Comunali a Napoli, Manfredi resta in pole ma torna il nome di Amendola

Comunali a Napoli, Manfredi resta in pole ma torna il nome di Amendola
di Luigi Roano
Martedì 18 Maggio 2021, 12:30 - Ultimo agg. 20:05
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Sono trascorse 96 ore, molte più delle 48 che si era preso per sciogliere la riserva sulla sua candidatura a sindaco di Napoli, ma a oggi di Gaetano Manfredi ex ministro ed ex rettore della Federico II si sa una sola cosa: «È ancora in fase di riflessione». E probabilmente a questo punto non è più solamente una questione politica quella che sta valutando Manfredi, ma c'è dell'altro dietro questo temporeggiare. Magari ha qualche riserva di tipo personale che lo frena. Tanto che nel Pd non si guarda più solo a lui, ma ritorna alla ribalta il nome di Enzo Amendola, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con sullo sfondo sempre il presidente della Camera Roberto Fico in quota M5S. Anche lui, pur sollecitato, è ben restio dallo scoprire le sue carte. Fico - si sa - non ha mai nascosto di ambire alla fascia tricolore e visto il contesto politico non è escluso che la terza carica dello Stato possa effettivamente liberarsi dai suoi impegni istituzionali in tempo utile per la campagna elettorale. Atteso che in questa vicenda l'unica cosa sulla quale sono pronti a scommettere grillini e democratici è che l'alleanza, a prescindere dal candidato, resisterà. Una caso unico, non raro, visto come sono andate le cose nelle altre grandi città come Roma, Milano, Torino e Bologna. Dove vanno separati. Ma almeno è stata presa una decisione su come andare avanti lungo il percorso che porta alle urne che si apriranno ad ottobre. A Napoli invece c'è una grossa nebbia intorno al nome del candidato che sta iniziando a provocare forti inquietudini. Siamo al dentro o fuori, Manfredi deve far sapere cosa intende fare così come gli altri. E proprio i tempi invece sembrano essere molto incerti. Per il M5S «c'è ancora molto lavoro da fare» per i dem «siamo nelle condizioni di andare uniti». Nessuna delle parti si sbilancia sulla tempistica perchè la scelta del candidato sta diventando un vero rebus. 

Se i tempi per mettere assieme tutti i tasselli della coalizione si allungassero fino a giugno, sarebbe il segnale che Fico effettivamente starebbe lavorando per cercare una exit strategy per giocarsi poi la candidatura a sindaco. Un'opzione da non trascurare perchè nel mondo grillino, molto in ebollizione per l'alleanza con le forze politiche tradizionali, forse il nome di Fico quale candidato potrebbe placare un po' le polemiche degli attivisti. L'altra faccia della medaglia è il Pd con i tormenti di Manfredi. I dem non vedono l'ora di chiudere la partita ed è chiaro che Manfredi che è un piddino - se anche in ottimi rapporti col capo del M5S Giuseppe Conte - quale candidato farebbe fare loro bingo.

Però i tentennamenti iniziano a essere controproducenti. Per un partito che da dieci anni a Napoli perde ed è diventato una forza più marginale e meno centrale della politica, quella di Manfredi è una occasione per riprendere quota. Ma servono, oltre che calcolo politico e garanzie amministrative, anche cuore ed entusiasmo su questo scommette il Pd. Che aspetta un segnale dall'ex ministro ma non lo aspetterà all'infinito. In questo senso, il ritorno di fiamma per Amendola, che non è mai uscito dai radar di una eventuale candidatura, più semplicemente era più defilato perchè stava lavorando al Recovery, va letta come la volontà del Pd di volere un candidato forte per Napoli. Ma gli altri, soprattutto nel campo di centrosinistra non stanno a guardare. Si tratta di Alessandra Clemente in quota de Magistris, Sergio D'Angelo per la sinistra e Antonio Bassolino, il più attivo di tutti, per ora il «candidato del popolo». 

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Ieri l'ex sindaco è stato in visita a Scampìa. «Una mattinata davvero interessante - racconta su Facebook - nell'Officina delle culture Gelsomina Verde. È un grande immobile di proprietà del Comune di Napoli che era abbandonato ed utilizzato come luogo di spaccio e consumo di stupefacenti». Bassolino è rimasto colpito dalla vitalità del quartiere: « Lo stabile - conclude - fu dato in comodato d'uso all'associazione di Ciro Corona con facoltà di ospitare altre attività di volontariato. È stato trasformato in modo straordinario. Attualmente ci sono una biblioteca, un doposcuola, alcune palestre, un internet point, (R)esistenza Anticamorra che si occupa del reinserimento dei detenuti di Secondigliano. Proprio una bella esperienza che è doveroso sostenere e valorizzare, come altre a Scampìa: un grande quartiere con tanti gravi problemi ma pieno di grandi risorse civili».

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