Città della Scienza, intervista a Riccardo Villari: «La riqualificazione si farà, vado avanti fino in fondo»

Città della Scienza, intervista a Riccardo Villari: «La riqualificazione si farà, vado avanti fino in fondo»
di Valerio Esca
Domenica 24 Luglio 2022, 12:00 - Ultimo agg. 25 Luglio, 07:25
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Riccardo Villari, presidente della Fondazione Idis-Città della Scienza, alla luce della caduta del Governo c'è il rischio di uno stop rispetto al lavoro che state portando avanti in sinergia con il ministro del Sud Mara Carfagna?
«Ho appena parlato con il ministero e mi hanno assicurato che si andrà avanti. Per loro è fondamentale. L'intenzione quindi è quella di proseguire il lavoro fatto fino ad ora».

La convocazione della cabina di regia del 2 agosto quindi non è in discussione?
«Mi hanno assicurato di no, perché per loro è ordinaria amministrazione.

Sarebbe un peccato il contrario. Noi abbiamo fatto la nostra parte, portato avanti in questi mesi insieme alla Regione Campania, al Comune di Napoli e al commissariato di Governo tutto il lavoro per arrivare alla prossima riunione con in mano il progetto per la ricostruzione dello Science center. Per quanto ci riguarda questo è il nostro contributo per la rinascita di Bagnoli. Chiediamo a tutti di fare come noi le cose in maniera trasparente e pulita. Se continuiamo in sinergia a lavorare tutti insieme il cronoprogramma verrà rispettato».

Nella cabina di regia di cosa si discuterà?
«Si dovrebbe ratificare l'accordo con il Tribunale fallimentare, grazie al quale il Comune azzera il debito per i suoli di Bagnoli. Tutta la vicenda che riguarda i contenziosi si è di fatto chiusa dopo anni ed anni grazie al lavoro fatto dal sub commissario Dino Falconio. In cabina di regia si prenderà atto di questo risultato. Poi ci siamo noi che abbiamo il piano planimetrico avendo individuato il sito dove ricostruire il museo, ovvero al posto dell'attuale parcheggio. Quindi ci sarà una messa a punto del progetto che sottoporremo alla cabina di regia. Sotto l'impulso del sindaco-commissario siamo già in trattativa con Invitalia per le permuta dei suoli dell'area del parcheggio. Una volta ricevuto il via libera dalla cabina di regia possiamo far partire le gare. I fondi ci sono quindi si andrà spediti. Dobbiamo soltanto realizzare il museo».

Quando ci sarà la posa della prima pietra della ricostruzione?
«Io mi auguro per la fine di quest'anno, ma se non fosse per il 2022 per inizio 2023 sicuramente. Oramai ci siamo. Il vero grande miracolo è stato quello dell'intesa istituzionale in cabina di regia di tutti i soggetti coinvolti, grazie alla quale siamo riusciti a localizzare l'area dove costruire il nuovo museo, la cosiddetta area parcheggio, con una modifica del Programma di risanamento ambientale e di rigenerazione urbana (Praru) e non con una vera e propria variante. Questa linea, proposta da noi e condivisa da tutti ci ha fatto superare lo stallo causato dal Comune con la scorsa amministrazione. De Magistris in maniera del tutto ideologica, senza un motivo, ci voleva costringere a costruire in un'area ancora da bonificare che mandava alle calende greche la ricostruzione. Invece con un pò di buon senso, senza modificare i volumi edificabili e senza cambiare nulla, se non la localizzazione, riusciremo a ricostruire in un terreno già bonificato e disponibile. Questo ci ha fatto guadagnare anni rispetto a tutto il tempo perso in precedenza per colpa del Comune. Siamo alla vigilia di un evento che ha un grande significato per Città della Scienza e per Bagnoli. Questa è la dimostrazione di come si riescono a raggiungere gli obiettivi quando c'è una sinergia istituzionale e quando si lavora tutti insieme».

Nell'area ex Eternit serve però un'accelerazione sulle bonifiche, a che punto siamo?
«Io ho una mia idea sulla scelta fatta. Perseguire l'idea della bonifica integrale è una strada che in altre vie del mondo non mi pare sia stata perseguita. L'obiettivo della bonifica dei suoli è relativo ad un problema di inquinamento. Il nostro dipartimento di Agraria della Federico II ha dimostrato come la messa in sicurezza dei terreni, grazie alla vegetazione sia utile per un risanamento ambientale. Alberi, arbusti e vegetazione al verde è acclarato che portino risultati in termini di contenimento dei materiali inquinanti. E poi c'è un altro aspetto che riguarda Bagnoli: i progetti che esistono non sono attraenti perché il risultato è che non trovi privati che ci vengono a mettere soldi».

La vera sfida è quella di attrarre nuovi investimenti?
«Io specificherei capitali privati. Perché immaginare sempre e comunque che sia il pubblico a fare tutto, soprattutto in congiunture come queste, non è semplice. Bisogna creare una sinergia tra pubblico e privato. Perché il privato viene se conviene. Sicuramente aver risolto la parte del debito pregresso può essere un primo passo, perché un privato che deve entrare in un groviglio di contenziosi non ha alcun interesse a farlo. Oggi ci sono le condizioni. Detto questo, cominciamo a realizzare ciò che si può realizzare. Altrimenti parliamo di tutto e non facciamo mai nulla». 

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