Diventa terreno di confronto, al punto tale da scaldare il plenum del Csm. Il caso Maresca viene evocato nel bel mezzo della discussione per la nomina del procuratore di Lucca del magistrato Domenico Manzione. Cosa c'entri Lucca con Napoli, o meglio, quale rapporto ci sia tra l'ex sottosegretario del governo Renzi (che aspira a guidare i pm toscani) e il magistrato anticamorra napoletano è spiegato nel duello in seno al Plenum, tra due big togati: Giuseppe Cascini e Nino Di Matteo. Siamo nell'assemblea di tutti i consiglieri del Csm, quando viene respinta la nomina di Manzione, rimandata alla quinta commissione per una nuova valutazione. A motivare questa decisione - detto per inciso -, la necessità di un nuovo confronto sulla nomina di un ex esponente del governo Renziano. A questo punto interviene Cascini, toga di origini partenopee, da anni magistrato inquirente nella Procura di Roma, nonché uomo forte di Area (gruppo progressista, nato dalla fusione di Md e Movimenti).
È lui a richiamare l'attenzione sul cosiddetto caso Maresca, subito dopo aver incassato lo stop alla pratica Mansione: «Registro un atteggiamento un po' ondivago su questo tema del rapporto tra magistratura e politica, in quanto mentre si chiede di applicare per il dottor Manzione una disposizione di sfavore che non esiste, la prima commissione ha deciso di non occuparsi, applicando le norme vigenti, del caso di un magistrato attualmente in servizio in una grande città, che da mesi agisce e parla come candidato a sindaco di quella stessa città.
Divergenze a parte, c'è un retroscena che emerge dall'intervento dei due togati del Csm. E riguarda la pratica aperta dalla prima commissione sulla scorta di una nota spedita in questi mesi dal procuratore generale Luigi Riello alla Procura generale della Cassazione (che ha l'iniziativa dell'azione disciplinare), dopo il battage mediatico legato a una possibile (e mai confermata) candidatura di Catello Maresca alle prossime comunali napoletane. In sintesi, la prima commissione avrebbe aperto e archiviato il fascicolo su Maresca, non avendo ravvisato comportamenti inopportuni da parte del magistrato partenopeo. Indicato come possibile candidato civico per la corsa a Palazzo San Giacomo, Maresca non replica alla discussione tenuta ieri in sede di Plenum, a proposito del confronto tra Lucca e Napoli. O meglio: tra l'ex sottosegretario renziano che aspira a fare il procuratore e il sostituto pg indicato tra i papabili per la corsa a Palazzo San Giacomo.