Autonomia regionale differenziata, Tuccillo (Anci Campania) scrive a Fico: «Rinviare la data del 15 febbraio»

Autonomia regionale differenziata, Tuccillo (Anci Campania) scrive a Fico: «Rinviare la data del 15 febbraio»
Giovedì 14 Febbraio 2019, 16:36
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Il presidente di Anci Campania, Domenico Tuccillo, ha inviato una lettera-appello al presidente della Camera Roberto Fico in cui richiede, tra l'altro, il rinvio della data del 15 febbraio e il ripristino di un percorso democratico in cui siano sentiti Comuni, Regioni e Parlamento. 
Ecco il testo della missiva:


Egregio Presidente,
mi rivolgo a Lei come rappresentante dei Comuni della Campania per esprimerle tutta la nostra preoccupazione per l’approssimarsi della data del 15 di febbraio in cui è prevista la firma dell’intesa tra il Governo e le Regioni interessate, per dare attuazione agli accordi relativi all’avvio dell’autonomia regionale differenziata. Tale decisione, che scaturisce da una pre-intesa siglata a pochi giorni dalla conclusione della scorsa legislatura, e quindi in una fase in cui il Governo restava in carica solo per gli affari correnti, tocca, con modalità che rischiano di essere irreversibili, principi fondamentali di convivenza della nostra comunità nazionale: creando condizioni di disparità tra i territori nella tutela dei diritti fondamentali di cittadinanza, nella uniformità dei livelli essenziali dei servizi, nella distribuzione delle risorse. In questo contesto, peraltro, i Comuni, sui quali da lungo tempo ormai si scaricano i pesi di tutte le politiche di restrizioni finanziarie assunte a livello centrale, finiscono per essere l’anello più debole della catena istituzionale, il punto in cui la strozzatura si stringe fino a diventare letale per la vita delle nostre comunità. Nessun fondo perequativo, che a tutt’oggi continua a gravare sulle spalle degli stessi Comuni, con esclusione di ogni impegno da parte della fiscalità generale, potrà mai compensare, in queste condizioni, la discriminazione resa possibile dalla mancata attuazione dei LEP (livelli essenziali delle prestazioni), che la Costituzione espressamente prescrive a garanzia dei territori meno ricchi e dei soggetti più deboli, ma ai quali non si è data mai attuazione e che adesso, con questa intesa, rischiano di essere definitivamente archiviati e calpestati. Una vicenda come questa, con ricadute sociali e civili incalcolabili, in particolare per il Mezzogiorno d’Italia, non può essere consumata senza che i termini dell’intesa vengano resi pubblici, senza una adeguata conoscenza e delibazione dei contenuti della stessa e, soprattutto, senza che il Parlamento eserciti, fino in fondo e a pieno, le sue prerogative. La Camera dei Deputati non può essere, in questo passaggio, solo il luogo della bocciatura o della ratifica sic et simpliciter di un accordo stabilito in altre sedi. Essa non può rinunciare ad essere l’Istituzione dove si esercita la discussione e si assumono con piena legittimità e responsabilità gli indirizzi e le scelte decisive per il futuro e, forse, per la sopravvivenza stessa della nostra comunità nazionale. Per queste ragioni mi permetto di rivolgermi a Lei, chiedendole di intervenire, come sommo garante delle prerogative della Camera dei Deputati, affinché si corregga il percorso così avventatamente e improvvidamente avviato, affinché ci sia un supplemento di indagine e di riflessione, affinché tutti gli attori istituzionali e sociali siano chiamati a valutare e ad esprimersi nel merito delle possibili intese. Le chiedo, Presidente, di adoperarsi in tutti i modi possibili affinché la data del 15 febbraio possa essere differita, affinché si evitino pericolosi salti nel buio e, nel contempo, venga ripristinato un limpido percorso decisionale e garantita una trasparente procedura legislativa e parlamentare, che non punti a sgretolare i principi e le regole della nostra suprema Carta, ma che si collochi senza esitazioni, pur nel perseguimento di legittime istanze riformatrici, dentro il solco sicuro della nostra ancora insuperata Costituzione repubblicana
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