Boom di comandati in Regione Campania, indaga anche la Corte dei Conti

Boom di comandati in Regione Campania, indaga anche la Corte dei Conti
di Pierluigi Frattasi
Venerdì 1 Marzo 2019, 11:00
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Fari puntati dalla Corte dei Conti sui comandati in Regione. L'inchiesta alle prime battute si concentra sui presunti mancati rimborsi agli enti pubblici di provenienza del personale. Nel 2016 fu quantificato in circa 25 milioni di euro il debito arretrato per i comandati a partire dal 2004 nei confronti di comuni, aziende sanitarie e ospedaliere e altri enti. All'epoca la Regione istituì commissioni tecniche per far luce sulla vicenda e provvedere ai pagamenti. Sotto osservazione anche consulenze e partecipate, come emerso nel corso delle relazioni per l'inaugurazione dell'anno giudiziario 2019 della Corte dei Conti, tenutasi ieri presso la sede della Federico II.
 
«Nel 2018 - scrive il procuratore Michele Oricchio - la Regione si è avvalsa di 866 rapporti di collaborazione e nonostante la meritoria attività di razionalizzazione degli ultimi anni sono ancora tanti gli istituti e le partecipate». Quindi la sferzata su Soresa, che da stazione appaltante per la Sanità ha esteso la mission anche alle partecipate: «Risultati dei progetti Fesr non soddisfacenti, a fronte delle spese». Rilievi anche sui risultati del progetto Resto al Sud. Non manca una critica al regionalismo differenziato: «Una riforma pericolosissima per la tenuta delle finanze della Repubblica». Secondo i dati della Guardia di Finanza, nel 2018 i danni erariali accertati in Campania ammontano a 213 milioni, 877 i soggetti coinvolti. Tra i relatori alla cerimonia inaugurale, aperta dal presidente Salvatore Nicolella, il vicepresidente del consiglio nazionale della Corte dei Conti, Francesco Fimmanò, il presidente della sezione di Controllo della Campania Fulvio Maria Longavita e Antonio Tafuri per l'Ordine degli Avvocati. Al centro degli interventi anche i piani di rientro dei Comuni, tra cui Napoli, e la sentenza della Corte Costituzionale che ha dichiarato illegittimo lo spalma-debiti su 30 anni del 2017. Il 22 febbraio scorso è stata depositata anche la sentenza delle Sezioni Riunite della Corte dei Conti sul Comune di Napoli, che aveva fatto ricorso contro il blocco della spesa. I giudici hanno respinto in parte l'impugnativa e rinviato alla Consulta il resto. Municipio a rischio default. Per Fimmanò «la questione Napoli va affrontata sul piano della risistemazione complessiva della norma su dissesti, piani di riequilibrio e enti in deficit strutturale».
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