Commissioni Regione Campania, nuovo rinvio: veti incrociati su Lega e M5S

Commissioni Regione Campania, nuovo rinvio: veti incrociati su Lega e M5S
di Carlo Porcaro
Domenica 31 Gennaio 2021, 10:30 - Ultimo agg. 10:45
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Commissioni speciali del Consiglio regionale, arriva l'ennesimo rinvio. La convocazione, inizialmente fissata per domani dal presidente dell'assemblea Gennaro Oliviero, è stata spostata all'8 febbraio. Una settimana ancora di tempo, quindi, per verificare la possibilità di rispettare l'accordo - sottoscritto ad inizio legislatura tra il vicepresidente della giunta Fulvio Bonavitacola, il capo dell'opposizione Stefano Caldoro ed il capogruppo del Movimento Cinquestelle Valeria Ciarambino che ha già portato alcuni esponenti del centrodestra nell'Ufficio di Presidenza e la stessa Ciarambino nel ruolo di vicepresidente dell'Aula. Il motivo del rinvio è lo stesso ormai da settimane. Da Palazzo Santa Lucia, ovvero dal governatore Vincenzo De Luca non ufficialmente ma tramite il suo capo segreteria Nello Mastursi che lo ha comunicato al capogruppo Pd Mario Casillo aprendo così una pericolosa frattura interna, è arrivato un veto nei confronti di due potenziali presidenti, Severino Nappi della Lega e Michele Cammarano dei Cinquestelle. Nel centrodestra il garante dell'intesa è Caldoro che mette in chiaro: «Lo statuto rende evidente l'indipendenza del Consiglio e la maggioranza non può certo votare al posto nostro», il messaggio recapitato alla maggioranza. «No ai veti, ma non ci sottraiamo al confronto interno ai gruppi consiliari, tra maggioranza e opposizione», ha aggiunto l'ex governatore. I grillini, invece, sono silenti da settimane: temono che una sortita contro De Luca possa pregiudicare la distribuzione delle poltrone soprattutto in una fase in cui per le comunali di Napoli si avvicina un accordo tra loro, il Pd e le liste che fanno riferimento a De Luca.

L'input dalla giunta non è stato affatto gradito dai consiglieri dem che hanno fatto intendere che, salvo le scelte tutte interne al centrodestra, non ci stanno a scegliersi i presidenti che per statuto spettano alle minoranze. In un primo momento era infatti emersa la possibilità di scegliere il consigliere Gennaro Cinque, passato dal centrodestra caldoriano alla maggioranza deluchiana in occasione del voto sul bilancio. «Non premieremo Cinque», la posizione netta del Pd indirizzata a Palazzo Santa Lucia dove Casillo si è recato più volte in questi giorni per provare a trovare una mediazione utile a far finalmente insediare le commissioni speciali. «Cinque è fuori dal centrodestra», la posizione invece dell'opposizione.

Chi uscirà vincitore da questo braccio di ferro? Se il Pd non rispetta l'accordo, viene nuovamente ridimensionato da De Luca. Se le opposizioni subiscono i veti, si apre un vulnus all'autonomia del Consiglio con possibile ricorso alla Consulta statutaria presieduta dal professore Alfonso Furgiuele o persino uno di natura giudiziaria.

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L'accordo prevede nel dettaglio che la Trasparenza vada a Nunzio Carpentieri di Fratelli d'Italia, l'Anticamorra a Nappi della Lega; Aree interne al grillino Cammarano, l'Innovazione e Sostenibilità delle imprese a Gennaro Saiello sempre del M5S. A queste, andrebbero poi aggiunte due commissioni d'inchiesta di nuova creazione: Polo Ambientale al salviniano Attilio Pierro, Bonifiche a Luigi Cirillo dei Cinquestelle. Non verrebbe quindi confermata la commissione sulla Terra di Fuochi chiesta a gran voce invece dalla grillina Marì Muscarà che, indignata dal comportamento dei suoi, ha sbottato: «Verrà cancellata per la volontà di tutti, anche di quelli che pur ne hanno fatto campagna elettorale, ma non accadrà con il mio silenzio».

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