Carlo Buonauro sindaco di Nola: «Io, magistrato, ultimo dei mohicani: per me le porte sono ancora girevoli»

Carlo Buonauro sindaco di Nola: «Io, magistrato, ultimo dei mohicani: per me le porte sono ancora girevoli»
di Carmen Fusco
Lunedì 27 Giugno 2022, 11:01 - Ultimo agg. 18:46
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«Le porte girevoli sono diventate porte sbarrate»: Carlo Buonauro, magistrato del Tar e sindaco neo eletto di Nola, commenta così la riforma del Csm e dell'ordinamento giudiziario, che è entrata in vigore da pochi giorni e che di fatto limita l'impegno dei giudici in politica.

Primo cittadino di Nola dal 13 giugno, eletto al primo turno con 10.219 voti, lei ha parlato di scelta amletica tra la toga e la responsabilità di guidare la comunità che le ha dato fiducia. Vuol dire che in virtù della riforma presentata dal Guardasigilli Marta Cartabia, non potrà più esercitare la funzione di giudice?
«Per la verità sono l'ultimo dei mohicani: la legge è stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale il 20 giugno, esattamente quando sono stato proclamato, ed è entrata in vigore il giorno successivo. Questo vuol dire che, pur dovendo mettermi in aspettativa obbligatoria, una volta terminato il mio mandato potrò ritornare a fare il magistrato. Subirò solo la riduzione del trattamento economico, perché percepirò solo l'indennità di carica».

Ieri si è votato per i ballottaggi. Questo vuol dire che se dovesse essere eletto un magistrato dovrà dire addio alla carriera?
«Se ce ne dovessero essere non subiranno le condizioni di eleggibilità poste dalla legge perché si sono messi in gioco prima della sua entrata in vigore, ma saranno soggetti all'aspettativa obbligatoria senza assegni e non potranno tornare ad esercitare funzioni giurisdizionali.

In pratica in questo modo il Parlamento ha deciso di non avvalersi, per queste cariche, del contributo di competenza dei magistrati».

Lei ha scelto di servire la sua città, tra l'altro con il sostegno convinto di Gaetano Manfredi, sindaco di Napoli e della Città Metropolitana, ma soprattutto suo concittadino. Potrebbe nascere l'asse Napoli-Nola?
«L'istituzione è vicina a Nola così come a tutte le altre città, ma è evidente che l'affinità e soprattutto la conoscenza e la stima personale agevoleranno il percorso».

Cosa le ha detto Manfredi quando è arrivato nel suo comitato elettorale a complimentarsi?
«Mi ha raccomandato di ispirarmi allo spirito bruniano di impegno al di là di ogni condizionamento esterno e di mettere mano alla macchina comunale, a partire dai dirigenti e dai funzionari».

Durante la campagna elettorale, e prima della scissione, il ministro degli Esteri Luigi Di Maio è stato molto presente a Nola dove, tra l'altro il M5S ha ottenuto risultati che non si sono visti nel resto d'Italia. Lo stesso ha fatto Giuseppe Conte che ha partecipato a una manifestazione a Piazzolla. Teme che il divorzio potrà provocare contraccolpi nella sua maggioranza?
«Lo escludo in maniera assoluta, ho registrato una forte compattezza del gruppo dei 5 stelle che mi sostiene. Guardiamo con attenzione ai fenomeni nazionali, ma qui non registriamo strascichi».

A proposito di risultati in controtendenza: la sua coalizione ha mostrato di essere fortemente attrattiva tra i giovani che hanno contribuito alla sua elezione a prescindere dagli obiettivi personali...
«È vero, quella dei giovani è stata una componente decisiva. Hanno apprezzato il mio messaggio di legalità e trasparenza, lavorando con un entusiasmo che ha consentito anche alle liste di affermarsi».

Tornando a Napoli e Nola, anche la città di Giordano Bruno è alle prese con la degenerazione della movida. Come se ne esce?
«Con la sinergia istituzionale, con i controlli più serrati e soprattutto con il rispetto delle regole da parte di tutti. La movida è un'occasione economica e sociale se resta nei ranghi della civiltà. Quando diventa violenta e selvaggia occorre reagire a tutela di tutti e soprattutto dei più giovani». 

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