Bagnoli, l'ira di Manfredi: «Pochi fondi per le bonifiche, serve chiarezza dal governo»

Bagnoli, l'ira di Manfredi: «Pochi fondi per le bonifiche, serve chiarezza dal governo»
di Luigi Roano
Giovedì 27 Gennaio 2022, 10:00 - Ultimo agg. 16:49
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Nel giorno in cui sforna 14 nomine - due sub commissari, due superdirigenti e dieci funzionari per la struttura che dovrà dare forma alla nuova Bagnoli - il sindaco Gaetano Manfredi rilancia l'allarme sui finanziamenti. Per il progetto di rigenerazione urbana dell'area ex Italsider e soprattutto per le bonifiche, nota dolentissima, servirebbero 1,8 miliardi. Il buco rispetto alla cifra necessaria ammonta ad almeno un miliardo. Il nodo dei nodi da sciogliere è quello dei soldi altrimenti Bagnoli è destinata a restare la più grande incompiuta della storia del Paese. Manfredi così chiarisce: «Il mio obiettivo minimo è avere certezza delle cose da fare e dei soldi che servono, argomenti su cui non c'è chiarezza perché non c'è al momento tutta la copertura per la bonifica e dunque è necessario un ragionamento con Roma per capire come garantire la copertura». Si appella a Roma, al governo, alla ministra Mara Carfagna che è ben consapevole di quello che sta accadendo. È stata la prima a denunciare la mancanza di soldi. «Per la bonifica di Bagnoli manca un miliardo». Così la ministra per il Sud rispose a una interrogazione scritta di Carlo Sarro, deputato di Forza Italia. Era il 24 novembre dell'anno scorso, a più di due mesi di distanza non è cambiato il quadro finanziario per il rilancio di Bagnoli. «Ora che ci insedieremo anche con la struttura tecnica - spiega ancora il sindaco - faremo in modo di accelerare e di venire a capo di una situazione che si trascina da decenni e che rappresenta una grande opportunità per la città». Manfredi, che di mestiere fa l'ingegnere, il dossier Bagnoli ormai lo conosce a memoria e lo ha studiato a fondo, di qui l'allarme. «Bagnoli ha una sua complessità - conclude il sindaco - che riguarda sia le bonifiche a terra che a mare. È necessario fare chiarezza sulle scelte e sulle tecnologie da utilizzare ed è necessario definire con attenzione i cronoprogrammi perché il tempo non è una variabile indipendente». Sullo sfondo a pesare enormemente c'è la questione della rimozione della colmata a mare. La scommessa del piano di rilancio che è diventato una legge dello Stato passa per la rimozione del cosiddetto panettone pieno di veleni. Quindi c'è la grande incognita della destinazione dei materiali di risulta. Poi serve un'analisi sulla effettiva futura balneabilità delle acque. E definire il destino degli abitanti del Borgo Coroglio. Tra il sindaco e la Carfagna l'intesa è ottima, numerosi i dossier aperti con la titolare del dicastero del Sud e non riguardano solo Bagnoli. C'è anche, per esempio, l'Albergo dei Poveri. Ma in queste ore è Bagnoli al centro dei pensieri e il suo appello dovrebbe essere il prologo a un incontro con la ministra. Che si avrà solo dopo l'elezione del nuovo Presidente della Repubblica. Nel caso l'attuale premier Mario Draghi salisse al Quirinale lo scenario cambierebbe. Un tema che a Palazzo San Giacomo è molto sentito. Perché ritarderebbe - se Draghi lasciasse Palazzo Chigi - anche la firma sul salva Napoli che vale 1,3 miliardi. E Manfredi sa bene - essendo stato ministro - che ricominciare da capo il dialogo con un nuovo Governo è sempre molto complicato. 

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Il sindaco commissario di Bagnoli ha nominato due sub commissari. Come anticipato da Il Mattino, si tratta di Filippo De Rossi, ex rettore dell'Università del Sannio. Un suo fedelissimo al quale affiderà le chiavi della nuova Bagnoli. L'operativo sul campo è lui. E il notaio Dino Falconio, capolista della civica Manfredi sindaco alle ultime elezioni comunali e primo dei non eletti. Falconio, ricoprirà il ruolo amministrativo. Chi paga? È scritto nel decreto delle nomine: «Il Commissario, per lo svolgimento del proprio mandato, può altresì nominare, dal 2022 al 2025, non più di due subcommissari ai quali delegare attività e funzioni proprie e gli importi risultano fissati nel limite di 57.816,00 euro per l'anno 2021 e di euro 544.213,00 euro per ciascuno degli anni dal 2022 al 2025». Si tratta di circa 2,8 milioni. Il coordinatore della struttura tecnica a supporto di Manfredi è Attilio Auricchio, ex capo di Gabinetto e direttore generale del Comune ai tempi di Luigi de Magistris sindaco. Sarà una delle due figure dirigenziali. L'altra è Giuseppe Napolitano proveniente dall'Asl Napoli 1. Auricchio e Napolitano sono distaccati dal ministero della difesa e dalla A loro viene riconosciuto lo stesso stipendio che ricevono nelle amministrazioni di provenienza più una indennità non superiore al 50% dello stesso stipendio. Gli altri 10 componenti della struttura sono tutti funzionari e tecnici specializzati provenienti dal Comune, dalla Federico II, dalla Città metropolitana e dal Cnr. Tra questi c'è Rosaria Battarra una ricercatrice attenta che lavora su Bagnoli da quando si è spento l'ultimo altoforno, la memoria storica del post dismissione di Bagnoli. 

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