Era nell'aria e oggi sarà ufficiale. La governance di Bagnoli cambia: il commissario per la bonifica dell'area ex Italsider sarà il sindaco di Napoli. Chiunque esso sia e già lunedì - se uno dei candidati alla successione di Luigi de Magistris - dovesse vincere al primo turno si saprà pure il nome. È quanto trapela da fonti qualificate della maggioranza al termine della cabina di regia a Palazzo Chigi. Stop - dunque - a commissari nominati dalla politica e semaforo verde per il primo cittadino, un risarcimento per la città che si è vista sottrarre la potestà di un pezzo di territorio. Va detto che la legge su Bagnoli la volle l'allora premier Matteo Renzi sulla scorta di un dato storico incontrovertibile: 25 anni di immobilismo della classe dirigente locale. Purtroppo per Napoli il tentativo fatto da Renzi - che ha messo dentro centinaia di milioni per sbloccare Bagnoli - non ha funzionato, non ha dato i frutti sperati. Anzi a immobilismo si è accumulato altro immobilismo. Finisce così l'epoca di Francesco Floro Flores, nominato dall'allora ministra Barbara Lezzi in quota M5S. Va via senza lasciare nessun rimpianto Floro Flores che nei forzieri del commissariato conserva ancora 300 milioni, soldi non spesi, e questo fa intuire quanto la sua stagione sia stata avara di soddisfazioni. L'ormai ex commissario porta con sé una valigia piena di progetti irrealizzati, slide futuristiche che sembrano cartoni animati, di concreto a Bagnoli si è fatto poco o nulla. Chiarezza l'ha fatta la magistratura precisando che la bonifica va rifatta ex novo.
Il cambio di strategia l'ha fortemente voluto la ministra per il sud Mara Carfagna.
In questo contesto il prossimo sindaco di Napoli si dovrà adoperare per dare un senso a Bagnoli che da 30 anni è il simbolo della mala politica e dell'immobilismo. Avrà la possibilità il nuovo sindaco di gestire fondi e poteri molto ampi per rimettere in moto il processo di rigenerazione e bonifica dell'intera area. Va ricordato per dovere di cronaca che il sindaco de Magistris si è sempre battuto perché il commissario alla bonifica fosse lo stesso primo cittadino chiunque esso sia, perché senza la mediazione con il territorio che solo un sindaco può fare è impossibile procedere con i progetti.