Castellammare, il sindaco Cimmino lancia la sfida: «Voto inquinato? Fate i nomi, pronto a lasciare se ci sono anomalie»

Castellammare, il sindaco Cimmino lancia la sfida: «Voto inquinato? Fate i nomi, pronto a lasciare se ci sono anomalie»
di Fiorangela d'Amora
Domenica 23 Maggio 2021, 11:00
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«Se dovessero emergere anomalie associate alla mia coalizione, sono pronto a dimettermi all'istante». Voto inquinato, ombre sulle elezioni che hanno portato il centro destra alla guida della città di Castellammare, il sindaco Gaetano Cimmino difende la sua maggioranza e chiede chiarezza. «Basta ombre sulla città. Basta con i misteri e con questo reiterato non detto. Via gli omissis dai verbali - commenta il primo cittadino - vogliamo i nomi di chi avrebbe inquinato il voto. I cittadini pretendono chiarezza. Io pretendo chiarezza su chi ha agganci con quella feccia». Per la prima volta il sindaco dice di essere pronto a fare un passo indietro, dimettersi se necessario laddove le inchieste in corso dovessero accertare che i voti della camorra siano andati proprio nella sua direzione. 

La magistratura è al lavoro da mesi su più filoni. Il fascicolo che riguarda le ultime elezioni comunali è inserito nell'inchiesta Olimpo, dove le intercettazioni fanno emergere un sistema di connessioni tra imprenditori borderline e politici. «È il momento di desecretare quegli atti e di fare nomi e cognomi - chiede Cimmino - Vogliamo sapere tutto, senza filtri, senza segreti. Se dovessero emergere anomalie associate alla mia coalizione, sono pronto a dimettermi all'istante». Presunte correlazioni sarebbero emerse anche dalle inchieste Domino 1 e 2 che negli ultimi sei mesi ha portato all'arresto di capi e gregari della cosca dei D'Alessandro. Un fascicolo sulla città è nelle mani del prefetto Marco Valentini e sarà presto inviato al ministero dell'Interno per decidere sull'invio della Commissione d'accesso. Gli ispettori sono stati chiesti a gran voce dalle opposizioni, mai dal sindaco che però ha avuto un colloquio con il prefetto. «La camorra è un cancro, un macigno, una piaga, che ha bloccato per decenni lo sviluppo della città, ha allontanato professionisti, imprenditori e tutte le forze sane che hanno preferito investire altrove. Ora - prosegue il sindaco - è il momento di far luce. E smettiamola di associare a Castellammare l'etichetta di città di camorra». Una difesa strenua del sindaco che però proprio negli ultimi giorni ha dovuto fare i conti con l'elezione di Emanuele D'Apice.

Il suo consigliere anziano nominato nuovo presidente del consiglio ha ricordato il padre, condannato di concorso esterno per associazione camorristica, in aula dopo la sua nomina. Un altro episodio che messo in luce negativamente la città e l'amministrazione di centro destra. 

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«Sin dal primo giorno abbiamo investito sulla bonifica e sulla sanificazione di questi territori - si difende Cimmino - abbiamo iniziato ad estirpare le erbacce, il marcio, dai luoghi in cui l'antistato ha approfittato dell'assenza delle istituzioni per prendere il sopravvento». Tonino Scala di Leu replica: «Bastava chiedere ad inizio consiliatura l'invio della Commissione d'accesso - spiega il consigliere di minoranza - le inchieste arrivate dopo il voto sono una tac con mezzo di contrasto, la Commissione d'accesso non è un atto contro nessuno, è un atto a tutela della città che ha la necessità di capire. Bisogna intervenire ed estirpare la malapianta che da anni tarpa le ali ad una città unica al mondo. Bisogna avere il coraggio di osare la speranza». 

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