Città metropolitana di Napoli, scontro dentro e fuori i partiti: «Resa dei conti in Fi»

Città metropolitana di Napoli, scontro dentro e fuori i partiti: «Resa dei conti in Fi»
di Valerio Esca
Mercoledì 16 Marzo 2022, 12:04
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A 24 ore dalla proclamazione degli eletti del nuovo Consiglio metropolitano nei partiti arriva il momento della resa dei conti. Tradimenti, accordi sottobanco, veleni, giravolte dell'ultimo minuto. Prima ancora che si apra la battaglia per l'assegnazione delle deleghe da parte del sindaco Gaetano Manfredi, nell'ex Provincia volano le coltellate. Non c'è un solo schieramento che non sia stato colpito dall'onda d'urto delle urne. L'ex rettore ha vinto il derby con i cugini del Pd accaparrandosi più voti della lista con all'interno deluchiani e dem. Il terremoto post voto del Partito democratico è costato ad Aniello Esposito il posto di capogruppo nell'assise cittadina di Napoli. Poi il grande bluff nella lista di Antonio Bassolino-Alessandra Clemente e Josi della Ragione Comuni protagonisti e uniti. Un progetto abortito ancor prima di nascere. Basti pensare che il programma elettorale è stato scritto dalla stessa Clemente, che alla fine ha votato per Salvatore Cioffi del M5S. E poi il centrodestra, con la polveriera Forza Italia. 

Se da una parte in Fi ci tengono a rimarcare come si sia rinsaldato l'asse Martusciello-De Siano, che ha portato a casa due consiglieri «senza Cesaro», dietro le copertine patinate si è aperto lo scontro. C'è chi si è sentito tradito dai vertici del partito. Salvatore Guangi, vicepresidente del Consiglio comunale di Napoli e rieletto in Consiglio metropolitano, è amareggiato e in fase di riflessione, ma a differenza di altre occasioni questa volta rompe gli indugi: «C'era un disegno chiaro dietro queste elezioni. Farmi fuori politicamente. Il partito ha orchestrato una trama che voleva la mia uscita dalla Città metropolitana. Ho rischiato di pagare ancora una volta la gestione scellerata dei vertici locali di Fi». Guangi getta benzina sul fuoco. «Il partito politico dovrebbe sostenere gli attori che quotidianamente lo rappresentano all'interno delle istituzioni. La coerenza, purtroppo, anche in politica, non è un valore universale». Poi racconta: «Fino alla sera prima mi era stato assicurato il supporto dell'intero gruppo di Napoli (composto oltre che da Guangi, da Iris Savastano e Domenico Brescia)». Guangi alla fine si è ritrovato con un voto in meno, quello di Brescia, che pare sia andato al consigliere di Quarto Rosario Di Roberto. «Un'elezione sofferta, una vittoria dolorosa ribadisce infine Guangi -.

In passato ho perso da solo, oggi ho vinto da solo. Per il futuro rifletterò e valuterò l'opportunità di navigare in autonomia». 

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Dal centrodestra, risultati alla mano, sono tutti convinti che andando uniti sarebbero scattati altri due seggi. La domanda sorge spontanea: perché si sono presentati ognuno con il proprio simbolo e la propria lista? «Un centrodestra diviso perde due volte. Con oltre 7mila voti avremmo potuto affermarci come prima forza politica» evidenzia Domenico De Siano, coordinatore regionale di Fi. «È il tempo dell'unità della coalizione rilancia il coordinatore cittadino Fulvio Martusciello -. È il tempo di mettere da parte le divisioni, per prepararsi alle elezioni politiche». Ne sono convinti anche in FdI.

Il centrosinistra, al netto dello strappo nel Pd, è riuscito a portarsi a casa la maggioranza dei seggi: 17 tra Manfredi, dem, deluchiani e M5S. Questi ultimi si sono ritrovati un seggio in più grazie al voto di tre consiglieri di Napoli, oltre i 5 grillini. Comincia adesso la bagarre per l'assegnazione delle deleghe (fari puntati su quella del Pnrr), al netto della carica di vicesindaco. «Il voto per in Città metropolitana ha segnato una netta vittoria del centrosinistra e del sindaco metropolitano Manfredi. Le competenze in capo a questa istituzione, i fondi del Pnrr, impongono uno sforzo straordinario per avviare nel più breve tempo possibile un'incisiva azione di governo per un territorio di oltre tre milioni di cittadini» ha rimarcato invece l'europarlamentare del Pd Andrea Cozzolino

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