Bagnoli, stop a Invitalia: pieni poteri al sindaco Manfredi

Bagnoli, stop a Invitalia: pieni poteri al sindaco Manfredi
di Luigi Roano
Giovedì 28 Ottobre 2021, 07:00 - Ultimo agg. 29 Ottobre, 07:24
4 Minuti di Lettura

Il giro romano di martedì del sindaco Gaetano Manfredi non lo ha visto protagonista solo del vertice con il premier Mario Draghi, l'ex rettore ha avuto anche un faccia a faccia con la ministra per il Sud e la Coesione territoriale Mara Carfagna, che gli ha annunciato l'ultimo e più succulento pezzo della rivoluzione Bagnoli. Ovvero una governance tutta affidata - nella sostanza - al sindaco-commissario, annuncio arrivato il 30 settembre da Draghi, dopo un confronto con la stessa ministra che ha spinto molto perché Bagnoli, con il supporto del Governo diventasse una faccenda più legata al territorio che alle smanie romane. Annuncio fatto quando le urne non erano ancora aperte. Manfredi ora ha l'opzione di potersi avvalere di altri «soggetti attuatori» sempre pubblici. Nella sostanza potrà estromettere dalla partita della costruzione della nuova Bagnoli Invitalia. È la stessa ministra in un breve comunicato a spiegare come stanno le cose e cosa può fare il sindaco. «A quasi trent'anni dalla cessazione - si legge nel testo - delle attività dell'Italsider e dall'inizio di un infinito processo di riqualificazione, la bonifica di Bagnoli cambia passo: il sindaco di Napoli assumerà il ruolo di Commissario, con una congrua struttura di supporto e la possibilità di accelerare le opere con una serie di semplificazioni normative, anche usando soggetti attuatori diversi da Invitalia. Ringrazio il presidente del Consiglio e tutti i colleghi per aver dato seguito alla richiesta di una radicale modifica delle procedure, con l'attribuzione di una responsabilità diretta, efficace e trasparente per restituire il sito alla città». Così la Carfagna commenta quella che è stata «la principale decisione legata alle sue competenze nell'ambito del Decreto Recovery appena varato dal Cdm». 

Video

Manfredi asso piglia tutto, questa la sostanza della vicenda: tiene per sè deleghe pesantissime da sindaco di Napoli, è sindaco della città metropolitana e ora è il dominus assoluto per il rilancio dell'area ex fabbrica del ferro. Cosa significa concretamente? Il sindaco-commissario può non avvalersi di Invitalia «per inadempienza» e se ritiene opportuno che i lavori forniti da «Invitalia possono essere svolti meglio da altri soggetti pubblici» e a stretto giro probabilmente anche privati. Questa la semplifcazione amministrativa modello «Ponte di Genova». Un ribaltone voluto fortemente dalla Carfagna che dal primo giorno di insediamento da ministra, ha messo mano alla questione Bagnoli. Lei che è stata per quattro anni consigliera comunale di Forza Italia all'opposizione dell'allora sindaco Luigi de Magistris e che conosce a fondo il fallimento della mancata trasformazione di Bagnoli.

Per capire bene la rivoluzione copernicana della Carfagna occorre - a questo punto - vedere fino a ieri quale era il ruolo dell'Agenzia nazionale per lo sviluppo e a cosa è ridotto da oggi. Invitalia, per esempio, ha, o aveva il compito di «Richiedere ed esaminare le proposte del Comune al fine di definire puntualmente la proposta di programma di risanamento ambientale e di rigenerazione urbana». Con il sindaco commissario per la bonifica e con pieni poteri decisionali questo passaggio di fatto non esiste più. Invitalia poteva «predisporre e trasmettere al Commissario straordinario la proposta di un piano economico finanziario relativo alla sostenibilità degli interventi», oppure «attuare il programma di risanamento ambientale e di rigenerazione urbana» e «operare come stazione appaltante, anche in qualità di Centrale di Committenza, per affidare i lavori di bonifica e di realizzazione delle infrastrutture». La Carfagna il dossier Bagnoli lo ha studiato a fondo e sa bene che la Regione è stato l'unico ente a non avere firmato il nuovo piano per Bagnoli targato Invitalia perché «privo di un piano di fattibilità economica». E ha sempre bacchettato Invitalia per l'alto tasso di «litigiosità» portato in cabina di regìa. Ora l'ente di Santa Lucia tornerà in partita e in piena sinergia istituzionale con il sindaco Manfredi. La partita la giocano Comune e Regione. Non più Roma. Molti oneri per Manfredi che nel decreto che lo fa commissario leggerà pure che il suo ruolo è a «titolo gratuito», anche se ha ottenuto quanto richiesto in termini di struttura. Ovvero 12 professionalità da attingere nelle pubbliche amministrazioni e per questo ha avuto un budget in via di definizione. Potrà attingere ancora una volta dal mondo dei saperi, cioè dall'università. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA