Camera di Commercio di Napoli, la nomina della Regione in extremis salva Fiola

Il decreto prende spunto dal provvedimento del Tar reso noto la scorsa settimana

Ciro Fiola e Peppe Iodice
Ciro Fiola e Peppe Iodice
di Valerio Iuliano
Martedì 6 Dicembre 2022, 07:20 - Ultimo agg. 7 Dicembre, 09:15
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L'ultimo consigliere dell'opposizione ancora in carica si dimette. Ma il numero dei componenti dell'assemblea è sufficiente per proseguire l'attività istituzionale e il presidente Ciro Fiola resta in sella. Alla Camera di Commercio si è consumato ieri l'ultimo atto dello scontro tra maggioranza e opposizione. Un conflitto sempre ricco di colpi di scena, con le sentenze del Tar che si incrociano con i decreti regionali e con le dimissioni degli avversari di Fiola. Uno scenario piuttosto complicato, per il quale occorre fare ordine ripartendo dalle vicende della scorsa settimana.

Le dimissioni di 7 consiglieri dell'opposizione, guidata dall'Unione industriali, avevano ridotto l'assemblea ad appena 22 componenti, un numero che rappresenta la soglia minima per evitare il probabile commissariamento dell'ente. Tra gli esponenti della minoranza restava in carica solo il consigliere dell'Abi Eugenio Caniglia, le cui dimissioni formalizzate ieri portavano a 21 il numero dei componenti del parlamentino.

Con il nuovo forfait la Regione Campania avrebbe di fatto potuto decretare il commissariamento.

Ma i conti non tornano, perché nel frattempo Palazzo Santa Lucia ha firmato un decreto che cambia gli scenari. Il decreto prende spunto dal provvedimento del Tar reso noto la scorsa settimana che, di fatto, aveva annullato la precedente nomina di un consigliere dell'opposizione. Il tribunale disponeva, inoltre, l'accoglimento di un ricorso dell'Aicast, che puntava all'insediamento di un consigliere in quota maggioranza. Il Tar nel frattempo aveva anche respinto il controricorso dell'opposizione. In seguito alle sentenze, dunque, si ridisegnava l'assetto politico dell'ente camerale e proprio ieri la Regione ha firmato il decreto che restituisce un consigliere alla maggioranza. I consiglieri saranno, dunque, ancora 22, dopo la seduta del consiglio camerale che sancirà la sostituzione di Caniglia di fatto, dal punto di vista numerico, con un rappresentante dell'Aicast. Il numero dei consiglieri è risicato, ma sufficiente per consentire la prosecuzione del mandato di Ciro Fiola. In carica resteranno solo i sostenitori del presidente, fino alla fine della consiliatura. La seduta in cui sarà decretata la nomina del nuovo consigliere dell'Aicast si svolgerà verosimilmente nelle prime settimane del 2023. A febbraio inizieranno le grandi manovre per le nuove consultazioni elettorali, utili per il rinnovo delle cariche direttive.

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Ma l'ultima fase della consiliatura in corso potrebbe riservare ancora una sorpresa. Tra le pieghe dei complessi regolamenti dell'ente camerale si nasconde un'altra insidia. Gli scenari potrebbero complicarsi ulteriormente. Alla Regione spetterà la sostituzione dei consiglieri dimessi. Il regolamento prevede che venga chiesta all'Unione industriali l'indicazione di altri tre rappresentanti in sostituzione dei 3 consiglieri dimissionari della stessa associazione. Nell'eventualità di una rinuncia da parte della minoranza salita sull'Aventino, si profilerebbe la necessità di scalare, ovvero quella di chiedere all'associazione datoriale più rappresentativa, dopo l'Unione Industriali. Ovvero l'Aicast che sostiene Ciro Fiola. Agli industriali dunque spetterà decidere se provvedere alla sostituzione dei consiglieri con altri rappresentanti in quota Unione oppure cedere altri consiglieri alla maggioranza. Un finale di partita- quello della consiliatura attuale- destinato a generare ancora molte altre sorprese. 

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