Napoli, creato il Comitato promotore del referendum sanità

Napoli, creato il Comitato promotore del referendum sanità
Lunedì 2 Maggio 2022, 19:32
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E’ stato costituito il comitato promotore del referendum approvativo ex articolo 15 dello Statuto per un nuovo modello di sanità nella regione. Ne fanno parte, oltre alla Cisl Campania ed alla federazione della funzione pubblica, guidate rispettivamente da Doriana Buonavita e Lorenzo Medici, le 4 unioni territoriali (area metropolitana di Napoli, Irpinia-Sannio, Caserta e Salerno) e la federazione dei pensionati dell’organizzazione.

Tra le prime adesioni esterne, si segnalano quella del forum nazionale sanità con il presidente Aldo Bova, del Movimento Cristiano Lavoratori regionale e napoletano con i presidenti Arturo Rainone e Michele Cutolo, della Lega con il coordinatore Valentino Grant e i consiglieri Giampiero Zinzi e Severino Nappi.

Il 12 e il 13 maggio sono in programma incontri con il terzo settore, cui aderiscono numerose associazioni, e con i segretari ed i capigruppo dei partiti politici per verificare ulteriori disponibilità, alcune già annunciate. A giugno si terranno poi gli Stati Generali, con una apposita iniziativa alla stazione marittima di Napoli e l’avvio della raccolta delle 50 mila firme necessarie per presentare la proposta di legge su cui la giunta ed il consiglio sono chiamati a pronunciarsi, approvandola, senza modifiche sostanziali, entro 6 mesi per evitare il voto popolare.

Sono già in corso contatti con la Corte d’Appello per le procedure organizzative necessarie ad accogliere le adesioni.

Al centro dell’iniziativa della Cisl la definizione di un nuovo modello organizzativo in grado di eliminare le storture emerse durante questi anni di pandemia, con gli ospedali napoletani sovraffollati e in difficoltà per l’ancestrale assenza di presìdi, case di cura ed ospedali di comunità necessari per l’accesso dei pazienti al primo soccorso. Il sistema a cui guarda il sindacato è quello della medicina territoriale e di prossimità, con la creazione di aziende sanitarie territoriali cui affidare il governo delle aree locali, scorporando da esse le strutture ospedaliere, alla diffusione della telemedicina ed al potenziamento dell’assistenza domiciliare.

Gli standard a cui la Cisl e la funzione pubblica puntano per l’assistenza sul territorio e per l’utilizzo ottimale dei 15 mila nuovi addetti previsti dal Dm 71 appena varato, sono il distretto, perno principale del nuovo modello, in numero di 1 per ogni 100 mila abitanti, che rappresenta il centro di riferimento per l’accesso a tutti i servizi e che dovrà inglobare gli attuali ambiti socio-sanitari varati dai piani di zona, le case della comunità (una ogni 40-50 mila residenti, con ambulatori di medici di medicina generale e pediatri) che rappresentano il luogo fisico di prossimità per poter entrare in contatto con il sistema di assistenza sanitaria e sociosanitaria, gli ospedali di comunità (almeno 1 con 20 posti letto ogni 100 mila abitanti) come struttura sanitaria di ricovero breve in grado di svolgere una funzione intermedia tra il domicilio e il ricovero ospedaliero, e con la finalità di evitare improprie corse ai grandi nosocomi, come succede tuttora, creando spesso emergenze che rischiano di produrre il collasso del sistema, «finora evitato – sottolineano Cisl e Fp – solo grazie al grande impegno messo in campo dagli operatori sanitari e dalla loro innata professionalità».

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