Carfagna a tutto campo su Autonomia e Sud: «Sì al Ponte di Messina ma non col Pnrr»

Carfagna a tutto campo su Autonomia e Sud: «Sì al Ponte di Messina ma non col Pnrr»
di Emiliano Caliendo
Martedì 30 Agosto 2022, 21:27 - Ultimo agg. 31 Agosto, 08:00
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Patto per Napoli, autonomia differenziata, Ponte sullo Stretto di Messina e tetto europeo al prezzo del gas. Mara Carfagna è “ministro di lotta” contro - sondaggi alla mano - la premier in pectore Giorgia Meloni. E non può essere diversamente data la campagna elettorale. Ma lo è ancora “di governo”, seppur dimissionario, perché le emergenze da affrontare sono tantissime. «Si fa strada sempre di più l'idea di mettere un tetto al prezzo del gas. L'apertura della Germania in questo senso apre una prospettiva importante alla possibilità che si possa agire insieme per proteggere famiglie e imprese dagli aumenti», ha detto il ministro per il Sud e della Coesione territoriale in occasione dell’inaugurazione del suo comitato elettorale a Napoli al Corso Umberto. La sede è stata aperta in tandem con il deputato Ettore Rosato, uomo macchina di Italia Viva, candidato anche lui in Campania per il Terzo Polo. «Il Governo – ha aggiunto Carfagna - farà la sua parte fino in fondo, soprattutto per quanto riguarda l'emergenza gas e l'innalzamento dei prezzi dell'energia e sull'inflazione». «Siamo assolutamente consapevoli delle preoccupazioni degli italiani – specifica -. Siamo al lavoro nonostante il Governo si trovi a operare nella cosiddetta dimensione dell'ordinaria amministrazione, ma stiamo facendo il nostro dovere. Lo faremo - conclude sul tema - provando a reperire in Italia le risorse necessarie oltre i 45 miliardi di euro che abbiamo già stanziato e che evidentemente non sono più sufficienti, ma lo faremo soprattutto in Europa, dove, grazie all'autorevolezza di quel premier che è stato mandato a casa da partiti e leader irresponsabili, si fa strada sempre di più l'idea di mettere un tetto al prezzo del gas».

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Sulle materie di sua diretta competenza il ministro per il Mezzogiorno non risparmia critiche ai suoi ex alleati del centrodestra, rei di aver fatto cadere, insieme al M5S, il governo Draghi. «Quando sento mettere in discussione il Patto per Napoli – argomenta - penso che sia solo l'inizio, perché chi oggi approfitta della caduta del Governo Draghi per rimettere in discussione il Patto per Napoli probabilmente domani metterà in discussione la quota Sud nel Pnrr, cioè quella clausola che ha blindato a favore del Mezzogiorno il 40% delle risorse del Pnrr.

Non lo consentiremo». La parlamentare salernitana rivendica poi l’azione di governo a favore del Sud svolta sul Pnrr, che sarà difesa dal neonato Terzo Polo. «Azione e Italia Viva - ha proseguito - sono determinati a difendere ogni euro che il Governo Draghi ha stanziato a favore del Mezzogiorno, non permetteremo che le speranze di 20 milioni di cittadini meridionali vengano distrutte con la solita scusa sentita già tante volte, cioè che il Sud non sa spendere e quindi dirottiamo le risorse al Nord. Il Sud sa spendere e soprattutto di fronte a qualunque tipo d'inadempienza abbiamo introdotto i poteri di affiancamento e di sostituzione che aiuteranno le amministrazioni a spendere».

C’è poi un netto sì all’autonomia differenziata delle Regioni. «Rappresenta – ha detto - sicuramente un'opportunità per i territori e per responsabilizzare gli amministratori, ma deve essere fatta nel pieno rispetto del dettato costituzionale». Necessaria, però, la definizione dei LEP (livelli essenziali di prestazione) così come previsti dalla Carta costituzionale. Senza i quali, secondo lei, i divari tra Meridione e Settentrione finirebbero con l’ampliarsi. «La Costituzione - ha aggiunto - prescrive l'istituzione di un fondo di perequazione per tutelare i territori con minore capacità fiscale, più svantaggiati, e soprattutto l'introduzione e il finanziamento dei Lep. Noi abbiamo iniziato a farlo perché, grazie al Governo Draghi, abbiamo iniziato ad abolire il principio della spesa storica e ad affrontare con energia il tema delle discriminazioni e delle disuguaglianze, finanziando per la prima volta i Lep. Non sono affermazioni teoriche, sono cose molto pratiche».

Sulla millenaria questione del Ponte sullo Stretto di Messina, Carfagna si dice favorevole in quanto «opera molto importante, a completamento di un sistema di collegamenti che noi abbiamo programmato e finanziato. Penso all'Alta Velocità Salerno-Reggio ma anche alla tratta Palermo-Messina-Catania», infrastrutture «completate grazie al Pnrr e al fondo complementare». Sull’opera di collegamento tra la Sicilia e il Continente fa però un distinguo sulla fonte di finanziamento: «Chi dice che si può fare con il Pnrr - precisa - non conosce com’è fatto il Pnrr, che impone che le opere vengano completate entro il 2026».

Infine, il Ministro ha riservato una dichiarazione al veleno ai suoi ex compagni di viaggio di Forza Italia, partito in cui ha militato per decenni, prima di aderire ad Azione di Carlo Calenda. «Per ragioni di stile non commento ciò che sta accadendo in Forza Italia. La mia riflessione è che quella che un tempo era la casa dei liberali e dei moderati, una volta che è stata occupata ed egemonizzata dagli estremisti, è diventata non più ospitale per molti, in particolare per me e molti altri», ha così risposto a chi le ha chiesto della diaspora dei quattro parlamentari campani - De Siano, Pentangelo, Sarro e Marzaioli – sempre più vicini al listone Azione-Italia viva. D'altronde Ettore Rosato lo ha detto, “porte spalancate” per chi vuole: «Le nostre porte sono aperte a tutti gli elettori, a tutti i dirigenti e a tutti coloro che si rendono conto che Forza Italia non c'è più e che ormai è una cellula che sta dietro a Fratelli d'Italia e alla Lega».

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