Bagnoli, per il parco fondi Ue a rischio: pressing sui privati

Bagnoli, per il parco fondi Ue a rischio: pressing sui privati
di Luigi Roano
Lunedì 15 Luglio 2019, 07:30
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La schiarita del dissequestro dei suoli dell'Autorità giudiziaria dell'area ex Italsider apre finalmente nuovi scenari per il risanamento ambientale, ora per la bonifica - a iniziare dalla rimozione della colmata a mare - davvero nessuno può più nascondersi.
 
Tenuto conto che ci sono ben 300 milioni a disposizione per avviare i cantieri. Tuttavia, restano ancora molti nodi da sciogliere per avere certezze sul futuro della nuova Bagnoli. Due in particolare: il concreto rischio di dovere restituire alla Ue i soldi tirati fuori per la Porta del Parco e il Parco dello sport, circa una sessantina di milioni. Sono due delle tre opere realizzate ma mai collaudate e quindi da un punto di vista tecnico sono cantieri non chiusi e fuori tempo massimo. E in seconda battuta il finanziamento della parte architettonica della nuova Bagnoli che dovrebbe essere pronta per il 2024, vale a dire meno di 5 anni. Serve più di un miliardo, soldi che secondo i piani dovrebbero mettere soprattutto i privati. Ma vista la freddezza con la quale sono andate deserte le aste per i suoli quella di ricorrere agli imprenditori, almeno nella situazione attuale, sembra una strada in salita.

Partiamo dal problema risolto. Il Turtle point affidato alla Stazione zoologica Anton Dohrn dal soggetto attuatore Invitalia appena la settimana scorsa è l'operazione che invece ha consentito di evitare lo smacco di dovere restituire alla Ue altri 18 milioni. Come si diceva - per uno scampato pericolo ne restano due che incombono: appunto la Porta del Parco e il Parco dello sport. Due opere mai collaudate e dunque impossibili da registrare da un punto di vista contabile. La sostanza è che se non si trova a chi affidare questi due siti, la Regione - ente dove materialmente passano i fondi che arrivano dall'Europa per essere smistati - dovrà restituirne ben 60 di milioni. Una corsa contro il tempo per evitare la perdita del finanziamento e anche una brutta figura. Invitalia è aperta a un affidamento ai privati ma nessuno per ora si fa avanti. Infatti a strettissimo giro ci sarà la pubblicazione del progetto di valorizzazione del sito. La Porta del Parco, definita all'epoca della sua costruzione «la più grande e moderna Spa d'Europa», addirittura è stata vandalizzata, molte modernissime attrezzature sciupate e semidistrutte. C'è da giurarci che in una Bagnoli rilanciata e bonificata, in una parola restituita ai bagnolesi e alla città, quel sito sarebbe un grande attrattore finanziario e turistico. Quanto al Parco dello Sport vale lo stesso discorso: ricoperto da sterpaglie fino a essere seminascosto, non è nemmeno stato omologato dal Coni. Vale a dire che lì non si possono svolgere gare agonistiche di nessun tipo. Anche qui si sta studiando un bando per la valorizzazione malgrado non manchino timidi interessamenti.

Visto che l'idea è quella di procedere contestualmente alla bonifica dei suoli e alla rigenerazione degli stessi, c'è la questione dei finanziamenti per la parte architettonica della nuova Bagnoli. Vale a dire come riempire di contenuti un piano che esiste sulla carta ma non c'è nemmeno un disegno da cui partire. È quello che si dice in gergo un concept da sviluppare. Questo anche il cuore della polemica che ha portato la Regione addirittura a bocciare l'intero Piano di rigenerazione urbana il cosiddetto Praru, tanto da non firmarlo nella conferenza dei servizi tenutasi alla fine del mese scorso proprio a Bagnoli, aprendo uno scontro con il governo e il ministro Barbara Lezzi. Cosa prevede il cronoprogramma? Un concorso internazionale di idee per il disegno dell'ex area Italsider. I primi di agosto si dovrebbe chiudere la gara di preselezione dei 20 studi di architettura specializzati nella progettazione e successivamente avviare la gara con cui sarà affidato il progetto definitivo ed esecutivo. Si conta di chiudere la vicenda entro fine anno ma i tempi sembrano abbastanza stretti. Chi disegnerà la nuova Bagnoli dovrà tenere conto del fatto che il materiale di risulta della colmata a mare - quello non inquinato - sarà recuperato e impiegato per modellare il parco verde. Il piano per Bagnoli prevede una spiaggia pubblica di due chilometri, un parco verde di 200 ettari, la riqualificazione del Borgo di Coroglio e un porto. A monte di tutto ciò attrezzature per il turismo e anche qualche albergo, a patto che non ostruisca la visuale del mare.
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