Bagnoli, l'assessore Discepolo: «Servono capitali privati per il rilancio»

Bagnoli, l'assessore Discepolo: «Servono capitali privati per il rilancio»
di Luigi Roano
Mercoledì 2 Febbraio 2022, 11:22 - Ultimo agg. 3 Febbraio, 11:03
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Bruno Discepolo - assessore all'Urbanistica della Regione - l'Ente di Santa Lucia rientra nella partita dello sviluppo di Bagnoli: cosa è cambiato rispetto a gli ultimi anni?
«Non siamo mai stati assenti, abbiamo seguito con grande responsabilità l'evoluzione di una vicenda che da tempo aspetta una definizione. Abbiamo collaborato con la governance istituita dall'allora premier Matteo Renzi con lo sblocca Italia dove non si è riuscito a imprimere la svolta per l'ostracismo dell'Amministrazione comunale del tempo. C'è da dire anche che - come avviene quando ci sono commissariamenti - le aspettative in Italia sono sempre troppo grandi. C'è stata una fase in cui questa esperienza ha visto un rapporto tra Commissario, Comune e Invitalia, il soggetto attuatore, che non abbiamo mai condiviso perché ma siamo stati tenuti nella giusta considerazione».

E poi cosa è successo veniamo ai nostri giorni?
«Oggi c'è un quadro di riferimento diverso con il Commissario che è il sindaco della città Gaetano Manfredi.

Giusto che la competenza sia in capo alla città. Questo ripropone la collaborazione a tutti i livelli c'è un ascolto diverso rispetto al passato e questo fa immaginare una nuova fase per la ripresa di Bagnoli».

Tuttavia la Regione non aveva condiviso la scelta politica, ma nemmeno quella del Piano per Bagnoli il Praru - il Piano di rigenerazione urbana - cosa non convince la Regione?
«Tutto il procedimento crea criticità. Con una scelta di fondo che ha cristallizzato il piano nel Praru senza averne esperito coerenza e la praticabilità. Nella sostanza, c'è stato prima il progetto che ha irrigidito le regole in maniera eccessiva, senza però ascoltare i contributi di idee che potevano arrivare, è stato invertito il processo».

Veniamo al dunque quali sono le maggiori criticità rilevate dalla Regione nel Praru?
«Il futuri del Borgo di Coroglio, per noi è da salvare. Così come il Circolo Ilva, il destino di Città della Scienza e un riassetto della struttura del Piano».

Vale a dire?
«Il tema principale è il rapporto con il mare. Bagnoli è l'unico punto dove Napoli lo incontra. Approfondimenti che lo stesso Manfredi sta chiedendo. Per esempio: la bonifica immaginata assicura la balneabilità? Qual è la praticabilità della rimozione della colmata? E il porto turistico da realizzare come lo faremo? E soprattutto qual è la sostenibilità economica del Praru?».

Chiarimenti che in effetti Manfredi sta chiedendo a gran voce, un allarme - c'è da dire - lanciato dalla Regione in tempi non sospetti. È ancora preoccupato per la mancanza di fondi come il sindaco?
«Sono meno preoccupato dal non avere in cassaforte questa provvista economica, mi preoccupa di più che non vi è chiarezza sulla sostenibilità del progetto. Cioè il vizio legato a stagioni passate, quello di immaginare che a Bagnoli si fa tutto con le risorse del pubblico che sono ingentissime. Il tema più complessivo è: su quali punti di forza si determina la rinascita del sito? Servono per la gestione della nuova Bagnoli e il funzionamento del territorio risorse e capitali anche dei privati attraverso un partenariato. Basta pensare al Parco dove sono necessari attrattori. Se non ci si pone come possa funzionare, immaginando solo risorse pubbliche, si corre un grosso rischio. Per la ricostruzione del terremoto del 1980 abbiamo avuto le risorse per farla, ma abbiamo condannato interi quartieri alla marginalità perché non si è pensato al funzionamento del territorio. Si rischia l'effetto cattedrali nel deserto. È il grande tema delle infrastrutture».

Sia più chiaro
«Penso in particolare alla mobilità. Oggi si continua a ragionare con la metro a Bagnoli - parlo della Linea 6 - un altro scavo. È una ambizione che non possiamo riproporre in una prospettiva dei prossimi decenni. In ogni parte del mondo si usano sistemi diversi, leggeri e in superficie come i tram e i bus elettrici in sede protetta che si realizzano in tempi rapidissimi e con grande risparmio. Da interconnettere con le metropolitane già esistenti. In questo senso, la scelta dell'hub ai Campi Flegrei per la Linea 6 qualifica una nuova prospettiva e impronta per i trasporti».

Quali sono gli altri impegni della Regione?
«Il Piano paesaggistico e la nuova legge di governo del territorio. Questo è un anno decisivo non è più procrastinabile. Sul piano paesaggistico stiamo lavorando in grande collaborazione con il Mibac, il piano per legge va redatto assieme. Noi entro questo anno saremo pronti per adottarlo con il conforto del Ministero».

E sul Pnrr, a proposito di fondi pubblici, la Regione come si sta muovendo?
«È un appuntamento non rinviabile siamo tutti impegnati per l'utilizzo delle risorse del Pnrr. Stiamo lavorando per implementare i progetti sulla Rigenerazione urbana, sull' housing pubblico che consiste nell'offerta di alloggi e servizi abitativi a prezzi contenuti. C'è un bando da 300 milioni a Napoli ne sono destinati 60 con progetti che vanno dalla zona nord a quella orientale destinati a quei quartieri».

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