Il riformista Caldoro sposa il populismo alimentato con successo da Matteo Salvini. «Populismo significa dare risposte alle nuove paure della società globalizzata: la demonizzazione è un errore. Deve quindi essere popolare cioè riuscire a trasformare queste esigenze in azione politica», ha detto il capo della opposizione di centrodestra in Consiglio regionale, durante la presentazione agli Studi Filosofici del libro «Popolo e Populismo» scritto da Angelo Bruscino e Alessio Postiglione. Per Caldoro, candidato in pectore alle prossime regionali, «il centrodestra è in sintonia con la maggioranza degli italiani perché è populista e popolare: la Lega non è eversiva anzi governa bene il 45 per cento del territorio». Un modo per allinearsi alla linea sovranista incarnata dal numero uno del Carroccio. Infine una stoccata a De Luca considerato espressione di un «populismo ingenuo»: «Ha promesso zero barelle al Cardarelli e stanno ancora lì o che le ecoballe dovevano sparire: le mistificazioni preoccupano». Il populismo si manifesta in varie forme e richiede un nuovo approccio da parte della pubblica opinione. L'imprenditore Bruscino ha indicato una via d'uscita: «Uno dei modelli migliori è ritrovare le energie grazie all'economia della conoscenza: con questa possibilità il futuro è a portata di mano». Il giornalista Postiglione, in passato consulente del sindaco, ha evidenziato come «il rapporto tra la massa e i leader è di natura carismatica, ma oggi i social media bypassano partiti e informazione consentendo di parlare direttamente con i cittadini». Per il presidente dell'Eav, Umberto De Gregorio, il populismo «è la sproporzione tra le promesse e i risultati raggiungibili».
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Tra i relatori l'ex governatore Antonio Bassolino, che ha retrodatato le origini del populismo alla caduta del Muro di Berlino: «Poi l'esplosione si è avuta quando nel 2011 non si è andati alle elezioni dopo la caduta del Governo Berlusconi. Infatti prima nel 2013 e poi l'anno scorso si è avuto il successo dei Cinquestelle. Oggi non demonizziamo Salvini come non andava demonizzato allora Berlusconi ha ammonito - La Lega non è solo imprenditrice della paura, ha migliaia di amministratori, ha in mano tutto il Nord. Infatti quando si è fatto il Conte bis ho pensato: bene i ministri meridionali ma come mai non si sono nominati ministri del Nord per entrare in casa loro?».
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Entro giovedì si terrà l'ultimo tavolo nazionale del centrodestra sulle regionali. Il nodo da sciogliere è sempre la candidatura in Calabria dove è stato bocciato il nome del sindaco di Catanzaro, Mario Occhiuto, e si lavora ad una personalità di compromesso tra i berlusconiani e i salviniani. Una volta chiuso il cerchio sulla Calabria che va al voto il 26 gennaio, allora si passerà alla Campania dove l'unico nome al momento sul tavolo è Caldoro. Nelle prossime ore ci sarà un faccia a faccia tra Mara Carfagna e il coordinatore regionale di Forza Italia Domenico De Siano: si tenterà un chiarimento, prima di organizzare poi una riunione allargata a cui far partecipare tutti i parlamentari ed i consiglieri regionali. La distanza tra le fazioni in campo resta: Paolo Russo, vicino alla vicepresidente della Camera dei Deputati, sta adoperandosi per far abbassare i toni, ma non ha ancora accantonato l'ambizione a scendere in campo lui stesso come aspirante governatore.
Attimi di tensione si sono avuti prima che iniziasse il convegno.
Caldoro e Bassolino, la strana coppia: «Salvini non fa paura»
di Carlo Porcaro
Martedì 10 Dicembre 2019, 07:30
- Ultimo agg. 13:12
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Nella sala si sono presentati alcuni ex operai dell'Ambiente spa, azienda di proprietà di uno degli autori del volume. A nome loro ha parlato Sebastiano Piccolo accusando Bruscino di averlo licenziato: «Ho due bambini, ma sono stato licenziato dopo 23 anni anche se poi hanno assunti altri lavoratori». L'imprenditore, a margine, ha spiegato che gli ex dipendenti «hanno perso le cause in ogni sede giudiziaria».
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