Cisl Fp al sindaco Manfredi: «Napoli affonda: o si cambia registro, o muore»

«Autonomia differenziata è il tentativo del Nord di prendere dal Sud»

Lorenzo Medici, numero uno della Cisl Funzione Pubblica della Campania
Lorenzo Medici, numero uno della Cisl Funzione Pubblica della Campania
Venerdì 18 Novembre 2022, 17:40
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«Ora basta. Basta con il disegno strisciante di privatizzazione dei servizi, che aggravano pesantemente la spesa pubblica rendendola insostenibile a causa dei costi esorbitanti. Basta con lo stato pietoso in cui versano strade, giardini e infrastrutture pubbliche. Basta con il silenzio sulle partecipate, che restano la vera zavorra del bilancio del comune di Napoli, con il traccheggiamento ed i continui rinvii. Basta con le lobby dei CdA che impediscono l’efficientamento. Napoli affonda: o si cambia registro, o muore».

Lorenzo Medici e Luigi D’Emilio, numero uno della Cisl Funzione Pubblica della Campania e di Napoli, si rivolgono al sindaco Manfredi per chiedere un'urgente inversione di rotta.

«Non avevamo e non abbiamo bisogno di un rondò veneziano. Quando c’è un malato si chiama un bravo medico e non chi è pronto a officiare l’estrema unzione. Da mesi stiamo segnalando che le cose non vanno, che il Patto per Napoli non risponde alla vera esigenza di rilancio dell’ente per quantità e qualità delle politiche messe in atto, che siamo pronti a partecipare ad un tavolo di confronto permanente con il comune per rivedere l’intesa e realizzare un piano di assunzioni straordinario per rilanciare i servizi della terza città d’Italia. L’assessore al bilancio si è preoccupato di capire se le risorse del fondo sono state distribuite legittimamente o è il caso di ricorrere alla magistratura contabile

I due leader concludono: «Noi del Sud non siamo fannulloni e privi di iniziativa, abbiamo risorse intellettuali che in questi decenni hanno fatto, emigrando, la fortuna del Nord e che ora sono cercati dalla Silicon Valley americana, e che non utilizziamo a Napoli per dare soldi a società di privatizzazione. Mettiamo queste intelligenze al servizio degli enti pubblici, a partire dalla città capoluogo. Avremmo una occupazione aggiuntiva importante e di certo servizi più efficienti, e dimostreremmo ancora una volta che l’autonomia differenziata è solo il tentativo di alcune regioni del Nord di prendere dal Mezzogiorno, dopo aver costruito il loro sviluppo grazie ai nostri giovani chiamati sopra a dirigere, anche quelle poche risorse pubbliche rimaste a disposizione». 

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