Comunali a Napoli, Manfredi chiama la società civile: «Napoletani, ora metteteci la faccia»

Comunali a Napoli, Manfredi chiama la società civile: «Napoletani, ora metteteci la faccia»
di Luigi Roano
Martedì 8 Giugno 2021, 08:00 - Ultimo agg. 21:27
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La grande scommessa - e anche il grande cruccio - di Gaetano Manfredi, il candidato del centrosinistra e del M5S a sindaco, è quello di coinvolgere la società civile per la rinascita della città e non usa mezzi termini per rilanciarla: «Tutte le forze sane della città si devono sentire responsabilizzate, devono scommettere sul futuro di Napoli ma per fare questo bisogna avere visione, bisogna avere coraggio e sporcarsi le mani». Coraggio è l'esortazione verso quel pezzo di Napoli che dà consigli, chiede, ma poi quando si tratta di «sporcarsi le mani», cioè metterci la faccia e di restituire qualcosa a Napoli torna nell'ombra. Perché è una scommessa? Prima di lui hanno provato a scuotere dal torpore i civici e i professionisti - per esempio - Rosetta Iervolino. Memorabile il suo tour per salvare il San Carlo con le casse vuote assieme al professor Fulvio Tessitore. Il risultato? Una valigia piena di promesse ma alla resa dei conti zero euro a disposizione mentre alla Scala le grandi famiglie milanesi donavano «senza nulla pretendere» vagonate di milioni. Ma Manfredi non si arrende perché un primo risultato lo ha già ottenuto: «Ho avuto molte adesioni, molti contatti con professori, intelligenze, professionisti che a Napoli non vivono più ma vogliono dare una mano». È la prima conferenza stampa di Manfredi da candidato sindaco, lo scenario è quello del circolo artistico e politecnico di piazza Trieste e Trento. «Ci vuole - spiga ancora - una grande azione da parte dei cittadini, tutte le parti sane devono scendere in campo come ho fatto io». Le spine non sono solo quelle di un civismo riluttante, ma anche nella politica, le 23 sigle fanno della coalizione che sostiene Manfredi una sommatoria di partiti, a Napoli invece serve un'alleanza con un obiettivo comune. «Rappresento una coalizione ampia, nel campo progressista, che ha valori condivisi. Non ci può essere una politica sana senza il contributo civico che porta le istanze della nostra città, questa la sintesi da fare». Quindi la botta sul numero delle liste: «Non abbiamo un numero magico. Le liste non devono essere personali o fatte per eleggere un candidato. L'ultima parola sulle liste è mia». Dieci, massimo dodici per mettere assieme poi una squadra che dia vita a un Consiglio comunale di qualità e a una giunta fatta di competenze. «Veniamo - dice l'ex rettore - da 10 anni di conflitti. Il risultato che abbiamo davanti ci dimostra quali sono stati gli effetti: una città impoverita, smarrita, isolata, che ha bisogno di un grande rilancio. Dobbiamo aprire una stagione nuova che sia in discontinuità con i conflitti del passato e faccia della cooperazione con tutte le Istituzioni e del futuro il proprio obiettivo. Dobbiamo portare il mondo a Napoli e Napoli nel mondo». Vale a dire «rendere Napoli una città capace di attrarre investimenti - rimarca Manfredi - una città su cui tutti vogliono scommettere. Napoli non deve essere una città museo per i vecchi ma una città per i giovani». Manfredi respinge al mittente il gossip di essere un candidato delle elite: «È una bufala. Il tema reale è quello di essere vicini a chi soffre, a chi aiuta le persone più fragili e ho sempre lavorato affinché i ragazzi più bisognosi potessero avere una prospettiva di studio e di lavoro. Questo è il modo di stare vicino alla gente: fare cose concrete». E quanto alle finanze comatose di Palazzo San Giacomo punta sul Patto per Napoli ma non solo: «Per governare bisogna avere anche gli strumenti, non vedo perché non potremmo avere le stesse cose avute da altre città come Roma». 

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Non sfugge a Manfredi che nel centrosinistra ci sono già tre candidati: Alessandra Clemente, Sergio D'Angelo e Antonio Bassolino ma solo «D'Angelo ha delle sensibilità vicine alla coalizione che rappresento».

Con Bassolino sono invece scintille: «È una figura autorevole, è stato un pezzo della sinistra napoletana ed ha fatto il sindaco quasi 30 anni fa. Quella del 1994 è stata una esperienza molto importante per la città ma erano altri tempi. Grande rispetto per Bassolino ma non faccio appelli o trattative». E l'ex sindaco si è rizelato: «Per quanto riguarda gli appelli ho ringraziato Enrico Letta per le parole sulla mia storia istituzionale e politica ed ho risposto, con il mio stile, che sono candidato da quasi quattro mesi e che vado avanti per vincere. Quanto alle trattative, ignoro a cosa Manfredi possa riferirsi. Anch'io ho grande rispetto per lui, ma come si permette? È un brutto scivolone e mi auguro che venga subito corretto». Quindi il chiarimento dell'ex rettore: «Ho grande rispetto per Bassolino e l'ho ribadito, proprio per questo la sua candidatura non può essere oggetto di appelli o trattative. Si può immaginare una convergenza politica, per quanto ci riguarda siamo impegnati a costruire la Napoli del futuro». Manfredi replica pure a Maresca che ha criticato la sua presenza oggi all'inaugurazione dell'Acquario alla Stazione Zoologica: «Non parlerò di campagna elettorale ma del mare». 

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