Cgil Napoli, il congresso si apre con la testimonianza di un soccorritore di Ischia

L'intervento sulla frana drammatica, poi l'elenco delle priorità da affrontare anche a Napoli

La storica insegna
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Giovedì 26 Gennaio 2023, 11:48 - Ultimo agg. 18:21
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Si è aperto con una testimonianza di Luigi Baldino, uno degli soccorritori di Casamicciola, all'opera nelle ore immediatamente successive all'alluvione di due mesi fa, il sesto congresso della Cgil di Napoli, in corso fino a domani alla Stazione Marittima. « Napoli (non è) fragile: abbiamo scelto questo titolo - ha detto il segretario generale Nicola Ricci - affiancandolo a quello nazionale, perché a una città come Napoli, con il proprio peso istituzionale e la sua storia, la sua cultura, è toccato il tema di essere una metropoli nel limbo delle contraddizioni, delle criticità, dei problemi, macro e atavici, dal dissesto finanziario alla scarsa vivibilità, dalla cronicità di alcuni indicatori negativi, alle potenzialità e tante altre ancora inespresse».

«Il Comune di Napoli, con quasi cinque miliardi di debiti e un bilancio che andrà approvato entro marzo del 2023 con un disavanzo di circa 2,2 miliardi, coincidente a grandi linee con la mancata riscossione di tasse - secondo Ricci - andrà sostenuto anche nel confronto con l'attuale governo, previa condivisione degli obiettivi, nella realizzazione del Patto per Napoli cui Cgil, Cisl, Uil Napoli hanno guardato con interesse e consenso.

Riaffermiamo le linee che hanno accompagnato il tavolo tra Cgil Cisl Uil, Confindustria Napoli e Sindaco Manfredi: sviluppo dell'area metropolitana con spazi di partecipazione nelle scelte di programmazione e di crescita economica; strumenti di indirizzo rispetto a Napoli Est e Bagnoli, Porto, trasporti; monitoraggio dei bandi di Pnrr da cui arriverà circa 1 miliardo di euro».

«Dobbiamo rendere la nostra città, i quartieri e la provincia, - ha aggiunto Ricci - più inclusivi, sicuri, resilienti, sostenibili, avanzati. Solo così possiamo porre fine al fenomeno della desertificazione delle aree interne e alla riduzione in periferia di tutte le aree immediatamente attigue all'area cittadina e metropolitana. Sebbene ridotta nelle sue dimensioni complessive, la manifattura industriale conserva ancora poli di qualità con imprese capofila a partecipazione pubblica».

«Il Patto che fu sottoscritto con il Governo Draghi - ha sottolineato - necessita di un coordinamento con il nuovo governo. Dobbiamo avviare il confronto per temi del Patto per Napoli attraverso il pieno coinvolgimento di tutte le forze sociali così come chiesto insieme a Confindustria e deciso con il sindaco Manfredi. Aggredire la disoccupazione giovanile e di lunga durata, in primis offrendo occasioni di sviluppo, ma anche con adeguate politiche di sostegno al reddito e di formazione è parte fondamentale per raggiungere l'obiettivo di contrasto alla povertà, alla disgregazione e alle marginalità sociali. Non si tratta solo di affrontare l'emergenza che si determinerà anche a causa dell'abolizione del Reddito di Cittadinanza che oggi interessa, a Napoli, oltre 416 mila percettori ma occorre recuperare capacità di rappresentanza e di rapporto con una vasta platea di giovani, disoccupati o inoccupati sulla base di precisi e credibili obiettivi». «In questi anni - ha concluso Ricci - Napoli ha subito una forte »dismissione« industriale, una parziale deindustrializzazione, favorito la desertificazione, il ridimensionamento e la scomparsa di grandi imprese industriali, grandi crisi di settore (meccanico, elettronico, Tlc, eccetera) che ha portato alla scomparsa anche delle medie-piccole imprese. È innegabile, infatti, che la permanenza e la ripresa delle grandi e medie aziende, così come il rilancio delle aziende più piccole potranno essere garantiti solo se si introdurranno innovazioni di processo e di prodotto che ne accrescono la competitività. L'aumento di competitività tuttavia non deriva solo dall'introduzione di innovazioni ma anche da un miglioramento del contesto nel quale le aziende operano. Il che significa garantire tanto una disponibilità di aree industriali attrezzate a costi accessibili e competitivi, quanto un'offerta di servizi moderni e funzionali all'industria».

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