Bonisoli tende la mano a de Magistris: «Grate al Plebiscito, resta il mio no ma troviamo un'intesa»

Bonisoli tende la mano a de Magistris: «Grate al Plebiscito, resta il mio no ma troviamo un'intesa»
di Davide Cerbone
Sabato 9 Febbraio 2019, 08:00 - Ultimo agg. 10:52
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La sua prima passeggiata tra gli splendidi giganti di marmo che abitano i corridoi del Mann, Alberto Bonisoli la condisce con parole al miele: «Un museo che ha un piano strategico, in Italia, è una novità. Significa avere un'identità, una visione, una strategia. Operazioni come queste necessitano dell'attenzione del ministero», si sbilancia il titolare della Cultura nel governo a doppia trazione Lega-Cinquestelle. Un apprezzamento che ha quasi il sapore di una riconferma anticipata per il direttore Paolo Giulierini, il cui primo mandato scadrà il 30 settembre.
 
Quando domandi se l'archeologo toscano sia tra i candidati alla riconferma, però, il ministro congela i pensieri in qualche istante di silenzio e, infine, soppesa le parole: «Faremo una valutazione preliminare nei tempi più rapidi possibili, in modo da dare a tutti i direttori la possibilità di fare a loro volta le loro considerazioni», risponde.

Prima, intanto, c'è da decidere per il Parco archeologico di Pompei e per quello dei Campi flegrei. «Abbiamo fatto i bandi per le sei direzioni scadute, è una normale procedura di selezione», risponde Bonisoli. Lo stesso, dice, vale per Caserta, che dopo l'addio di Mauro Felicori è senza guida: «I visitatori in calo? In inverno è normale. Bisogna stare tranquilli: anche per Caserta stiamo cercando un direttore capace di valorizzare un pezzo importante del nostro patrimonio. La buona notizia è che abbiamo avuto decine di proposte».

Il ministro, però, non può sottrarsi alla querelle che da due mesi anima il dibattito cittadino: il recente via libera del Tar alle grate di ventilazione per la Linea 6 del metrò, in piazza del Plebiscito. Una soluzione sulla quale il Mibac si è espresso negativamente in contrasto con il parere della Sovrintendenza. «Sia chiaro: a me piacciono le metropolitane e le città in cui i trasporti funzionano bene. Ma il ministero non ha cambiato idea - premette Bonisoli - Secondo noi quella rappresenta una scelta inappropriata, dunque abbiamo deciso di fare delle azioni per evitare che accadesse qualcosa di non corretto. Questo al di là della sentenza del Tar. Con un minimo di buonsenso e di collaborazione istituzionale, tuttavia, la soluzione si può trovare, considerando che stiamo parlando di interventi relativamente piccoli. Dovrei vedere il sindaco il 20 febbraio - continua - parleremo anche di questo, nell'interesse della tutela di una piazza che è una delle più belle del mondo. In fondo, si tratta di fare un buco per far entrare l'aria: se lo spostano di qualche metro, siamo tutti più contenti», sdrammatizza Bonisoli, alla presenza di alcuni esponenti dei comitati civici che portano avanti la lotta contro il cantiere nella piazza-simbolo del capoluogo partenopeo.

L'occasione è la presentazione della mostra dedicata al grande scultore Antonio Canova, in programma dal 28 marzo al 30 giugno, che rientra nel programma di scambi con il prestigioso museo Hermitage di San Pietroburgo. «Una mostra che farà epoca», per dirla con le parole di Giulierini, e che offrirà al Comune l'occasione per promuovere nell'ambito del Maggio dei monumenti gli itinerari che ripercorrono il passaggio di Canova in città. «De Magistris - aggiunge Bonisoli - mi ha chiamato per chiedermi di parlare di alcune cose, tra le quali piazza del Plebiscito. Se non lo avesse fatto lui, lo avrei chiamato io: stiamo per attivare i progetti da 90 milioni ciascuno (fondi Cipe, ndr) per quattro centri storici del Sud, e dobbiamo individuare gli interventi da realizzare.

Al sindaco, però, chiederò anche un trasporto pubblico frequente per arrivare a Capodimonte», avverte il ministro. E proprio sulla collina dominata dal Real Bosco si dirige dopo aver lasciato il Museo Archeologico, accompagnato dal segretario generale del Mibac, Giovanni Panebianco, e dal direttore generale, Antonio Lampis. Ad accoglierlo, nel giorno segnato dalla crisi diplomatica tra Italia e Francia, trova il direttore - francese - Sylvain Bellenger. «I rapporti tra i Paesi vanno e vengono, ma è importante avere buone relazioni con la Francia, soprattutto in tema di beni culturali», osserva Bonisoli. Prove di disgelo? Chissà. Di certo c'è il masterplan che prevede il recupero dei 17 edifici di epoca borbonica disseminati nei 134 ettari del Parco: dall'Eremo, che accoglierà una Scuola per giardinieri, al Giardino Torre, ultima area coltivata del Bosco, dove aprirà un ristorante a km zero, passando per la Capraia, che ospiterà un Centro studi e una scuola di digitalizzazione dei beni culturali, in collaborazione con la Federico II. «Capodimonte - scommette il ministro - ha tutte le potenzialità per diventare un Campus culturale multidisciplinare».

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