Ospedale Cardarelli di Napoli, il ministro Speranza: una nuova stagione di investimenti

Ospedale Cardarelli di Napoli, il ministro Speranza: una nuova stagione di investimenti
Martedì 10 Maggio 2022, 11:27 - Ultimo agg. 17:40
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Sul caso Cardarelli interviene il ministro della Salute, Roberto Speranza, per fare il punto sulla situazione critica in alcuni pronto soccorso italiani che riguarda «la grande questione del personale. Noi dobbiamo investire di più e finalmente abbiamo fatto scelte molto forti. Abbiamo messo nell'ultimo anno 17.400 borse di specializzazione, il triplo di tre anni fa e il doppio di due anni fa. È chiaro che questi investimenti avranno una ricaduta nei prossimi anni», spiega. 

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A margine del convegno in corso alla Camera «Dalla pandemia al Pnrr», rispondendo a un domanda sulla situazione del pronto soccorso del Cardarelli di Napoli, dove alcuni medici hanno minacciato dimissioni, il ministro aggiunge: «Ci sarà ancora qualche anno non semplice da gestire, ma oggi la lezione del Covid è stata nettissima: dobbiamo invertire la stagione dei tagli, come stiamo facendo, e dobbiamo aprire una nuova grande stagione di investimenti sulla sanità nel suo complesso e, in modo particolare, sul personale sanitario.

Abbiamo già iniziato a farlo e lo dicono i numeri». 

Anche il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, a margine di un incontro con gli studenti al Teatro Augusteo sul tema “La cultura per la pace” ha commentato la vicenda del Cardarelli di Napoli «adesso si può verificare che qualche tentativo di speculazione era totalmente strumentale, perché questo problema c'è in tutta Italia. A Napoli anticipiamo sempre i tempi ma è un problema che c'è in tutta Italia». De Luca ha spiegato che «c'è un problema generale di riduzione del personale medico. Noi siamo fermi al 2004 per decisioni del Governo nazionale e del Ministero della Salute, la spesa per il personale non può superare quella del 2004 ed è una cosa assolutamente demenziale.

Quindi dobbiamo innanzitutto aumentare le scuole di specializzazione. Poi - ha proseguito il governatore campano - c'è un problema specifico dei medici dei pronto soccorsi, perché mentre un medico che lavora in un altro reparto può fare l'intramoenia, può fare attività anche private e quindi integrare il proprio reddito, chi lavora in un pronto soccorso ha il massimo di disagio, il massimo di tensione e il minimo di retribuzioni. È evidente che questa situazione non regge, quindi bisogna individuare meccanismi di maggiore tutela per il personale medico impegnato nelle situazioni di frontiera».

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