Caso Quarto, il Pd rilancia: «Fico e Di Maio in Antimafia»

Caso Quarto, il Pd rilancia: «Fico e Di Maio in Antimafia»
Martedì 19 Gennaio 2016, 23:16
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ROMA - Non basta la deposizione di Rosa Capuozzo in Antimafia per placare la tempesta politica che si è scatenata sulla testa dei 5 Stelle. Ora il Pd vuole ascoltare anche Roberto Fico e Luigi Di Maio. «Fico e Di Maio vanno convocati in Antimafia e Quarto va sciolta» tuona il senatore Stefano Esposito, componente della Commissione. «Un buon politico non ruba e non dice bugie. I vertici del M5S su Quarto hanno mentito!» è la sua tesi.

Anche il senatore Franco Mirabelli, capogruppo dem in Commissione è convinto della necessità di ascoltare i due componenti del direttorio 5 Stelle, riportando la richiesta durante la seduta di questa sera. «C'è stata una sottovalutazione colpevole di ciò che stava avvenendo a Quarto, credo debbano rispondere anche i parlamentari del M5s Di Majo e Fico che risultano essere stati più volte coinvolti» argomenta. I 5 Stelle non si scompongono. «Noi siamo sempre disponibili; se vogliono audire Fico e Di Maio bene, ma devono dirci quali sono formalmente le motivazioni. La commissione Antimafia non è mica un luna park dove passare del tempo per distrarsi» ribatte uno dei componenti M5s dell'Antimafia Riccardo Nuti.

Che ricorda, tuttavia, che pende in Commissione la loro richiesta di fare luce anche su un gruppo di comuni amministrati dal Pd sui cui insiste lo stesso rischio di infiltrazione mafiosa. Il collega Luigi Galletti addirittura rilancia, «vengano Delrio e Faraone il primo per spiegare la vicenda di Brescello e l'altro perchè coinvolto nella vicenda che lo vedrebbe chiedere a Pizzuto sostegno elettorale. Sul caso Capuozzo, però, »c'è stata una macchinazione contro di noi orchestrata dal Pd in combutta con un presunto camorrista« tuona Mario Giarrusso che poi accusa la sindaca di non essersi consultata neppure con loro, i parlamentari 5 Stelle della Commissione.

I 5 Stelle però arrancano cercando di sviare l'attenzione da Quarto con la stessa pervicacia che intestano al Pd che sta cercando, dicono, di far concentrare l'attenzione mediatica sul caso come se la piccola cittadina campana fosse »New York o Shanghai, Milano o Roma«. È per coprire »la tempesta bancaria« in corso, dice dal blog il cattedratico 5 Stelle, Aldo Giannuli.
Ma ieri Di Maio sosteneva che fosse per »paura di perdere Roma« e il giorno prima »perché temono i sondaggi che vedono il sottoscritto e il M5s superare Renzi e il Pd«. Di certo la questione delle banche è il grimaldello politico che il Movimento intende usare per contrattaccare il Pd. Il M5S ha depositato al Senato la mozione di sfiducia al Governo Renzi per il conflitto d'interessi del premier e del ministro Boschi e per gli ultimi sviluppi legati anche ad i rapporti con la cosiddetta organizzazione segreta »P3«. Domenica il Movimento sarà ad Arezzo per una manifestazione sulla banca Etruria. Ci saranno i parlamentari pentastellati e Di Battista che già chiama alla mobilitazione: »più siamo e più li metteremo all'angolo!«. Ma la strategia del Movimento è altalenante: se prima l'ordine di scuderia della Casaleggio era quello di attaccare il Pd e difendersi davanti all'opinione pubblica incrementando le presenze in Tv, ora i vertici del Movimento hanno tirato il freno. Quello che c'era da spiegare è stato spiegato. Ora meglio tacere e aspettare che passi la bufera.
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