Bagnoli, il Tribunale fallimentare azzera il contenzioso: cancellato mezzo miliardo di debiti

Bagnoli, il Tribunale fallimentare azzera il contenzioso: cancellato mezzo miliardo di debiti
di Luigi Roano
Giovedì 9 Giugno 2022, 11:00 - Ultimo agg. 16:12
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«Il Comune con questo accordo non dovrà più sborsare un euro, tutta la vicenda che riguarda i contenziosi di Bagnoli è chiusa e si tratta di centinaia di milioni». Il sindaco commissario di Bagnoli Gaetano Manfredi è molto soddisfatto e l'accordo a cui si riferisce è quello trovato ieri al Tribunale fallimentare. Si alleggerisce di 80 milioni il debito del Comune, sono quelli che avrebbe dovuto dare a Fintecna per i suoli di Bagnoli che non ha mai pagato per il fallimento della Bagnolifutura. Una vicenda ultradecennale. È stato il presidente della Settima sezione del Tribunale fallimentare di Napoli Gianpiero Scoppa a cancellare il debito. Sulla scorta di un accordo in bonis di cui lo stesso Scoppa è stato protagonista, grazie al lavoro fatto dal sub commissario di Bagnoli Dino Falconio che di mestiere fa il notaio. Ma la notizia del giorno - ed è molto più sostanziosa - è che appunto il Tribunale fallimentare ha messo la parola fine all'intero contenzioso che vedeva tutti gli attori pubblici l'uno contro l'altro. 

I giudizi e le richieste pendenti fino a poche ore fa erano da brividi.

Tutto inizia dal fallimento della Bagnolifutura, lo strumento con il quale Palazzo San Giacomo avrebbe dovuto pagare Fintecna. Bagnolifutura ha citato Fintenca per 300 milioni ritenendo la società di Stato responsabile del suo fallimento per la mancata disponibilità dei suoli. Fintecna ha chiesto alla fallimentare 120 milioni per il mancato pagamento di Bagnolifutura. Contenziosi aperti c'erano con l'Autorità portuale e con la stessa Invitalia che è il soggetto attuatore della rigenerazione urbana di Bagnoli. Tutti soldi figurativi, frutto però di richieste vere che hanno paralizzato il risanamento dell'area ex Italsider perché nessuno ci ha voluto investire più nemmeno un euro. Con il paradosso che l'unico valore reale in campo era ed è quello dei suoli sottoposti ancora a bonifica. Restano parzialmente appesi i creditori della Bagnolifutura. La richiesta alla Fallimentare è stata di 200 milioni, ammessi al pagamento 110 ma di questi ne verranno pagati i due terzi poco meno di 60 milioni e tutti a carico dello Stato, atteso che Bagnoli è un Sin, Sito di interesse nazionale. E a inquinare è stata l'industria di Stato. Questo il ragionamento di fondo che ha tenuto in piedi e fatto concretizzare l'accordo. 

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«Parallelamente al completamento della bonifica ambientale, il nuovo corso di Bagnoli viene caratterizzato dalla bonifica giudiziaria» si legge in una nota del Comune a proposito della decisione della Fallimentare. Riguardo al lavoro di Falconio la nota puntualizza: «Il subcommissario ha lavorato in queste settimane alla preparazione della relativa documentazione e sono state poste le basi per un pre-accordo transattivo globale tra i soggetti pubblici coinvolti nel sito di interesse nazionale che porterà poi alla sottoscrizione di un accordo formale entro il 13 luglio». Palazzo San Giacomo chiarisce ancora: «Nel merito, vengono cancellati tutti i contenziosi in essere, di natura civilistica, amministrativa ed ambientale. Tra i contenziosi cancellati, quello esistente tra Comune di Napoli e Fintecna: l'Amministrazione era stata condannata al pagamento di 80 milioni, in seguito a tale pre-accordo al Comune vengono azzerati i debiti e non dovrà sborsare un euro». Parola a Manfredi: «Fondamentale - dice l'ex rettore - l'opera svolta dal presidente Gianpiero Scoppa che ha sollecitato la convergenza verso un accordo tra le parti: con tale decisione condivisa si pone fine a questioni decennali e si compie un nuovo passo decisivo per la ripartenza del sito di Bagnoli». Manfredi guarda alla questione delle casse del Municipio partenopeo già gravate da un debito di 5 miliardi e tira un sospiro di sollievo: «Mettiamo in sicurezza le casse del Comune che non saranno più gravate da questo peso e si creano le condizioni per attrarre investimenti privati sull'area per dare finalmente un futuro a Bagnoli». 

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