Il giro romano di martedì del sindaco Gaetano Manfredi non lo ha visto protagonista solo del vertice con il premier Mario Draghi, l'ex rettore ha avuto anche un faccia a faccia con la ministra per il Sud e la Coesione territoriale Mara Carfagna, che gli ha annunciato l'ultimo e più succulento pezzo della rivoluzione Bagnoli. Ovvero una governance tutta affidata - nella sostanza - al sindaco-commissario, annuncio arrivato il 30 settembre da Draghi, dopo un confronto con la stessa ministra che ha spinto molto perché Bagnoli, con il supporto del Governo diventasse una faccenda più legata al territorio che alle smanie romane. Annuncio fatto quando le urne non erano ancora aperte. Manfredi ora ha l'opzione di potersi avvalere di altri «soggetti attuatori» sempre pubblici. Nella sostanza potrà estromettere dalla partita della costruzione della nuova Bagnoli Invitalia. È la stessa ministra in un breve comunicato a spiegare come stanno le cose e cosa può fare il sindaco. «A quasi trent'anni dalla cessazione - si legge nel testo - delle attività dell'Italsider e dall'inizio di un infinito processo di riqualificazione, la bonifica di Bagnoli cambia passo: il sindaco di Napoli assumerà il ruolo di Commissario, con una congrua struttura di supporto e la possibilità di accelerare le opere con una serie di semplificazioni normative, anche usando soggetti attuatori diversi da Invitalia. Ringrazio il presidente del Consiglio e tutti i colleghi per aver dato seguito alla richiesta di una radicale modifica delle procedure, con l'attribuzione di una responsabilità diretta, efficace e trasparente per restituire il sito alla città». Così la Carfagna commenta quella che è stata «la principale decisione legata alle sue competenze nell'ambito del Decreto Recovery appena varato dal Cdm».
Manfredi asso piglia tutto, questa la sostanza della vicenda: tiene per sè deleghe pesantissime da sindaco di Napoli, è sindaco della città metropolitana e ora è il dominus assoluto per il rilancio dell'area ex fabbrica del ferro. Cosa significa concretamente? Il sindaco-commissario può non avvalersi di Invitalia «per inadempienza» e se ritiene opportuno che i lavori forniti da «Invitalia possono essere svolti meglio da altri soggetti pubblici» e a stretto giro probabilmente anche privati. Questa la semplifcazione amministrativa modello «Ponte di Genova». Un ribaltone voluto fortemente dalla Carfagna che dal primo giorno di insediamento da ministra, ha messo mano alla questione Bagnoli. Lei che è stata per quattro anni consigliera comunale di Forza Italia all'opposizione dell'allora sindaco Luigi de Magistris e che conosce a fondo il fallimento della mancata trasformazione di Bagnoli.