimo agg. 15 Febbraio, 07:10
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Non c’è il documento unitario del Consiglio comunale contro l’Autonomia differenziata. Ci ha provato a fare una mediazione il sindaco Gaetano Manfredi con un appello al centrodestra: «Questa - dice l’ex rettore - non è una guerra sud contro nord, ma un confronto tra chi ha la visione di un Paese unito ed equo rispetto a chi invece crede nella divisione e nella difesa degli interessi di parte».

Dai banchi del centrodestra Fdi e Fi però non hanno raccolto e hanno abbandonato l’Aula all’atto del voto della mozione proposta dalla maggioranza. A dire il vero anche dalle parti del centrosinistra non tutti erano d’accordo sulla mediazione, Sergio D’Angelo della sinistra lo ha detti a chiare lettere. «Non ci possono essere mediazioni perché sono due visioni del Paese completamente diverse». Per non parlare di Aniello Esposito (Pd): «Il ministro Calderoli - dice - è vomito non voglio mantenermi sul tecnico, voglio andare sul pragmatico come è mia consuetudine: già la presentazione di questa autonomia differenziata da parte di chi ha vomitato addosso a tutto al Meridione la dice lunga». 

In questa cornice prende corpo la mozione della maggioranza approvata all’unanimità, e con il voto delle opposizioni di centrosinistra del bassoliniano Toti Lange e Alessandra Clemente.

Il documento impegna il sindaco e la giunta a farsi «parte attiva presso il Governo e il Parlamento, la Conferenza Stato-Regioni e l’Anci affinché sia ritirato il ddl sull’autonomia e parallelamente si riapra la discussione sul tema investendo anche il Capo dello Stato quale garante della Costituzione». Con la mozione si chiede anche di «sostenere la proposta di legge popolare per la modifica degli articoli 116 e 117 della Costituzione prevedendo una limitazione alle Regioni di poter richiedere nuove competenze, con l’introduzione di una clausola di supremazia a tutela dell’unità giuridica ed economica della Repubblica». 

E ancora la sollecitazione «per definire i Lep - livelli essenziali di prestazioni - e gli altri strumenti perequativi e di eliminazione delle attuali disuguaglianze a partire dai criteri per il riparto del fondo sanitario nazionale». Un documento che si chiude con un appello a Manfredi «di interessare l’Anci perché i sindaci delle Città metropolitane siano ammessi al tavolo istituzionale». 

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Questione politica seria con Manfredi che sta lavorando - oltre che sull’Anci - a un tavolo o a un incontro con la premier Giorgia Meloni. «Stiamo ragionando su questo incontro - rivela Manfredi - e sto parlando con diversi ministri per portare avanti le istanze e i bisogni della nostra città. Credo che il rapporto istituzionale debba essere basato su principi di lealtà proprio per salvaguardare l’interesse dei cittadini indipendentemente dalle posizioni politiche che possono e devono essere differenziate, ma quando parliamo degli interessi e dei bisogni dei cittadini, la cooperazione istituzionale è fondamentale».

L’incontro potrebbe arrivare a stretto giro atteso che con la chiusura delle regionali in Lazio e Lombardia dove il centrodestra ha vinto a mani basse non ci dovrebbero essere più ostacoli politici all’incontro con Manfredi. Sindaco che non rinuncia al suo cavallo di battaglia: «Qualsiasi ragionamento di riforma dei poteri decentrati non può prescindere dal ruolo dei Comuni e delle aree metropolitane che sono le istituzioni di prossimità che garantiscono i servizi ai cittadini. Napoli ha un milione di abitanti, la Città metropolitana 3, assieme abbiamo una popolazione molto superiore a tante regioni che avrebbero l’Autonomia». 

Toni forti in Consiglio dove Nino Simeone sbotta: «È in gioco il futuro del Paese e del meridione - dice - vorrei capire la politica che fa e perché i governatori Vincenzo De Luca e Michele Emiliano in televisione dicono una cosa e poi quando si vanno a leggere i verbali delle conferenze Stato-Regioni ne firmano un’altra». Ciro Borriello del M5S: «Calderoli è davvero imbarazzante. Io mi vergognerei a proporre questo disegno di legge. Significa che non sei italiano». Gennaro Acampora capogruppo del Pd punta sulla mobilitazione popolate: «Le ragioni per cui questo ddl è inaccettabile sono varie e complesse, ne cito solo alcune a titolo esemplificativo: il ridimensionamento del ruolo del Parlamento e delle altre istituzioni coinvolte, la determinazione dei Lep affidata ad un organismo politico e non tecnico, la disciplina sul residuo fiscale. Tutti coloro che hanno ruoli Istituzionali e che rappresentano i cittadini che potrebbero subire un danno da tale riforma hanno il dovere di mobilitarsi». Parola al capogruppo di Fi Iris Savastano di Fi: «Non credo che con i tanti problemi che ha Napoli, oggi ci fosse l’urgenza di trattare il tema della riforma sull’Autonomia che è ancora in una fase embrionale, non sono state ancora stabilite le iniziative e i criteri per la definizione dei Lep e dunque è una discussione che poteva essere rimandata, ma sicuramente trattata». La Savastano poi ricorda come «è un tema fondamentale su cui lavorare e che come Comune di Napoli dobbiamo essere assolutamente coinvolti. Del resto i parlamentari di Fi hanno presentato proposte e grazie al loro decisivo contributo non ci saranno cittadini di serie A e di serie B».

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