Bagnoli, Invitalia accusa: basta parole, ora la gara

Bagnoli, Invitalia accusa: basta parole, ora la gara
di Valerio Esca
Sabato 14 Dicembre 2019, 09:01 - Ultimo agg. 12:58
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Si alza l'asticella dello scontro su Bagnoli. Dopo la richiesta dei costruttori e degli industriali napoletani di fermare il concorso internazionale di idee, che porterà il soggetto attuatore a raccogliere i progetti per dare il via alla rigenerazione urbana dell'area ovest, non tarda ad arrivare la replica di Invitalia: «Il concorso internazionale di idee non solo è previsto e autorizzato da tutti da almeno due anni, ma gli interventi di rigenerazione urbana nel mondo partono da lì». E intanto il Comune di Napoli piazza la stoccata: «Così Invitalia esclude la città».

Dopo il tourbillon di polemiche prova a gettare acqua sul fuoco Domenico Arcuri, amministratore delegato di Invitalia: «Sono consapevole che sovente, il silenzio dice più di fiumi di parole. Però, il rischio che dopo ventisei lunghi anni pieni solo di parole, si mettano da parte i fatti, è troppo alto. Quindi mi limito a proporre tre riflessioni. Le chimere e gli sceicchi sono componenti dell'immaginario di chiunque. Ma bisogna lasciarli al rango che meritano: quello del sogno. E se non sono bastati più di due decenni a comprenderlo è davvero preoccupante. La seconda è che il concorso internazionale di idee non solo è previsto e autorizzato da tutti da almeno due anni, ma tutti gli interventi di rigenerazione urbana nel mondo partono da lì. Aldilà dei convegni e di chi viene invitato».

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Le modalità messe in campo da Invitalia hanno dato la stura anche al commissario Francesco Floro Flores: «Parlerò presto con il ministro Provenzano al quale ribadirò che la priorità è la bonifica, tra poco iniziamo quella per l'amianto. Certe decisioni non possono avere una esclusività romana, le cose vanno fatte in sinergia». Floro Flores poi punta il dito contro il soggetto attuatore: «Non mi sembra che in Invitalia ci siano specialisti per la bonifica. Sto parlando con il ministro Sergio Costa di questo problema per risolverlo». Arcuri rispetto alla critica sulla presenza di specialisti in materia di bonifica in Invitalia, ribatte: «Dire che Invitalia non ha specialisti per la bonifica non solo è facilmente confutabile anche solo attraverso il banale accesso al sito della nostra azienda, qualora non si abbia il tempo di andare in giro per l'Italia a vedere gli interventi che abbiamo fatto, ma equivale a dire che per essere commissari di governo bisogna per forza essere degli esperti di rigenerazione urbana. E sappiamo tutti che non è così».

A schierarsi con Invitalia Uberto Siola, decano degli architetti napoletani. «Siamo di fronte alla solita tendenza auto-distruttiva. Se il concorso serve per fare il punto della situazione, per avere nuove idee, allora è positivo. Rimettere in pista i vecchi progetti presentati a suo tempo per l'area ex Italsider è un esercizio inutile. Dal momento che nel frattempo c'è stata una inchiesta della magistratura che ha imposto nuove bonifiche ed è stato approvato il Praru, la variante al piano regolatore». Quanto ai capitoli del concorso, Paolo Galuzzi, direttore della rivista Urbanistica, docente al Politecnico di Milano, evidenzia: «Mi sembra che il concorso di idee sia l'unica soluzione per ripartire. Facendo tesoro di quello che è successo. La promozione, si fa così in Europa. I grandi progetti di trasformazioni sono stati portati avanti con le stesse modalità».

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Al coro degli esperti napoletani, che invece chiedono a gran voce la sospensione del bando, si aggiunge l'amministrazione comunale: «Invitalia ha perso un'occasione importante, dimostrando di voler escludere la città - tuona l'assessore all'Urbanistica, Carmine Piscopo - Non si può pensare di sostituirsi a un'intera collettività, chiedendo all'amministrazione comunale di farsi da parte in quanto parte politica.

Così si esclude un'istituzione che, invece, ha sempre cercato e garantito un confronto con la collettività. La trasformazione di Bagnoli appartiene alla città. In questo modo, invece, si interrompono tavoli di discussione, si evita il confronto, si emarginano la politica, il territorio e tutti i soggetti che da anni portano avanti un processo di rigenerazione urbana. La città non è uno spartito per pochi orchestrali». Per l'assessore Piscopo «si perde l'occasione di attivare, insieme con un progetto, un processo che tiene insieme tante anime diverse, tanti punti di vista e tante intelligenze, che nel tempo hanno contribuito a costruire una visione per Bagnoli. Tutto ciò non va nella direzione auspicabile».

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