Comunali a Napoli, Bassolino torna in piazza: «Stop alle scelte romane»

Comunali a Napoli, Bassolino torna in piazza: «Stop alle scelte romane»
di Luigi Roano
Giovedì 17 Giugno 2021, 08:00 - Ultimo agg. 19:27
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Da Facebook alla piazza, anzi al comizio, così Antonio Bassolino candidato indipendente a sindaco di Napoli spariglia. Ha tanta voglia di stupire e in corpo anche un po' di legittimo veleno, ma non perde mai «il suo stile». Lo sbarco in Piazza Carità - declina all'antico lo slargo nel cuore di Napoli sovrastato dal monumento a Salvo D'Acquisto - è seguito da diverse centinaia di persone. «Non mi nascondo, sono un politico, sono comunista sono del Pci, i miei maestri sono stati Amendola, Ingrao e Berlinguer, ma sono un uomo delle Istituzioni. Ho contribuito a fondare il Pd, che per 11 anni mi ha isolato, senza affidarmi nessun incarico». Eccolo il veleno tirato fuori mai così esplicitamente, non l'unica botta ai dem. Il primo comizio elettorale dopo quello negatogli 13 anni fa - siamo nella primavera del 2008 - quando il leader del Pd e candidato premier Walter Veltroni gli negò di salire sul palco di Piazza del Plebiscito per salutare la città. In quei giorni Bassolino aveva annunciato il suo addio alla Regione che sarebbe avvenuto esattamente un anno dopo, nel 2009. Da allora come ha ribadito lo stesso Bassolino «nessun incarico istituzionale». 

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In piazza si rivedono tanti ex della stagione bassoliniana: Dino Di Palma ex presidente della Provincia, Guglielmo Allodi, Bernardino Tuccillo, l'ex segretario della Cisl Nicola Martino. L'abbraccio di Renato Carpentieri storico suo testimonial, il comico Alan De Luca. Il parterre di quella stagione politica è molto nutrito. L'ex sindaco di Pomigliano Michele Caiazzo, Nora Puntillo, Giulia Parente ex assessora di Bassolino e della Iervolino, stretta l'amicizia con Giorgio Napolitano e malgrado questo vicina anche a Bassolino. L'ex Guardasigilli Luigi Scotti che ha dato una mano come assessore alla Iervolino negli anni più difficili. E ancora Antonella Cammardella del Pd ma storica bassoliniana, gli ex consiglieri Mario Pesce, Giuseppe Damiano e Salvatore Guerriero che ha cosparso di sale il palco e tutta la piazza, l'unica concessione alla superstizionite di cui soffre Bassolino. E ancora Antimo Manzo che assieme a Enrico Cardillo ha retto l'assessorato al bilancio del Comune, i renziani capeggiati da Tommaso Ederoclite. E poi una curiosità: Silvana Valente una vita nel centrodestra nelle segreterie delle varie sigle da An in poi che si è lasciata sfuggire una confessione: «Non è la mia parte politica ma a lui lo voto». A parlare prima dell' ex sindaco, però, sono soli giovani, che si candideranno in lista con lui: lo studente universitario Gennaro Proscritto, 20 anni, il consigliere della II Municipalità Rosanna Laudanno, 24 anni, l'ex segretaria di sezione dei DS Anna Maria Scarpati, Ciro Corona, dell'associazione (R)esistenza di Scampia, che saluta a pugno chiuso.

Bassolino è un forte richiamo per la sinistra tradizionale in piazza si vedono vecchi militanti muniti di cappellino con la stella rossa e la bandierina cubana, ma la mascherina comunitaria di Bassolino è azzurra, con la scritta «Bassolino per Napoli». E Bassolino arringa a modo suo la piazza. «Il sindaco si decide a Napoli non a Roma, ai cittadini non interessa quale sarà il primo partito ma chi sarà il primo cittadino che devono decidere loro». La stoccata al dello tra Pd e M5S è palese. L'ex sindaco non ha mai mandato giù lo slittamento delle lezioni a ottobre. «Quando ho deciso di candidarmi sapevo che di questi tempi si sarebbe votato. Si è votato invece in altri posti e in tutto il mondo, tra poco ci saranno le primarie del Pd perchè non si è votato per le comunali?». Pone l'interrogativo Bassolino e risponde pure: «Se pensano di stancarmi io sono uno scalatore non mi stanco. Si doveva votare per la città dove il Consiglio comunale non riesce a convocarsi nemmeno per eleggere il suo vicepresidente. A Napoli serve una svolta perchè da tempo non c'è una vera maggioranza e nemmeno una vera opposizione, se ci fosse stata l'opposizione questa agonia, questo sperpetuo di Napoli non ci sarebbe stato». Mano tesa all'antico «nemico» Vincenzo De Luca: «Il sindaco di Napoli deve dialogare con la Regione, con Draghi, e con tutto il Governo, comprese le forze di destra. Il vero patto per Napoli si farà dopo le elezioni, con il nuovo sindaco per risanare il bilancio». 

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