La scuola dell'assessore Fortini: «A Napoli Est rete tra scuole, preti e volontari»

La scuola dell'assessore Fortini: «A Napoli Est rete tra scuole, preti e volontari»
di Mariagiovanna Capone
Sabato 5 Gennaio 2019, 11:30
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Un anno intenso, faticoso. L'assessore regionale all'Istruzione Lucia Fortini tira le somme su quanto prodotto per le scuole campane nel 2018, ma non risparmia obiettivi da raggiungere per il prossimo anno. Come laboratori ad hoc per le tre scuole a indirizzo raro e un protocollo d'intesa per creare una rete territoriale tra scuole, associazioni e parrocchie di Napoli Est.

Assessore Fortini, molti progetti attuati. Qual è quello di cui va maggiormente fiera?
«Indubbiamente Scuola Viva. Siamo partiti tre anni fa in sordina e oggi contiamo 451 istituti con circa 400mila studenti coinvolti in 2.857 moduli. Offriamo ai nostri ragazzi laboratori di ogni tipo e poi sport, teatro, musica, portati avanti da almeno 1.500 tra associazioni e cooperative. Una programmazione che da triennale è diventata quadriennale, cioè in grado di offrire continuità agli studenti che possono così andare a scuola anche al pomeriggio e di sera, facendola diventare un presidio permanente di cultura e legalità. Ma Scuola Viva è molto altro: ha permesso di costruire una comunità educante composta da tutti. Studenti, docenti, famiglie, uniti e collaborative. Molto per un progetto nato per contrastare l'evasione scolastica, rafforzato ora anche da Scuola di Comunità, altre 400 scuole per circa 80 proposte progettuali presentate da soggetti del terzo settore, specializzati nelle attività educative a favore dei minori, per un totale di oltre 13 milioni di euro. Poi vado fiera per l'apertura degli asili nido: in due 2 anni e mezzo abbiamo raddoppiato il numero di posti. Abbiamo investito 90 milioni per rendere effettivo il diritto per tante donne di conciliare la vita lavorativa con l'esperienza di diventare mamme, avendo la consapevolezza di lasciare i propri figli, nei primissimi anni di vita, in strutture accoglienti, sicure e con personale qualificato».
 
E i Bes?
«Era necessario un nostro intervento per gli alunni con bisogni educativi speciali. Abbiamo così potuto realizzare percorsi che favoriscano l'inserimento scolastico e sono articolati su tre percorsi: sostegno scolastico, sostegno psicologico e formazione dei docenti. Beneficiari del bando sono 200 scuole e 40 associazioni della regione. E siamo intervenuti anche con oltre 14 milioni di euro per il rafforzamento delle conoscenze e delle competenze per gli studenti campani in Literacy e Numeracy, che indicano rispettivamente la competenza alfabetica e quella numerica funzionale, vale a dire la capacità di utilizzare strumenti linguistici e matematici».

Questo perché?
«Perché questi elementi cognitivi di base sono essenziali per determinare il successo e l'affermazione in ambito lavorativo, e gli studenti campani nella fascia 14-16 evidenziavano lacune secondo gli indicatori internazionali. Con questi progetti, realizzati insieme alle Università campane, rendiamo l'italiano e la matematica sempre più attrattivi e capaci di stimolare curiosità, rigore scientifico, creatività e vivacità culturale».

C'è però molto da fare nell'edilizia scolastica.
«È un nodo centrale, perché rendere le scuole più sicure dovrebbe essere l'impegno prioritario di tutti. Come Regione abbiamo completato l'anagrafe dell'edilizia scolastica e investito oltre 600 milioni di euro in tal senso, di cui circa 150 attivati nel 2018».

Quali sono le sfide per il futuro?
«Quest'anno abbiamo concesso l'indirizzo raro al Degni di Torre del Greco e al Grandi di Sorrento, che insieme al Caselli di Capodimonte sono tre eccellenze campane. L'impegno sarà di offrire a questi istituti, dove gli studenti imparano un lavoro antico, dei laboratori. Dobbiamo puntare sull'artigianato locale, soprattutto vista la qualità elevata. Inoltre l'esperienza di Scuola Viva deve produrre qualcosa di tangibile anche in futuro: vorrei realizzare una rete territoriale tra scuole coinvolgendo parrocchie, operatori culturali e sociali».

Dove?
«Inizieremo a Napoli, nella Municipalità 6 che incorpora Barra, Ponticelli e San Giovanni a Teduccio. Una zona poco attenzionata dove il degrado è tangibile. Ci sono scuole vandalizzate decine di volte come la Archimede oppure circondate da devastazione come la «De Filippo», altre senza neanche un campetto, e perfino chi ha i fori dei proiettili sul portone d'ingresso. I dirigenti si sentono soli e così ho pensato a un protocollo d'intesa che dovrebbe essere pronto entro fine gennaio per creare la rete territoriale di Napoli Est. Finanzieremo spazi tipo oratorio (coinvolgendo don Federico, decano dei parroci della zona est) e laboratori. Poi lavoreremo su Scampia e Napoli Nord. È la mia sfida».
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