Afro Napoli, Astarita gioca in difesa: «Delusa perché discriminata. E Salvini non è il demonio»

Afro Napoli, Astarita gioca in difesa: «Delusa perché discriminata. E Salvini non è il demonio»
di Ferdinando Bocchetti
Martedì 16 Ottobre 2018, 11:00 - Ultimo agg. 14:19
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«Quello che ho subito è un'autentica discriminazione. Non credevo si potesse arrivare a tanto, che la mia passione per il calcio fosse messa in discussione da un candidatura con una lista civica che condivide con la Lega un progetto politico per la città in cui risiedo, Marano, ma che non può nemmeno definirsi di destra né tanto meno di estrema destra. Ma anche se fossi stata con la Lega, non comprendo dove sia il problema». A parlare è Titty Astarita, 27 anni, capitano della squadra Afro Napoli, messa alla porta dalla società.

È stata costretta a farsi da parte per le sue idee politiche. Cosa pensa di quel che è accaduto e cosa sta provando?
«Non ho ancora smaltito la delusione e la rabbia. Dopo la decisione, ho pianto e non riesco a farmene una ragione».
 
Chi e quando le hanno comunicato la decisione del club?
«Nei giorni scorsi ho ricevuto la telefonata di Pietro Spaccaforno, che ritenevo fosse un capo tifoso. Si è qualificato come dirigente della società e detto che avrei dovuto scegliere: l'Afro Napoli o la candidatura. Ho cercato di spiegargli che il mio impegno politico non cozza con i principi ispiratori della squadra: non sono razzista, non condivido in toto le scelte di Salvini, ma nemmeno lo demonizzo. Sono in una coalizione di centrodestra e mi batto per il miglioramento della mia città. Tra l'altro, sono candidata in una lista, il Movimento civico maranese, composta perlopiù da persone di estrazione moderata. Quindi, ho contattato il presidente Gargiulo, rendendomi disponibile a stare fuori fino alla conclusione della tornata elettorale. Ma anche lui, di cui avevo grande stima, è stato irremovibile».

Domenica scorsa le sue compagne di squadra non sono scese in campo.
«Le ringrazio tutte, il loro gesto mi ha commosso, ma allo stesso tempo sto male perché so che potrebbero restare senza una squadra. Abbiamo fatto sacrifici enormi, tra l'altro autotassandoci. Ci siamo dovute sobbarcare anche le spese per le divise e siamo state noi a contattare uno sponsor che ci ha permesso di iscriverci al campionato di serie C. E la squadra è allenata da un tecnico extracomunitario, con cui abbiamo un ottimo rapporto: il rimborso è pagato da noi».

Lei è già stata candidata nella sua città e ha anche ricoperto il ruolo di consigliere.
«Con la lista civica Piazza Pulita, poi sono confluita nel Nuovo centrodestra e ho sostenuto, fino al 2015, un sindaco di Forza Italia».

Smaltita la rabbia e la delusione, cosa farà?
«Abbiamo lanciato un appello al presidente della Federazione, affinché ci dia la possibilità di iscriverci al campionato con una nuova matricola.

Non meritiamo di essere escluse».

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