Autonomia, chiamata alle armi della Cgil: «Saranno mesi di mobilitazione»

L'affondo del segretario generale Nicola Ricci: "Atto gravissimo il disegno di legge Calderoli"

Il congresso regionale Cgil alla Stazione marittima
Il congresso regionale Cgil alla Stazione marittima
di Alessio Liberini
Venerdì 3 Febbraio 2023, 18:41 - Ultimo agg. 18:53
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Dopo il via libera arrivato ieri dal Consiglio dei ministri, dal congresso regionale della Cgil si alza il fronte del no: «Il disegno di legge Calderoli sull’autonomia differenziata è un atto gravissimo». Così ha tuonato il segretario generale della Cgil Campania, Nicola Ricci, a conclusione del focus «Meridiana/Meridione: l'Italia a pezzi: il Mezzogiorno e l’autonomia differenziata». Incontro che ha dato il via alla seconda giornata dal XII Congresso regionale del sindacato, in corso da ieri alla Stazione Marittima di Napoli.

Dalla tavola rotonda del congresso - a cui hanno preso parte da remoto anche i presidenti di regione, Stefano Bonaccini (Emilia Romagna) e Michele Emiliano (Puglia) - parte, difatti, la chiamata alle armi per «costruire un fronte comune» contro il ddl proposto dal ministro per gli Affari regionali e le Autonomie dell’esecutivo guidato da Giorgia Meloni.

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«Ci aspettano 11 mesi di mobilitazione» annuncia Ricci aprendo anche all’appello lanciato, nel corso del confronto, dal governatore dem, Michele Emiliano, ai parlamentari eletti nel Sud.

In vista del prossimo gennaio 2024 quando «le Regioni potranno fare accordi con questo governo sulle materie concorrenti: vedremo quanti alleati saranno dalla nostra parte».

«Questa autonomia non va bene». Non usa mezze misure neanche il candidato per il ruolo di segretario nazionale del Partito Democratico, Stefano Bonaccini, invitando tutti a battagliare per «evitare che questa autonomia, come sarà se viene applicata, spacchi in due il Paese».

Bonaccini definisce l’ok arrivato ieri del Consiglio dei ministri un fatto «curioso» dal momento che «il Parlamento arriverà a discuterne forse tra sei mesi o un anno, quindi hanno fatto una sceneggiata, senza condividerla con noi, perché prima delle Regionali in Lombardia hanno bisogno di dare uno scalpo alla Lega».

Il presidente dell’Emilia Romagna boccia però il ddl anche perché «non tiene conto dei Lep che vengono definiti in modo assolutamente bizzarro con un Dpcm, cosa surreale. Avevamo detto: prima di arrivare all'autonomia bisogna definire i Lep e levare la spesa storica altrimenti il Mezzogiorno sarà sempre penalizzato».

A non avere proprio dubbi, su eventuali penalizzazioni per il Sud, è il presidente della Puglia, Michele Emiliano, che si dice anche offeso: «Calderoli fa una dichiarazione che io considero offensiva, dice che l'autonomia differenziata servirà a superare i divari tra Nord e Sud, come se fossimo deficienti, e che lo fanno per noi. La decenza è un concetto che deve esistere?». «È possibile non essere presi in giro? – si domanda il governatore, senza mancare d’ironia – Era più corretta la posizione di chi diceva che il Sud è perduto, dobbiamo staccarlo dall'Italia e correre da soli. Era molto più leale la posizione di chi diceva “facciamo uno Stato federale e ognuno va per sé”, ma questa cosa che l'autonomia serve ad aiutare il Mezzogiorno è una posizione illogica e politicamente delirante».

Per la vicesegretaria generale della Cgil, Gianna Fracassi, l’autonomia penalizza, invece, proprio tutti. Non solo il Mezzogiorno. «Crediamo che questo sia il momento di ricucire il Paese e non di allargare i divari o di pensare che l'Italia possa competere nel mondo per singole Regioni: non può esistere un’opzione di questa natura - ribadisce Fracassi motivando che come sindacato - chiederemo al Governo di dare valore a quella parte della Costituzione che dice che tutti i cittadini sono uguali di fronte ai diritti fondamentali, e quindi no all'autotomia differenziata, bisogna ripristinate quei diritti di cittadinanza, utilizzando le risorse necessarie per garantire sanità, istruzione e lavoro, non solo nel Mezzogiorno, ma nelle tante aree interne di questo Paese. Deve essere chiaro che l'autonomia differenziata non penalizza solo il Sud».

Nel corso della seconda giornata del congresso, dove Nicola Ricci è stato riconfermato segretario generale della Cgil Campania con l’83% dei consensi, non può non far rumore l’assenza, inattesa, del titolare di Palazzo Santa Lucia, Vincenzo De Luca, che sarebbe dovuto essere protagonista del confronto mattutino insieme ai colleghi presidenti di Regione, Emiliano e Bonaccini. Ma, al posto dell’ex sindaco di Salerno, a parlare di autonomia per la Regione Campania c’era invece l’assessore al Bilancio, Ettore Cinque. 

«In apertura di congresso – precisa Ricci, commentando il forfait del presidente della Campania - abbiamo parlato di crisi industriali, sanità, vivibilità. Abbiamo sentito Bonaccini ed Emiliano, presidenti delle uniche due Regioni che hanno un piano per il lavoro e per l’ambiente, che si sono collegati on line pur di partecipare al dibattito. Quando il presidente De Luca ci ha chiamato per la manifestazione della pace, la Cgil c’era, quando ha convocato l’assemblea del mondo della scuola, la Cgil c’era. Il presidente De Luca, con la sua assenza, ha perso un’occasione per dire la sua».

«Ci sarebbe piaciuto sentire la sua voce sul giusto cambio di direzione - insite il segretario regionale del sindacato, ricordando il recente incontro a Palazzo Santa Lucia tra De Luca e Calderoli - nel quale fu prefigurato un accordo su 7 materie tra le 23 previste e che, pochi giorni dopo, ha smascherato il vero pensiero di Calderoli e della Lega che, fin dalla sua fondazione, ha puntato sull’autonomia del Nord».

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