Comunali a Napoli, Gaetano Manfredi candidato sindaco: «Arte e turisti in periferia, ecco la mia idea di città»

Comunali a Napoli, Gaetano Manfredi candidato sindaco: «Arte e turisti in periferia, ecco la mia idea di città»
di Luigi Roano
Sabato 7 Agosto 2021, 16:00 - Ultimo agg. 19:49
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Gaetano Manfredi - candidato sindaco del centrosinistra e del M5S - a due mesi dal voto cosa è che la preoccupa di più in funzione di una sua elezione a primo cittadino?
«La riorganizzazione della macchina amministrativa, il Comune è fermo con una serie di provvedimenti necessari per la vivibilità della città. Il tema del bilancio non ancora approvato, né il consuntivo 2020 né il preventivo 2021 è serio».

E questo cosa significa concretamente?
«Napoli non ha bisogno di instabilità, mi auguro si possa procedere all'approvazione del bilancio, ma non ci sono segnali in questa direzione. Crea difficoltà al sindaco che si insedierà e al nuovo Consiglio comunale che dovranno approvare un documento contabile che non hanno contribuito a costruire e rappresenta una grande anomalia.

La nuova amministrazione si insedierà a metà ottobre e uno dei problemi sono i 173 vigili urbani che scadono a metà ottobre».

Il Patto per Napoli di cui si parla sempre meno invece non la preoccupa?
«Stiamo ragionando con la viceministra Laura Castelli e gli esponenti del Governo, i temi del debito e del reclutamento del personale sono fondamentali per il rilancio della città e l'interlocuzione è continua, non sono preoccupato».

Sono arrivati i simboli delle liste e le candidature: come stanno le cose? Quante liste ci saranno?
«Il percorso si completa nel fine settimana, sono soddisfatto. Vedo un dibattito molto produttivo, la città ha bisogno di un salto di qualità nella politica. Per esempio, a sinistra ci sarà una sola lista che raccoglie tante anime della città, così anche nel mondo moderato si stanno creando varie aggregazioni che sono espressione di famiglie politiche tradizionali. Vedo un percorso positivo, per fare il salto di qualità abbiamo bisogno di buona amministrazione e buona politica». 

Vale a dire?
«Bisogna coinvolgere le energie positive della città nell'impegno politico e avere candidature espressione del mondo delle professioni, dell'impresa, del volontariato e tutto questo si sta realizzando. La politica è fatta di progetti, valori, ideali non di difesa di posizioni personali e questo è un altro punto che si sta mettendo in campo. Le liste sono espressione di sensibilità politiche reali credo che alla fine saranno 12 o 13».

Ormai è da quasi due mesi in campagna elettorale, la storiella dell'intellettuale che non attecchisce sul popolo è vera o no?
«Avverto interesse attorno alla mia candidatura, al progetto politico che rappresento, i napoletani chiedono qualità e buona amministrazione e una visione di città ed è il metodo che ho sempre utilizzato in tutte le esperienze e che sto utilizzando nel rapporto politico».

Ci sono molti appartenenti all'area di de Magistris che ambiscono a candidarsi per appoggiare lei: qual è la sua posizione?
«Dobbiamo mettere assieme tutte le esperienze positive della città anche rispetto all'era di de Magistris: quelle che sono esperienze politiche di qualità vanno coinvolte».

Il rapporto con il Pd e il M5S come procede?
«È buono come con le altre forze politiche, vedo un clima costruttivo, lo spirito che ho indicato fin dall'inizio c'è: si sta lavorando per avere una buona offerta politica sia per le personalità da coinvolgere che sui temi».

Il governatore Vincenzo De Luca vuole il terzo mandato che ne pensa?
«Dobbiamo muoverci nell'ambito delle regole costituzionali, è nelle prerogative del Consiglio regionale valutare una legge elettorale della Regione e anche una modifica dello statuto. Penso che oggi il tema su cui ci dobbiamo concentrare è rafforzare la collaborazione tra Comune e Regione per migliorare la qualità della vita dei cittadini».

Tutti i sindaci o aspiranti sindaci propongono un progetto che dovrebbe caratterizzare il loro mandato: il suo qual è?
«Il Molo san Vincenzo è una grande opportunità da sfruttare per Napoli, è anche il segno di un ritrovato rapporto con il mare. Oggi tutti i progetti simbolo sono stati fatti al centro della città. Noi invece dobbiamo porre grande attenzione alla zona est, ovest e nord quelli saranno non solo progetti simbolo, ma una grande trasformazione urbana di Napoli che deve essere città policentrica, questo è il futuro».

Insomma, le periferie da rivalutare, ma in che modo?
«Una della idee è portare bellezza nelle periferie, un museo diffuso utilizzando le risorse di opere d'arte nei depositi dei grandi musei napoletani. Valorizzando i contenitori che ci sono in quelle aree per trasformarli in luoghi dove ci possono essere mostre ed esposizioni permanenti. Quei luoghi devono essere vissuti, ci devono arrivare i turisti e i napoletani. Con un biglietto unico, per esempio, si potrebbe vedere un grande museo e visitare anche quelli delle periferie».

È una campagna elettorale civile quella che stiamo vivendo?
«Napoli non ha bisogno di cavalcare i propri stereotipi, questa diventa una delle armi che chi è fuori da Napoli può utilizzare per danneggiare la città. Deve essere una campagna sulle proposte, sui contenuti, sui progetti questo significa presentare una Napoli diversa».

Perché i napoletani dovrebbero votare Manfredi?
«Per fare una scommessa sul futuro e tornare a essere protagonisti in Italia e in Europa con una città in grado di cogliere le grandi opportunità dei piani di investimento europei, nazionali e regionali, e il dialogo con questi interlocutori è già iniziato». 

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