Caldoro e Bassolino, la strana coppia: «Salvini non fa paura»

Caldoro e Bassolino, la strana coppia: «Salvini non fa paura»
di Carlo Porcaro
Martedì 10 Dicembre 2019, 07:30 - Ultimo agg. 13:12
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Il riformista Caldoro sposa il populismo alimentato con successo da Matteo Salvini. «Populismo significa dare risposte alle nuove paure della società globalizzata: la demonizzazione è un errore. Deve quindi essere popolare cioè riuscire a trasformare queste esigenze in azione politica», ha detto il capo della opposizione di centrodestra in Consiglio regionale, durante la presentazione agli Studi Filosofici del libro «Popolo e Populismo» scritto da Angelo Bruscino e Alessio Postiglione. Per Caldoro, candidato in pectore alle prossime regionali, «il centrodestra è in sintonia con la maggioranza degli italiani perché è populista e popolare: la Lega non è eversiva anzi governa bene il 45 per cento del territorio». Un modo per allinearsi alla linea sovranista incarnata dal numero uno del Carroccio. Infine una stoccata a De Luca considerato espressione di un «populismo ingenuo»: «Ha promesso zero barelle al Cardarelli e stanno ancora lì o che le ecoballe dovevano sparire: le mistificazioni preoccupano». Il populismo si manifesta in varie forme e richiede un nuovo approccio da parte della pubblica opinione. L'imprenditore Bruscino ha indicato una via d'uscita: «Uno dei modelli migliori è ritrovare le energie grazie all'economia della conoscenza: con questa possibilità il futuro è a portata di mano». Il giornalista Postiglione, in passato consulente del sindaco, ha evidenziato come «il rapporto tra la massa e i leader è di natura carismatica, ma oggi i social media bypassano partiti e informazione consentendo di parlare direttamente con i cittadini». Per il presidente dell'Eav, Umberto De Gregorio, il populismo «è la sproporzione tra le promesse e i risultati raggiungibili».

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Tra i relatori l'ex governatore Antonio Bassolino, che ha retrodatato le origini del populismo alla caduta del Muro di Berlino: «Poi l'esplosione si è avuta quando nel 2011 non si è andati alle elezioni dopo la caduta del Governo Berlusconi. Infatti prima nel 2013 e poi l'anno scorso si è avuto il successo dei Cinquestelle. Oggi non demonizziamo Salvini come non andava demonizzato allora Berlusconi ha ammonito - La Lega non è solo imprenditrice della paura, ha migliaia di amministratori, ha in mano tutto il Nord. Infatti quando si è fatto il Conte bis ho pensato: bene i ministri meridionali ma come mai non si sono nominati ministri del Nord per entrare in casa loro?».

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Entro giovedì si terrà l'ultimo tavolo nazionale del centrodestra sulle regionali. Il nodo da sciogliere è sempre la candidatura in Calabria dove è stato bocciato il nome del sindaco di Catanzaro, Mario Occhiuto, e si lavora ad una personalità di compromesso tra i berlusconiani e i salviniani. Una volta chiuso il cerchio sulla Calabria che va al voto il 26 gennaio, allora si passerà alla Campania dove l'unico nome al momento sul tavolo è Caldoro. Nelle prossime ore ci sarà un faccia a faccia tra Mara Carfagna e il coordinatore regionale di Forza Italia Domenico De Siano: si tenterà un chiarimento, prima di organizzare poi una riunione allargata a cui far partecipare tutti i parlamentari ed i consiglieri regionali. La distanza tra le fazioni in campo resta: Paolo Russo, vicino alla vicepresidente della Camera dei Deputati, sta adoperandosi per far abbassare i toni, ma non ha ancora accantonato l'ambizione a scendere in campo lui stesso come aspirante governatore.

Attimi di tensione si sono avuti prima che iniziasse il convegno.

Nella sala si sono presentati alcuni ex operai dell'Ambiente spa, azienda di proprietà di uno degli autori del volume. A nome loro ha parlato Sebastiano Piccolo accusando Bruscino di averlo licenziato: «Ho due bambini, ma sono stato licenziato dopo 23 anni anche se poi hanno assunti altri lavoratori». L'imprenditore, a margine, ha spiegato che gli ex dipendenti «hanno perso le cause in ogni sede giudiziaria».

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