Casandrino, la Cite denuncia i 16 netturbini che scioperano

Casandrino, la Cite denuncia i 16 netturbini che scioperano
di Giuseppe Maiello
Sabato 30 Marzo 2019, 13:00
2 Minuti di Lettura
Una protesta senza preavviso, e così 16 dei 25 dipendenti della srl Esi (Ecologia e servizi Italia) finiscono denunciati ai carabinieri in concorso per omissione di pubblico servizio. I militari hanno raccolto l'esposto di uno dei dirigenti della società salernitana dal primo novembre subentrata alla Cite. Dal canto suo la srl era stata a sua volta sanzionata dal Comune, a seguito degli accertamenti per omessa pulizia delle strade e rimozione dei rifiuti nei giorni 20 e 21 marzo. L'interruzione del servizio alla base dello stato di agitazione - non comunicato nei tempi previsti, era dovuto al tardivo pagamento degli stipendi.

«Sono arrivate ai nostri uffici segnalazioni. Dopo la verifica si è provveduto a sanzionare la società. Che resta il nostro unico interlocutore: il Comune non ha alcun rapporto con il personale. La srl ci ha spiegato di aver diffidato i dipendenti a prestare comunque il servizio, procedendo poi alla denuncia presso i carabinieri. Rispetto alle rivendicazioni degli operai voglio sottolineare che il pagamento alla società da parte del Comune è rateizzato, e che entro il 27 del mese provvediamo alla liquidazione» spiega il sindaco Salvatore Volpe. Uno dei responsabili della srl si è recato dal comandante della caserma dei carabinieri di Grumo Nevano, coordinati dal comandante Antonino Bruno, ed ha denunciato i 16 dipendenti che avevano incrociato le braccia.
 
A causare la protesta il mancato pagamento degli stipendi che si protrae da alcuni mesi - come hanno più volte spiegato in passato anche i sindacati - e vengono erogati ben oltre il termine previsto dal contratto. La Esi srl, di Scafati, si è aggiudicato l'appalto per cinque anni, subentrando alla Cite, messa sotto accusa dai sindacati, per lo stesso motivo: pagamento delle spettanze in ritardo. 25 i dipendenti in servizio, oltre a 5 altri lavoratori socialmente utili che dipendono dal comune e che provvede in parte al loro stipendio. Gli atti sono stati trasmessi dai carabinieri alla procura di Napoli nord. «Oltre al danno anche la beffa per i dipendenti. Riteniamo che l'amministrazione debba trovare una soluzione che EVTI mensilmente lo stato di agitazione o come in questo caso l'accusa di interruzione di pubblico servizio. I lavoratori hanno diritto al salario sia per la loro dignità ma soprattutto per il sostentamento delle famiglie nella maggior parte dei casi monoreddito» conclude il capogruppo di minoranza di Cambiamo, Angelo Chianese.
 
© RIPRODUZIONE RISERVATA