«Commissariare de Magistris», spunta il nuovo asse tra Pd e M5S

«Commissariare de Magistris», spunta il nuovo asse tra Pd e M5S
di Carlo Porcaro
Domenica 9 Giugno 2019, 08:30 - Ultimo agg. 12:08
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Crescono le adesioni alla richiesta dei 58 senatori grillini di commissariare de Magistris. All'interrogazione presentata al ministro dell'Interno, Matteo Salvini, per verificare la corretta amministrazione del Comune di Napoli, si accodano 8 senatori del Partito Democratico, tutti renziani. Ed il numero, a quanto trapela, è destinato ad aumentare nelle prossime ore. La partita in gioco è dura e richiama tutti i partiti ad una presa di posizione. «Noi lo diciamo da anni, finalmente adesso anche da parte dei grillini arrivano parole chiare e nette», la premessa della nota comune firmata dai dem Valeria Valente, Teresa Bellanova, Caterina Biti, Eugenio Comincini, Dario Parrini, Simona Malpezzi, Dario Stefano e Francesco Verducci. Secondo i parlamentari, la gestione dell'ex pm, arrivato ormai all'ottavo anno da sindaco e con ambizioni da presidente della Regione in chiave anti-De Luca, è stata «un totale fallimento» e così le firme da domani a Palazzo Madama passeranno a 66. «Noi che da anni continuiamo instancabilmente a ripeterlo siamo pronti ad aggiungere immediatamente le nostre firme a quelle dei senatori grillini - proseguono gli esponenti del Pd ispirati dall'ex candidata sindaco del centrosinistra Valente - Di fronte a chi tiene da anni in ostaggio un'intera città cui vengono negati i servizi pubblici essenziali, di fronte a fallimenti così evidenti e chiari non c'è colore politico e polemica che tengano». Dura la replica di de Magistris: «L'interrogazione dei Cinquestelle è una vergogna, farebbero bene a pensare al Paese e al taglio agli enti locali».
 
Il Pd quindi dischiude le porte ai grillini con cui i rapporti a livello nazionale, soprattutto da parte del fronte renziano cui appartengono i senatori che hanno annunciato la firma contro de Magistris, sono pessimi. Conseguenza: lo scenario politico locale si ingarbuglia sempre più. Provando a semplificare: il sindaco ha invocato un'alleanza con i grillini, una parte del Pd ha aperto un confronto con de Magistris, oltre la metà dei senatori M5S hanno chiesto al leader della Lega di salvare Napoli e di mandare a casa il primo cittadino. «Siamo pronti a dare il nostro contributo. Napoli viene prima di qualsiasi interesse diparte. Adesso basta: i napoletani meritano di essere governati da amministratori seri e competenti», il commento di Valente e degli altri. Un segnale anche interno agli stessi dem: c'è una componente più di sinistra - i fedelissimi del segretario Nicola Zingaretti - che non vede de Magistris come il male assoluto e non nutre simpatie per un De Luca sempre più pronto al bis. Quanto ai pentastellati, l'interrogazione con primo firmatario Vincenzo Presutto, ha smosso le acque e posizionato il Movimento senza più indugi mettendo nell'angolo l'ala dialogante guidata da Roberto Fico.

E le altre forze di opposizione come si muoveranno? Se Forza Italia saluta con soddisfazione il risveglio del Pd, la Lega si muove con maggiore cautela pur condividendo in pieno i rilievi amministrativi. «Mi fa piacere constatare che i colleghi del Pd son desti - ironizza Paolo Russo, coordinatore Grande Napoli per i berlusconiani - Da una parte occhieggiano alla mala gestio di de Magistris, dall'altra si associano ai Cinquestelle. Forse per i sondaggi si svegliano all'improvviso? So sicuramente - continua il deputato azzurro - che il disastro finanziario e gestionale noi lo denunciamo da 8 anni, quindi per il Pd meglio tardi che mai». Quanto alla richiesta nello specifico, «Forza Italia certo non si mette di traverso: i motivi per nominare una commissione d'accesso ci sono per l'incapacità gestionale. Porteremo a sostegno le denunce e le interrogazioni già fatte in Consiglio comunale». Il referente regionale di Salvini, Gianluca Cantalamessa, che pure col sindaco di battibecchi ne ha avuti, dice: «Se sussistono i presupposti in punta di diritto allora è giusto intervenire, credo però che de Magistris verrà sconfitto nelle urne». L'ipotesi commissario non la vede di buon occhio: «Napoli non è amministrata, o meglio lo è ma solo a uso e consumo del sindaco e degli amici, ma far fallire un Comune significa danneggiare le imprese e i cittadini».
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