Bitcoin a Napoli, i dubbi degli imprenditori sul tasso di cambio

Bitcoin a Napoli, i dubbi degli imprenditori sul tasso di cambio
di Luigi Roano
Giovedì 27 Settembre 2018, 11:00
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La Bitcoin list del Comune è avvolta dal mistero, tra un paio di settimane dovrebbe venire fuori la delibera del Comune che si propone come «facilitatore» per gli imprenditori che intendessero accettare la moneta virtuale. Tuttavia, prima ancora di esser svelata, la Bitcoin list si potrebbe arricchire già del nome di una giovane imprenditrice che è disponibile a scommettere sulla moneta virtuale a patto che ci sia maggiore chiarezza e concretezza. Si tratta di Martina De Liso, titolare dell'albergo «900 metro» nella stazione di Mergellina.

Dunque c'è una imprenditrice pronta a puntare sui Bitcoin a quali condizioni? «Premetto che non sono tra le persone che il Comune avrebbe già individuato, chiarito questo io sono interessata. Il tema è che io sono pronta ad accettarli i Bitcoin ma le spese di conversione sono elevatissime. Questo è uno dei temi da capire e da chiarire». La titolare dell'hotel di Mergellina sa di non essere la sola a essere interessata alla moneta virtuale. «So che altri imprenditori sono interessati, a Massa Lubrense già sono operativi, qui a Napoli mi risulta che l'interesse ci sia, però i contorni di questa operazione devono essere chiariti meglio». Quindi - nella sostanza - si aspetta la delibera del Comune per capire come Palazzo San Giacomo possa incidere. Certo è che lo stato delle finanze dell'ente è tale che non è immaginabile un intervento diretto. «Noi vogliamo fare i facilitatori, vale a dire incentivare l'utilizzo dei bitcoin e mettere Napoli su di un mercato mondiale in grande espansione, vogliamo attrarre investimenti, ma sia chiaro Palazzo San Giacomo non copre nessuna operazione» il pensiero che in questi giorni ha sottolineato l'assessore alle Finanze Enrico Panini. «Cercheremo il modo di fare associare persone sul territorio».
 
C'è curiosità e anche interesse in un pezzo dell'imprenditoria napoletana ma non solo. Un certo scetticismo serpeggia nelle associazioni dei commercianti e non solo. Il ragionamento è molto semplice, tutti non hanno ancora capito «quali siano le coordinate». Vale a dire che ammesso ci sia la volontà di correre il rischio di impresa dall'altra parte non è chiaro quale sarebbe l'eventuale profitto e in che modo arrivarci. In questo senso il ruolo del Comune dovrebbe essere determinante ma la fiducia in Palazzo San Giacomo scarseggia. È un ente in predissesto afflitto da 1,7 miliardi di deficit e ora è arrivata anche la mazzata del blocco della spesa. In questo contesto come potrebbe l'amministrazione favorire gli investimenti in Bitcoin? La moneta virtuale non è che si attinge gratis, va comprata. È denaro ma non una moneta e questo li fa considerare volatili e non molto trasparenti. Tuttavia sono ormai dieci anni che stanno avendo un grande successo. I Bitcoin si comprano su un'apposita piattaforma e si possono scambiare e utilizzare per acquistare finanche case. Più concretamente il Bitcoin si basa sulla fiducia e risponde a una sola legge: quella della domanda e dell'offerta che ne fa salire il valore in maniera vertiginosa, è diventato un bene rifugio oltre che una speculazione tanto che ci sono agenzie e bancomat che li convertono in euro. Una è situata al Vomero e dovrebbe essere anche l'unica in città. Quando la De Liso dice che i tassi di conversione sono alti è esplicita: «Io sono interessata ad accettare per allargare la mia clientela ma poi li devo cambiare e i costi sono elevatissimi». È qui che servirebbe la rete di cui Palazzo San Giacomo dovrebbe essere garante. Perché un conto è accettare i Bitcoin, altra cosa è convertirli in euro a un tasso accettabile.

Di sicuro c'è che in Comune ci credono. Anche ieri c'è stata una riunione del gruppo operativo che il sindaco Luigi de Magistris ha istituito per lavorare sull'utilizzo della moneta virtuale e verificarne la fattibilità anche in uno dei processi amministrativi della macchina comunale. Gruppo dove tra i coordinatori c'è Felice Balsamo - collaboratore dell'ex pm - che ricorda come « a Rovereto da anni moltissime attività commerciali utilizzano un sistema economico parallelo all'euro, Roma da qualche anno ha introdotto sistemi di pagamento per i taxi alternativi alle monete di stato, la provincia autonoma di Trento consente da qualche anno di poter pagare la refezione scolastica in bitcoin. Napoli pur non essendo partita ha una straordinaria forza mediatica».
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